la Repubblica, 6 marzo 2022
Cinquecento oligarchi tracciati in Italia
Un elenco di 680 nomi, consegnato dall’Unione Europea. Un secondo appunto, tutto italiano, con poco più di 500 persone con, verosimilmente, affari in Italia. Diretti in pochissimi casi. Schermati da società e trust nella stragrande maggioranza. Sequestri per 143 milioni scattati nelle ultime ore a cinque oligarchi, ma l’idea che si possa intervenire in tempi brevissimi dieci volte più alti almeno. Il pugno durissimo di Palazzo Chigi: il premier Mario Draghi aveva parlato, per primo, della possibile istituzione di un registro internazionale pubblico degli oligarchi con un patrimonio superiore ai 10 milioni di euro. E nelle ultime ore la proposta, sui tavoli internazionali, pare abbia preso quota, grazie soprattutto all’apertura degli Usa. L’Italia ha cominciato ufficialmente la stretta contro gli oligarchi di Putin. Lo ha fatto dopo giorni di lavoro degli uomini della Guardia di Finanza, guidati dal comandante generale Giuseppe Zafarana, che raccogliendo l’invito del Comitato di sicurezza finanziaria (insediato al Mef e che ha il compito di monitorare il funzionamento del sistema di prevenzione e di sanzioni del finanziamento del terrorismo e del riciclaggio) ha cominciato la caccia ai capitali degli oligarchi nel nostro Paese. L’operazione è complessa perché la maggior parte dei beni non sono intestati direttamente ma sono schermati attraverso trust. Eppure qualche risultato è già arrivato. I finanzieri non credevano ai propri occhi quando sono saliti su Lady M, il megayacht di Alexey Mosdashov, presidente della società Severgroup, azionista della Rossiya, l’uomo più ricco della Russia secondo Forbes: era ormeggiato a Imperia, ha una pista per l’atterraggio degli elicotteri, è lungo 65 metri. E vale 65 milioni. Una decina in più di quello di Gennady Timchenko, uno dei migliori amici di Vladimir Putin, magnate dell’energia, delle infrastrutture e dei trasporti: il suo Lady Lena era nel porto di Sanremo, pronto a salpare per la Costa Azzurra. I sigilli sono stati apposti anche in Costa Smeralda dove da quasi 30 anni ha casa il ras dell’acciaio, Alisher Usmanov. Cittadino onorario del comune di Arzachena – dopo aver regalato 500mila euro alla Sardegna durante il periodo nero della Pandemia – è sua la più bella villa sul golfo del Pevero dagli anni ’90. Si raccontano straordinarie feste, da sempre. Anche a bordo di Dilbar, il suo yacht, tra i più grandi e costosi al mondo, che è stato sequestrato in Germania (era in un cantiere di Amburgo per migliorie e manutenzione) nei giorni scorsi. A proposito di ville, meno prezioso ma comunque straordinaria è quella sequestrata a Vladimir Soloviev, non un oligarca in senso stretto. Ma un campione della macchina della propaganda di Putin: giornalista, intrattenitore, presentatore televisivo, il suo ruolo è quello del megafono. Straordinariamente pagato. Due ville sul lago di Como, a Menaggio, 8 milioni di euro, sequestrate ieri, sono sue. È di Oleg Savchenko, il signore del Donbass, Villa Lazzareschi, in provincia di Lucca, valore di mercato circa tre milioni. Come si diceva, però, la partita è appena cominciata. Perché dalle analisi già effettuate dalla Finanza la mole maggiore degli affari è nascosta. Ma non introvabile. C’è già una linea che porta ad alcuni studi di commercialisti italiani del Nord Italia – sui quali sono in corso in queste ore accertamenti – e che finisce direttamente a Cipro e Malta dove molti di questi oligarchi hanno posizionato i loro trust “europei”. C’è poi, invece, una questione ancora più delicata che riguarda i fondi d’investimento. Sono stati molto utilizzati dagli oligarchi per investire in Italia. Ma anche dallo Stato russo: il fondo sovrano, Rdif, ha partecipazioni dirette in imprese importanti italiane. E ha partnership, come scrive lo stesso Copasir, «attraverso partnership con importanti istituti di sviluppo italiani (Cassa Depositi e Prestiti e Fsi), implementando una serie di significativi progetti congiunti in Russia in settori tradizionali e maturi, tra cui infrastrutture di trasporto (insieme ad Anas), industria dell’energia elettrica (insieme a Enel), allevamento (insieme ad Inalca) e industria alimentare». Infine: nelle ultime ore ci sono stati almeno tre sequestri alle dogane aeroportuali di cittadini russi fermati con valigie piene di denaro. Mentre l’intelligence europea ha avuto diverse segnalazioni di viaggi, in queste ore, di alcuni dei più influenti oligarchi, su e giù da Mosca al Medio Oriente. È difficile siano viaggi di divertimento.