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 2022  marzo 08 Martedì calendario

Un italiano su sei vive solo

In Italia una persona su sei vive da sola. Il numero delle famiglie è aumentato, ma quello dei componenti è progressivamente diminuito. Emerge dall’ultimo Censimento permanente della popolazione 2018-2019 fatto dall’Istat: in 50 anni le famiglie sono cresciute di quasi 10 milioni, ma il numero medio dei membri è sceso da 3,35 del 1971 a 2,29. Dai dati emerge che il 15% degli italiani vive per conto proprio.
Da report, aggiornato al 31 dicembre 2019, emerge che il 99,4% dei 59.641.488 residenti in Italia abita in famiglia, mentre 382.067 persone sono ospiti in case di riposo, istituti di cura e residenze collettive. Da un confronto con il censimento del 2011 si nota che le famiglie sono aumentate di 1.239.356 unità (facendo registrare un +5%): sono passate da 24.611.766 a 25.851.122. Andiamo più indietro: il confronto con il 1971 è significativo. Circa 50 anni fa il numero dei nuclei familiari era molto più basso: 15.981.177. I membri, però, sono scesi dai 3,35 del 1971 ai 2,29 attuali. E sono diminuite di molto le famiglie numerose: nel 1971 quelle formate da cinque componenti o più erano 3.437.440, e rappresentavano il 21,5% del totale. Nell’ultimo censimento, invece, se ne contano solo 1.318.804: poco più del 5%.
I SINGLENon solo si fanno meno figli rispetto al passato, ma si tende anche ad abitare di più da soli. Le famiglie unipersonali, 9.073.852 nel 2019, sono ormai il 35,1% del totale. Cinquant’anni fa erano circa un terzo: il 12,9%. I nuclei familiari composti da una sola persona sono cresciuti del 21 per cento nelle regioni del Centro: dal 1971 sono passati dal 10,9% al 37,1% del totale. Il primato resta però al Nord-ovest: i single salgono al 37,7% dal 16,0% di cinquant’anni fa. Più di una famiglia su tre è formata da una sola persona. Quelle composte da due, tre, oppure quattro soggetti, sono rispettivamente il 27,1%, il 18,5% e il 14,2%. I nuclei di cinque persone sono il 3,7%, mentre le famiglie numerose, cioè quelle di 6 o più componenti, sono solo l’1,4% del totale. I single sono maggiormente diffusi in Liguria e Valle D’Aosta, dove sono unipersonali più di quattro famiglie su 10. I numeri sono alti anche nel Lazio: sono il 39,3%. In Puglia e in Campania, invece, meno di 3 famiglie su 10 hanno un solo componente. Per quanto riguarda le città, a Trieste le famiglie di single costituiscono quasi la metà del totale: sono il 47,2%. Sul secondo gradino del podio c’è Genova (45,6%), mentre al terzo posto c’è Savona (45,4%). In fondo alla classifica si trovano Barletta, Andria e Trani (23,5%), e Napoli (24,8%).
GLI STRANIERIIl Nord ha anche un altro primato: ospita più della metà delle famiglie di soli stranieri. I nuclei con almeno un componente straniero, censiti nel 2019, sono 2.416.717. Di questi, il 32,6% è costituito da famiglie unipersonali, il 19,5% ha due componenti, il 18% tre, mentre sono il 29,9% quelle che ne hanno quattro o più. Nel 57% dei casi risiedono nel Nord Italia – soprattutto nel Nord-ovest -, il 25% vive nell’Italia centrale, mentre il 13% e il 5% si trovano rispettivamente nel Sud e nelle Isole.
IL SUDUna novità assoluta riguarda il rimpicciolimento delle famiglie al Sud, dove storicamente sono sempre state più numerose. Nell’ultimo censimento Istat il numero medio dei componenti dei nuclei meridionali è di 2,5, ma nei primi anni Settanta era 3,75. Andando meno lontano nel tempo, all’inizio del nuovo millennio, i membri delle famiglie del Sud erano in media 2,92. Quelle più numerose, comunque, vivono in Campania (2,63 persone) e in Puglia (2,47).