6 marzo 2022
La Sonata a Kreutzer
Notizie tratte da Lev Tolstoj Sonata a Kreutzer (1887-1889) Feltrinelli, Milano 1991 – 160 pagine, € 8
In calce la rubrica che ne ho tratto per Il Fatto dell’8 marzo 2022
«Non mi sono mai piaciuti i suoi giudizi sulle donne… Vi si sentiva qualcosa di artefatto, di insincero e allo stesso tempo di troppo personale. Era come se una volta l’avessero offeso ed egli non fosse riuscito né a dimenticare né a perdonare» (Gorkij su Tolstoj)
«La sonata a Kreutzer, come rilevò la moglie Sonja, era stata scritta con cattiveria.È curioso e un po’ triste ricordare che a Tolstoj toccò, per così dire, di espiare quella cattiveria quando, qualche anno dopo, venne a trovarsi egli stesso in una situazione analoga a quella del suo personaggio Pozdnyšev, e cioè quando il musicista Taneev diventò un assiduo frequentatore di casa Tolstoj, e Sonja non si curava di nascondere al marito l’interesse e la simpatia che provava per il musicista» (Gianlorenzo Pacini)
«“No, questo è impossibile,” replicò l’altro, “così com’è impossibile che in un carro di piselli due piselli preventivamente contrassegnati rimangano sempre l’uno accanto all’altro»
«E per giunta non è solo una questione d’inverosimiglianza, ma c’è di mezzo anche la sazietà. Dire che si possa amare per tutta la vita un solo uomo o una sola donna è la stessa cosa che dire che una candela possa ardere per tutta una vita»
“L’affinità spirituale! La comunanza d’ideali!” ripeté quel signore emettendo quel suo caratteristico verso. “Ma in tal caso, scusatemi la volgarità, che ragione c’è di andare a letto?
«Marito e moglie ingannano il mondo pretendendo di vivere un rapporto monogamico, ma in realtà vivono in stato di poligamia. È una cosa schifosa, ma può ancora andare. Ma quando invece marito e moglie assumono esteriormente l’impegno a vivere insieme tutta la vita, che è la cosa che capita più di frequente, e già dal secondo mese di convivenza cominciano ad odiarsi reciprocamente, non desiderano altro che separarsi, eppure continuano a vivere insieme, allora ne vien fuori quel terribile inferno coniugale che spinge la gente ad ubriacarsi, a spararsi, a uccidere il coniuge o perlomeno ad avvelenarsi scambievolmente la vita.”
“Il vizio infatti non consiste in qualcosa di fisico, giacché nessun eccesso fisico costituisce una vera depravazione; la depravazione, l’autentica dissolutezza consiste proprio nell’escludere qualsiasi rapporto morale nei confronti di una donna con cui s’intrattiene un rapporto fisico».
«jeunesse dorée, degli ufficiali, dei parigini!»
“È veramente sorprendente quanta forza abbia l’illusione che la bellezza coincida con il bene. Se ascolti una bella donna che dice delle sciocchezze, tu non senti le sciocchezze, ma ti pare di ascoltare un discorso intelligente. Se lei dice o fa delle porcherie, tu ci vedi qualcosa di grazioso. Se quella poi non dice né delle sciocchezze né delle porcherie, pur essendo bella, be’ allora ti sembra proprio un miracolo d’intelligenza e di elevatezza morale.”
“E da ciò hanno origine questi maledetti jersey, questi fiocchi cuciti sul sedere, nonché le spalle, le braccia e perfino i seni generosamente denudati”
«Se noi potessimo liberarci dell’assuefazione a tutte queste brutture – assuefazione che è diventata per noi quasi una seconda natura – e potessimo vedere la vita delle classi superiori della società così come veramente è, in tutta la sua indecente nudità, ci accorgeremmo che essa è in realtà nient’altro che una grande casa di tolleranza».
«A parlare rigorosamente bisogna dire che le prostitute che esercitano il mestiere per breve tempo vengono comunemente disprezzate, mentre quelle che lo esercitano in permanenza vengono universalmente rispettate»
“La primavera scorsa, dalle mie parti, dei contadini lavoravano al terrapieno di una strada ferrata. Ora la consueta alimentazione di un qualsiasi contadino è costituita da pane, kvas e cipolla, e il contadino è attivo, sveglio e sano e svolge agevolmente il leggero lavoro dei campi. Quando invece lavora per le ferrovie, il suo cibo è costituito dalla kaša da una libbra di carne, ma in compenso egli consuma l’energia fornita dalla carne in ben sedici ore di lavoro trasportando con la carriola trenta pud di terra al giorno”.
