Corriere della Sera, 9 marzo 2022
Victoria Cabello torna in tv
Ha segnato più di una generazione, Victoria Cabello. Il suo linguaggio, il suo gusto e la sua ironia avevano portato in televisione qualcosa che prima, semplicemente, non c’era. Veejay per Mtv, poi inviata alle Iene, quindi un’edizione di Sanremo, nel 2006, e ancora Victor Victoria, Quelli che il calcio, X Factor.
Infine la scelta di «svuotare un vaso – come definisce lei il lavoro creativo – che dopo quasi vent’anni di carriera stava rischiando di tracimare». Scelta che si è tradotta in una pausa decisamente lunga dal piccolo schermo. Ora, il ritorno, come concorrente di Pechino Express (al via domani, al debutto su Sky Uno e su Now, condotto sempre da Costantino della Gherardesca), assieme all’amico fraterno, il manager Paride Vitale. «Era la scossa che mi serviva per uscire dalla bolla che mi ero creata», ammette. Sì, perché prima di decidere di tornare in tv, la conduttrice ha dovuto vincere alcune paure. «Per via della mia malattia (per qualche anno ha dovuto lottare contro la malattia di Lyme, ndr) ho passato un periodo molto debilitante: avevo problemi di memoria, non ricordavo molte parole. Ed ero semi paralizzata. Questo mi ha creato non poche insicurezze: non ero più certa di essere in grado anche solo fisicamente di tornare in tv».
Convinta però che le carriere migliori si basino sui no, nel mentre ne ha detti parecchi: «Non sono un’influencer, non ho bisogno di visibilità. Della tv ho sempre amato la parte autorale, la scrittura dei miei programmi e quindi l’idea di condurre un format, qualcosa che non rappresentasse la mia identità, non mi ha mai allettata. Poi è subentrata la malattia e quindi, di fatto, mi sono isolata e si è creato questo gap. Però mi ha sempre commosso, in tutto questo periodo, il desiderio delle persone di rivedermi in tv». Cosa l’ha spinta a credere che fosse arrivato il momento per farlo? «Direi l’ipnosi e la mia analista. Seriamente, mi hanno aiutato moltissimo a ritrovare fiducia in me stessa. Penso che certe cose che ho fatto in tv fossero un po’ troppo avanti per l’epoca, ma il mio interesse è sempre stato cercare strade nuove e non conformarmi alle regole. Pechino mi ha fatto ritrovare la voglia di mettermi in gioco. Mi sono buttata e ne avevo bisogno. Mentre giravamo guardavo il lavoro degli autori con ammirazione e ho capito che è quella la parte che mi diverte e mi manca, anche più dell’andare in video». Avere le idee così chiare unite al coraggio per rivendicarle, in tv non è stato sempre percepito come un pregio: «Non sono accomodante e ho sempre dovuto lottare per scardinare certi meccanismi. Ma in certi ambienti non piace quando ti metti a battagliare per quello in cui credi e la sintesi degli altri è che sei una rompipalle. Anche per questo, fino a Pechino Express, non avevo desiderio di tornare in tv».
Ora invece le piacerebbe cimentarsi anche in progetti «più piccoli. Non sono quella che sta male se non viene fotografata e ho passato molti anni in cui non riuscivo a cenare fuori con gli amici perché dovevo firmare autografi; non mi manca questa cosa. Quello che mi interessa adesso è mettermi alla prova con progetti che siano davvero nelle mie corde». Un ritorno di Victor Victoria? «Me lo chiedono in tanti. Mi piacerebbe, ma dico anche che mi divertirebbe ripensare ad altro, chessò, a una trasmissione di televendite. O diventare direttrice di rete di un qualunque canale ma solo nelle ore notturne. Vorrei sperimentare. Diciamo che, come fascia oraria, dalla seconda serata in poi va bene tutto».