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 2022  marzo 06 Domenica calendario

TIRO ALL’OLIGARCA - PRESE LE VILLE E GLI YACHT, NEL MIRINO FINISCONO LE QUOTE SOCIETARIE DEI MAGNATI RUSSI - LA GUARDIA DI FINANZA STA SCANDAGLIANDO SOCIETÀ OFFSHORE E PARADISI FISCALI USATI PER OCCULTARE DENARO E NASCONDERE I VERI PROPRIETARI DI MOLTE SOCIETÀ - IL LAVORO SAREBBE PIÙ FACILE SE AVESSIMO ISTITUITO IL REGISTRO DEI BENEFICIARI ULTIMI, COME RICHIESTO DA UNA NORMATIVA EUROPEA ALLA QUALE L'ITALIA NON HA ANCORA DATO APPLICAZIONE... -

Roustam Tariko, re della Vodka, cittadino onorario di Olbia, ha Villa Minerva a Porto Rotondo che comprò nel 2006 per 15 milioni - da Veronica Berlusconi. Vasily Anisimov, amico di Berlusconi, è il proprietario della villa Il Tulipano, a Porto Cervo. La società Terra Services, con sede a Londra, controlla le proprietà di lusso di Oleg Deripaska in tutto il mondo attraverso una rete di società sussidiarie (Deripaska è il magnate dell'alluminio già plurisanzionato negli Stati Uniti per vicende collegate all'interferenza estera della Russia nelle elezioni americane che portarono all'elezione di Donald Trump). 

Queste case includono splendide ville a Saint-Tropez e, in Sardegna, la villa Walkirie a Porto Cervo. Villa Merloni a Romazzino è di Alisher Usmanov, al quale da venerdì è stata messa sotto sequestro una proprietà di lusso al Pevero, e che sarebbe - secondo il Dossier Center di Mikhail Khodorkovsky - il proprietario ultimo di altre otto ville in Sardegna e di Villa Maramozza, sulla punta della caletta di Lerici. E poi ancora yacht, ville, tenute in Toscana, quote societarie. 

La mappatura dei beni e delle proprietà italiane degli oligarchi russi sanzionati dalla Ue - e di quelli che potrebbero esserlo nei prossimi giorni - sta impegnando la Guardia di finanza in questi giorni, tra reti di scatole societarie offshore, nascoste in paradisi fiscali e costituite proprio per nascondere il reale proprietario e la reale provenienza del denaro. Un lavoro che sarebbe più semplice se l'Italia avesse istituito il Registro dei beneficiari ultimi, come richiesto da una normativa europea alla quale l'Italia non ha ancora dato applicazione. 

Quella di venerdì scorso è solo la prima ondata dei sequestri di beni degli oligarchi. Nei prossimi giorni, dicono fonti incrociate a La Stampa, dovrebbero arrivare altri provvedimenti. I beni - congelati per sei mesi con provvedimenti amministrativi emanati dal Mef - saranno gestiti all'Agenzia del Demanio. Almeno 143 milioni di euro il valore degli asset colpiti dal provvedimento, che oltre alla villa del Pevero di Usmanov ha riguardato anche lo yacht di Alexei Mordashov, presidente della società Severgroup, azionista della Rossiya, definita dal Tesoro Usa «la banca di Putin», che ha avuto un ruolo importante nel processo di annessione della Crimea e nella guerra in Ucraina. 

E quello di Gennadij Timchenko, amico di Putin dai tempi di San Pietroburgo e diventato straordinariamente ricco con la sua ascesa al potere. Congelate anche le ville sul lago di Como di Vladimir Soloviev, presentatore della tv pubblica russa, noto per le sue arringhe anti-occidente e contro i gay, volto della propaganda del Cremlino che dopo l'annuncio delle sanzioni si mise a piangere in tv per il fatto che avrebbe dovuto rinunciare alle sue dimore italiane. Sarebbe invece al sicuro in Uzbekistan da qualche giorno l'enorme Airbus A340-300 adattato ad aereo privato da Usmanov, che spesso staziona all'aeroporto di Olbia. 

Nel testo delle sanzioni l'Ue scrive che Usmanov «si è schierato agendo per conto del presidente Putin e ha risolto i suoi problemi di affari. Secondo i Fincen files ha pagato 6 milioni di dollari all'influente consigliere di Vladimir Putin, Valentin Yumashev. Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Russia ed ex presidente e primo ministro della Russia, ha beneficiato dell'uso personale di residenze di lusso controllate dal signor Usmanov. Pertanto ha attivamente sostenuto materialmente o finanziariamente i decisori russi responsabili dell'annessione della Crimea e della destabilizzazione dell'Ucraina». 

Un ritratto distante da quella che è (era) la sua immagine pubblica in Italia, costruita finanziando il restauro della Sala degli Orazi e Curiazi ai Musei capitolini, dell'Ambasciata italiana a Mosca, Villa Berg, o donando un milione alla Regione Sardegna all'inzio della pandemia Covid. Nel 2017 ha ricevuto l'Ordine al merito della Repubblica italiana. Uno dei tanti oligarchi che il Belpaese ha creduto filantropi e mecenati.