«Come gli ebrei si riscattano dall’oppressione a cui sono sottoposti grazie al loro potere economico, così fanno anche le donne. ‘Dunque voi volete che noi siamo soltanto dei commercianti,’ dicono gli ebrei. ‘Ebbene noi vi domineremo facendo i commercianti.’ ‘E voi volete che noi siamo soltanto degli oggetti sessuali,’ dicono le donne. ‘Sta bene: noi vi schiavizzeremo proprio sfruttando il fatto di essere meri oggetti sessuali.’ L’inferiorità della donna nel campo dei diritti sociali non sta nel fatto che essa non può votare e non può diventare giudice di tribunale, giacché l’occuparsi di queste faccende non costituisce in realtà affatto un diritto; bensì essa sta nel fatto che la donna non è pari all’uomo nel rapporto sessuale, nel fatto che essa non ha il diritto di servirsi dell’uomo o di farne a meno a proprio piacere, e non può scegliersi un uomo secondo i propri desideri, invece di esserne scelta.
«Attualmente la donna si vede privata di certi diritti di cui l’uomo invece gode. E così essa, per trovare un compenso a questa privazione di diritti, agisce sulla sensualità dell’uomo e con questo mezzo riesce a dominarlo a tal punto che solo formalmente è lui a sceglierla, mentre in realtà è vero esattamente il contrario»
«Anche prima provavo sempre un sentimento misto di disagio e di paura quando mi capitava di vedere una donna che indossava un elegante abito da ballo, ma adesso quella vista m’incute un vero terrore, vi vedo qualcosa di estremamente pericoloso per gli uomini e perfino qualcosa d’illegale, tanto che mi vien voglia di chiamare un poliziotto perché mi difenda contro quel pericolo, perché tolga di mezzo ed elimini quell’oggetto così pernicioso»
«Io sono convinto che verrà un tempo, e forse anche molto presto, in cui gli uomini capiranno tutto ciò e addirittura si meraviglieranno che sia potuta esistere una società in cui si ammettessero delle così gravi minacce all’ordine pubblico quali quella seducente esibizione del proprio corpo, che eccita così apertamente la sensualità e che viene comunemente permessa nella nostra società»
“Ma io le domando: e perché mai il genere umano dovrebbe perpetuarsi?”
“Come perché? Altrimenti non esisteremmo neppure noi.”
“E perché noi dovremmo esistere?” “Ma naturalmente per vivere.” “E perché dobbiamo vivere? Se non c’è nessuno scopo, se la vita ci è stata data soltanto per la vita, allora non c’è motivo di vivere. In tal caso gli Schopenhauer, gli Hartmann e tutti i buddisti hanno perfettamente ragione. Se invece la vita ha uno scopo, allora è chiaro che essa dovrà finire quando lo scopo sarà raggiunto. Questa è la conclusione che s’impone,”
Il passo del Vangelo, in cui si dice che chi guarda una donna con desiderio ha già peccato sessualmente con lei, si riferisce non soltanto alle donne degli altri, bensì soprattutto alla propria.”
Oggi si parla molto di un nuovo genere di educazione per la donna. Sono tutte sciocchezze; l’educazione che viene oggi impartita alle donne accade con l’emancipazione della donna. La schiavitù della donna consiste semplicemente nel fatto che gli uomini desiderano e considerano perfettamente giusto servirsi del suo corpo come di uno strumento di piacere. E allora dichiarano libera la donna, le riconoscono ogni diritto parificandola in questo agli uomini, ma continuano pur sempre a considerarla come un oggetto di piacere e la educano in modo conforme a ciò”
“La frequentazione del ginnasio o dei corsi universitari non può cambiare la situazione. Essa può essere mutata soltanto da un cambiamento della considerazione in cui gli uomini”
La situazione cambierà solo quando la donna considererà la condizione verginale come la più nobile, e non considererà più, come avviene oggi, una tale condizione, che è in realtà la più elevata condizione umana, come una vergogna e un disonore.
