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 2022  marzo 06 Domenica calendario

I numeri dei manga in Italia

L’aumento di acquisti di libri online, abitudine acquisita da molti durante il lockdown. Le serie animate nipponiche proposte dalle piattaforme digitali, che hanno fatto avvicinare il grande pubblico anche a produzioni prima ritenute per appassionati. E, più semplicemente, la consuetudine di generazioni che sono cresciute davanti alle serie giapponesi e oggi sono ben felici di immergersi in tali atmosfere, appena hanno tempo per farlo. Senza dimenticare il diffuso interesse per la cultura nipponica, che vede protagonisti i bambini di ieri, quelli del cosiddetto anime boom – quando le serie animate giapponesi irruppero in modo massiccio nello scenario internazionale – ma anche i loro figli, educati a quello stesso immaginario. È un amore trasversale e intergenerazionale, accresciuto dalla pandemia con l’aumento di tempo libero e la condivisione di spazi e interessi in famiglia, a determinare il vertiginoso incremento di vendite di fumetti e manga in atto nel nostro Paese. 
I NUMERI
Sono i numeri a dirlo. L’Associazione Italiana Editori, già lo scorso luglio, nel report sui primi sei mesi di mercato, registrava una crescita, nel settore fumetti, pari al 214 per cento. A, dicembre, nel report stilato con Aldus Up, Eudicom e Lucca Comics&Games, l’Aie ha documentato quasi nove milioni di lettori di fumetti – 8,7 – ossia il 35 per cento del dato complessivo e il 18 per cento della popolazione. Erano 7,27 milioni nel 2019 e addirittura 3,96 milioni nel 1996. Una crescita trainata dagli uomini, con una presenza importante fino agli under55. In tale contesto non stupisce che Star Comics, casa editrice di manga come Lamù, One Piece e Demon Slayer, sia arrivata ad essere la terza in Italia per volume di vendite, dopo Mondadori ed Einaudi. 
«La casa editrice quest’anno compie trentacinque anni e per la gran parte del tempo, abbiamo lavorato nel settore manga – racconta Claudia Bovini, direttrice editoriale Star Comics – negli anni Novanta il passaggio di serie animate nipponiche sulle Tv generaliste ha innescato l’interesse dei lettori. E quel processo si è successivamente rinnovato, grazie al sempre maggiore interesse per la cultura orientale, che ha portato il manga alla ribalta tra le nuove generazioni». 
La storia della passione per i manga è lunga. Bisogna risalire a Osamu Tezuka, non a caso definito padre dei manga o addirittura dio dei manga. Tra i tanti, anzi tantissimi, lavori pubblicati, cult come Kimba, il leone bianco e Astro Boy, negli anni Cinquanta. Poi, molti altri manga sono entrati nel nostro orizzonte culturale, da Lady Oscar di Riyoko Ikeda, a Candy Candy di Kyoko Mizuki, disegnato da Yumiko Igarashi, fino a Lamù di Rumiko Takahashi, nati negli anni Settanta. Ancora Capitan Tsubasa – l’animato Holly e Benji – ideato da Yoichi Takahashi, nei primi anni Ottanta. E così via, tra lavori oggi da collezione – «Candy Candy è uno dei titoli che ogni editore vorrebbe pubblicare», sottolinea Bovini – a successi come Dragon Ball di Akira Toriyama, One Piece di Eiichiro Oda, al venticinquesimo anno dalla prima uscita, fino a Demon Slayer di Koyoharu Gotoge, dato alle stampe nel 2016.

LA TIRATURA
«Demon Slayer è il manga con la tiratura più alta, ben 200mila copie, numeri importanti nel nostro Paese, che non si sentivano da tempo. Dragon Ball supera le centomila copie. A One Piece, di cui ad aprile lanceremo il centesimo volume, spetta l’onore del podio. La fetta più grande di pubblico è maschile, anche se in Italia, la platea femminile è forte», commenta Bovini. «Il mercato è cambiato molto nel tempo – dice Claudio Secondi, dal 1972 titolare della Casa del Fumetto a Roma, e per circa 45 anni distributore di manga in Italia – Una volta i numeri erano decisamente alti per tutti i manga, c’erano tante librerie specializzate e molte edicole. Numerose di quelle realtà ora non ci sono più. Erano i manga prima a trainare le serie animate, adesso è il contrario. Oggi le vendite da grandi numeri sono per manga e fumetti associati a serie tv». 
A quelli giapponesi si aggiungono nuovi lavori. E fenomeni. «Si sta affermando il manga coreano, aiutato da successi come il K-Pop, la serie Squid Game e simili», dichiara Bovini. Nuovi personaggi e nuove storie arricchiscono il bagaglio culturale collettivo. E mutano lo sguardo e l’immaginario.