il Fatto Quotidiano, 6 marzo 2022
Troppi programmi religiosi in Rai
Il malcontento serpeggia da settimane e le lamentele sarebbero arrivate fin in Vaticano. Con lo sfogo di qualche personaggio che fa da catena di raccordo tra Viale Mazzini e la Santa Sede. Da quando sono state create le direzioni di genere e nominati i rispettivi direttori, a metà dicembre scorso, i programmi religiosi della Rai, come molti altri tra cui Fabio Fazio, sono finiti sotto la direzione Cultura e Educational guidata da Silvia Calandrelli. Che poi ha nominato 7 vicedirettori: Rosanna Pastore, Giuseppe Giannotti, Cecilia Valmarana, Lorenzo Ottolenghi, Piero Corsini, Gianluca Picciotti e Bianca De Rose. I malumori all’interno dei programmi che si occupano di tematiche religiose sono di due ordini. In primo luogo, tutti pensavano di finire sotto gli Approfondimenti di Mario Orfeo o il Day time di Antonio Di Bella dato che prima erano catalogati come “informazione e approfondimenti”. Ma a far tremare i polsi di alcuni è soprattutto il fatto che il vertice di Rai Cultura, a partire da Calandrelli, ma pure Pastore (che ha la delega a divulgazione e attività culturale) e Ottolenghi (educational), ha una formazione laica e di sinistra. Ottimi dirigenti, ma magari non proprio sensibili alle tematiche religiose. Con alcuni di loro che si sono fatti le ossa a Rai3 e Radio3. “Qui siamo finiti nelle mani di un gruppo di mangiapreti…”, sono le voci che rimbalzano da quelle redazioni. I programmi in questione sono A sua immagine (condotto da Lorena Bianchetti, Rai1), Protestantesimo (chiese evangeliche, Rai2), Sorgente di vita (comunità ebraiche, Rai2), Sulla via di Damasco (condotto da Eva Crosetta, Rai2) e Cristianità (condotto da suor Myriam Castelli, Rai2). Tutti molto seguiti. Poi ci sono le dirette degli eventi religiosi, come la Santa Messa della domenica o la Via Crucis, trasmessi con le immagini che il Centro televisivo vaticano (Ctv) vende alla Rai. La messa viaggia sui due milioni di telespettatori, circa il 20% di share. Un botto. Numeri garanzia di successo e in Rai si era scatenata la corsa a metterci le mani sopra. C’è riuscita Calandrelli, con il via libera di Carlo Fuortes. E gli altri rosicano. Alle viste, inoltre, c’è un miliardo e 700 milioni in arrivo per il Giubileo 2025, che dovrà essere parecchio seguito mediaticamente. E sullo sfondo c’è pure Rai Vaticano (diretta da Massimo Milone) che, oltre a fare da raccordo tra Viale Mazzini e il Ctv, non si capisce bene che cosa faccia.