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 2022  marzo 09 Mercoledì calendario

Il piano Ue per liberarsi dal gas russo

STRASBURGO – Un tetto al prezzo dell’energia elettrica, acquisti collettivi di gas, con gli stoccaggi riempiti al 90% entro ottobre. Nonchè possibilità di imporre nuove tasse sugli utili delle aziende energetiche per redistribuirli ai consumatori e quindi tagliare le bollette. Ecco il piano della Commissione europea per provare ad arginare gli effetti della crisi ucraina. È il”RePowerEu”, “Rifare il pieno all’Europa”. Nel frattempo spunta l’idea di dar vita ad una sorta di nuovo Fondo comunitario “Anti-Russia”.
Il pacchetto parte da un presupposto: l’Ue ha gas sufficiente per scavallare l’inverno. Un modo per dire che nessuno dovrà spegnere i termosifoni. Poi, però, si prevedono interventi con efficacia nel breve periodo, nel medio e nel lungo. Nell’immediato il quadro delle misure punta ad aiutare i cittadini e i Paesi più in difficoltà dopo le impennate subite dai prezzi di gas e petrolio. Nel medio Bruxelles si è proposta l’obiettivo di ridurre di “due terzi” entro un anno la dipendenza dal gas russo. Nel lungo resta la rinuncia ai carburanti fossili e inquinanti a favore delle fonti rinnovabili e idrogeno. «Dobbiamo diventare indipendenti dal petrolio, dal carbone e dal gas russi – ha spiegato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen – semplicemente non possiamo fare affidamento su un fornitore che ci minaccia esplicitamente. Dobbiamo agire ora per mitigare l’impatto dell’aumento dei prezzi dell’energia, diversificare la fornitura di gas per il prossimo inverno e accelerare la transizione verso l’energia pulita». Come sostiene Frans Timmermans, vicepresidente dell’esecutivo comunitario con delega al Clima, «le energie rinnovabili sono una fonte di energia economica, pulita e potenzialmente infinita e invece di finanziare l’industria dei combustibili fossili altrove, creano posti di lavoro qui. La guerra di Putin in Ucraina dimostra l’urgenza di accelerare la transizione verso l’energia pulita».
Per questo, l’obiettivo nei prossimi mesi è tagliare di almeno «155 miliardi di metri cubi il consumo di gas fossile, equivalente appunto al volume importato dalla Russia nel 2021». Certo, queste sono misure che nell’immediato non possono aiutare i consumatori. Per questo oltre al “tetto” per le bollette, la Commissione sta studiando come procedere negli acquisti e stoccaggi cumulativi di energia. Replicando il sistema utilizzato nei mesi scorsi per fronteggiare l’emergenza Covid negli acquisti dei vaccini. Si tratta di una “nuova piattaforma” per la fornitura di gas.
Al di là delle Linee Guida sull’energia, approvate oggi, è evidente che l’Unione deve organizzare l’emergenza anche sul piano finanziario. Molti stati membri rischiano di non poter gestire la crisi sul piano economico. La presidenza francese da tempo sta lavorando ad un nuovo progetto. Si tratta di un Fondo, che in qualche modo replica nelle modalità e nei contenuti, il Recovery Fund. Ma dovrebbe riguardare solo gli investimenti e le spese su energia e difesa. Insomma, un vero e proprio “Fondo Anti-Russia”. Giovedì prossimo i leader ne parleranno al Consiglio europeo di Parigi. Sul tavolo non c’è l’idea di introdurre gli Eurobond mirati sulla crisi ucraina. Ma semmai la costituzione di un fondo che poi sarà finanziato, come il NextGenerationEu, con debito comune. Non è un caso che la Commissione Ue abbia già deciso di aprire una consultazione con gli Stati membri per proporre un nuovo quadro temporaneo sugli aiuti di Stato, come nella pandemia, per consentire sostegno alla liquidità delle imprese direttamente o indirettamente colpite dalla crisi e alle grandi consumatrici di energia. Nel brevissimo periodo, infine, Bruxelles lancia un appello agli europei: abbassare di un grado le temperature nelle abitazioni. L’inquinamento si riduce e soprattutto, ricorda Timmermans, «dipendiamo meno da Mosca».