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 2022  marzo 09 Mercoledì calendario

Intervista a Loretta Goggi

Loretta Goggi conserva la passione e la curiosità «che aiutano nella vita, ma in certi momenti non trovi le risposte. La guerra in Ucraina, lontana e così vicina a noi, mi fa stare male. La vita va avanti e mi sembra tutto un incubo». Interpreta Più forti del destino di Alexis Sweet, feuilleton in costume che debutta stasera su Canale 5, adattamento della serie francese Le bazar de la charité. Palermo, 1897, alla Mostra sulle nuove tecnologie fa il suo debutto il Cinematografo. Ad assistere all’evento c’è Arianna (Giulia Bevilacqua), moglie di Guglielmo (Thomas Trabacchi), il duca di Villalba, uomo ricco e violento. Va a fuoco un proiettore, i destini si intrecciano. Nella serie – prodotta da Marco e Nicola De Angelis – con Laura Chiatti, Dharma Mangia Woods, Leonardo Pazzagli, Paolo Sassanelli, Francesca Valtorta e Sergio Rubini. Goggi è la perfida Donna Elvira, marchesa di Buonvicino, che vuol far passare Chiatti, sfigurata nell’incendio, per la figlia.
Mai così spietata, si è divertita?
«Elvira è una donna di grande potere. Aspettavo da tanto un ruolo come questo: un conto è fare una nonna affezionata ai nipoti, ma una donna così dispotica non l’avevo mai interpretata. È liberatorio anche se mi chiedevo ogni volta: io cosa avrei fatto? Tutto un altro percorso, lei costruisce una tela diabolica».
Il costume è un azzardo?
«Credo che da parte di Mediaset ci fosse il desiderio di proporre un kolossal, ed è giusto testare il pubblico.
Più forti del destino va in onda il mercoledì e il venerdì sfida Il cantante mascherato : fiction e show».
Sarà ancora giurata di “Tale e quale”: cosa le piace della formula?
«Che gli artisti si preparano, cantano, ballano, studiano, perché devono fare le imitazioni. È un approccio professionale. Se non fosse stato per Carlo sarei in pensione, con la morte di mio marito Gianni avevo spento l’interruttore».
È considerata una secchiona.
«Mi preparo su tutto: il raggio di estensione vocale, il cambiamento dell’intonazione. Mi piace così, magari poi non riesco a dire niente».
Il pubblico è legato alla Goggi imitatrice, alla sua storia: rifarebbe uno show?
«Sono una signora di 71 anni, né per carattere né per età ho la voglia di rifare la showgirl, non mi va di cantare Maledetta primavera. Devo pensare a come tornare. Ho fatto tante cose da giovanissima, Virginia Raffaele è un talento fantastico ma oggi ha 40 anni. Io a 22 facevo le imitazioni con Noschese. Mi chiedo: come ho potuto? Ero incosciente».
Non pensa che aveva talento?
«La ringrazio ma io mi sono sentita sempre una persona normale che ha avuto grandi maestri. Se da bambina cominci con Evi Maltagliati, Gino Cervi, Paolo Stoppa, Rina Morelli, che ti danno lezioni di vita, impari. Dopo Maledetta primavera sono tornata a teatro con Stanno suonando la nostra canzone insieme a Gigi Proietti, ho lavorato con Johnny Dorelli. Sono stata un Arsenio Lupin al femminile; ho rubato tutto quello che potevo, non mi sono lasciata sfuggire nessuno. Ma se intorno hai il deserto dei tartari che impari?».
Chi voleva essere?
«Quella che sono. Non ho puntato sulla fisicità ma sul lavoro e l’autoironia, mi hanno aiutato a durare».
Sessant’anni dallo sceneggiato “Sotto processo” di Majano, come si trovava nel mondo degli adulti?
«Con grande divertimento, per me era Carnevale, una bambina che si può travestire è felice. Non ho vissuto gli inizi con il fuoco sacro, ma sono stati anni bellissimi. Recitare con Alberto Lupo, di cui le madri delle mie compagne erano innamorate, avere Ilaria Occhini come “mamma” era una gioia. Gastone Moschin, con cui ho girato I miserabili, mi prendeva in braccio e scherzava: “Cosetta, non sei una cosetta ma sei una cosona”. Mi portavo le mele Smith e si inteneriva: “Hai la stessa passione di Marzia (Ubaldi, la moglie, ndr )”. Stoppa mi dava ripetizioni di storia, ho fatto Delitto e castigo preparando gli esami di terza media».
I suoi cosa sognavano per lei?
«Papà voleva che cantassi. A sedici anni le ragazze della mia generazione non erano né carne né pesce, ero alta e piatta, facevo doppiaggio radio tv. Mi mancava la terra sotto i piedi. Recitando è cambiato tutto, mi sono liberata di tanti complessi».
Oggi come si giudica?
(Ride) «Una meraviglia del creato, no? Sono una donna normale. Dicono che mi sono botulinata, scrivono: “Si è rifatta”. Ho la faccia di una che ha preso dieci chili, ero magra. Ora porto la terza di reggiseno».
È t ornata sui social?
«Assolutamente no. Troppo odio, non ha senso».
Amadeus è stato confermato altri due anni a Sanremo: che pensa?
«È stato bravissimo, erano anni che non vedevo il festival. Stavolta me lo sono proprio goduto. Ama ha vissuto la musica da ragazzo come Carlo Conti. E capisco perché, dopo i periodi bui vissuti da lui e da Fabrizio Frizzi, tornati protagonisti grazie a Tale e quale, ora si prenda la soddisfazione. Poi gli sono grata».
Perché?
«Perché ho scoperto Ditonellapiaga, Tananai. Ascoltando Brividi ho pensato: vince. Sono contenta quando ci azzecco, significa che ancora capisco qualcosa».