“A quanto sembra, lei non ama i dottori,” osservai io, avendo rilevato il tono particolarmente astioso della sua voce ogni volta che gli capitava di nominarli. “Non si tratta di amarli o non amarli. Il fatto è che essi hanno distrutto la mia vita così come hanno rovinato e rovinano tuttora la vita di migliaia, anzi di centinaia di migliaia di persone, e naturalmente io non posso fare a meno di collegare l’effetto con la causa. Io posso capire che essi vogliano guadagnare più denaro possibile, come del resto anche gli avvocati e tutti gli altri, ma io darei loro molto volentieri la metà delle mie rendite – e chiunque sia in grado di capire cosa essi realmente fanno consegnerebbe loro volentieri la metà del proprio patrimonio – a patto che non s’immischiassero nella nostra vita coniugale e che non ci si accostassero mai troppo da vicino. Io non ho raccolto delle testimonianze in materia, ma conosco decine di casi, e ce n’è un’infinità, in cui essi hanno ucciso il bambino nel grembo materno, assicurando che la madre non era in grado di partorire, mentre invece poi ha partorito benissimo, oppure hanno ucciso la madre stessa con il pretesto di qualche intervento chirurgico. Il fatto è che nessuno tiene conto di questi omicidi, così come non si teneva conto di quelli dell’inquisizione, presupponendo che ciò venisse fatto per il bene dell’umanità. Non sto poi a parlare del fatto che, se ci si attenesse ai loro precetti, con questi pericoli di contagio che essi vedono dovunque, l’umanità marcerebbe non verso l’unione, bensì verso il suo contrario, verso la disunione; stando ai loro precetti, ognuno dovrebbe starsene per conto suo e tenere continuamente in bocca una siringa con acido fenico (del resto, in seguito hanno scoperto che neanche quella aiuta)”
lei ascoltava e leggeva una sterminata quantità di regole estremamente varie e che variavano di continuo. Bisognava dargli da mangiare la… Insomma era proprio come se solo da qualche giorno le donne avessero cominciato a mettere al mondo dei figli! Se non l’aveva allattato al modo giusto, o non gli aveva fatto il bagno come si doveva, all’ora giusta, e poi il bambino si ammalava, ne risultava inevitabilmente che la colpa era sua perché non aveva fatto quel che si doveva fare. Il fatto è che se mia moglie fosse stata un animale vero e proprio, certo non si sarebbe tormentata così; se fosse stata invece un’autentica creatura umana, allora avrebbe avuto fede in Dio, e avrebbe pensato e ripetuto, alla maniera delle vecchie contadine: ‘Iddio ha dato, Iddio ha tolto, tutto accade per volontà di Dio!’
“Non c’è da aver rimorsi perché nella nostra vita di ogni giorno non c’è nemmeno un’ombra di coscienza, a meno che non si voglia chiamare coscienza quella dell’opinione pubblica e del codice penale
Sono soltanto le ragazze ignoranti o le mogli dei soldati a buttare i neonati nello stagno o nel pozzo; quelle, s’intende, bisogna cacciarle in prigione, ma noi invece facciamo le cose pulitamente e in accordo con i nuovi tempi.
Le persone in genere si occupano a coppie della più nobile tra le arti, cioè della musica; in queste occasioni è indispensabile un’intima vicinanza che non ha nulla di pregiudizievole, e soltanto un marito sciocco e geloso può scorgere in ciò qualcosa d’indesiderabile. Eppure tutti sanno benissimo che la maggior parte degli adultèri, nel nostro ambiente, avvengono proprio per mezzo dell’intimità che si stabilisce nel corso di queste occupazioni, e soprattutto quando si fa della musica insieme. sotto l’influenza della musica mi sembra di sentire ciò che in realtà non sento, di capire ciò che non capisco, di poter fare cose che in realtà non posso fare. In Cina la musica è un affare di stato, ed è proprio così che dev’essere. È forse ammissibile permettere che una persona qualsiasi ne ipnotizzi un’altra, o magari molte altre, per farne poi quello che vuole? E soprattutto che l’ipnotizzatore possa essere il primo che capita, magari una persona immorale?
Prenda, per esempio, quel primo ‘presto’ della Sonata a Kreutzer: è forse ammissibile sonare quel pezzo in un salotto affollato di signore in abiti scollati?
‘È vero che lei non è più tanto giovane, le manca un dente di lato ed è un po’ troppo grassa,’ pensavo tra me, mettendomi nei panni
Ma la cosa terribile era che io mi attribuivo un pieno e indiscutibile diritto sul corpo di lei, come se si fosse trattato del mio proprio corpo, e allo stesso tempo sentivo che io non ero in grado di dominare quel corpo, che esso non era mio, e che lei invece poteva disporre di esso come le pareva meglio, e nella fattispecie voleva disporne diversamente da come volevo io.
Io penso che ciò non sia bene. La conclusione che se ne trae è che ciò non deve avvenire.
Non è bene adottare dei mezzi contro la nascita dei bambini, in primo luogo perché ciò libera i coniugi dalle preoccupazioni e dalle fatiche da dedicare alla prole, preoccupazioni e fatiche che debbono servire da espiazione dell’amore carnale; e in secondo luogo perché una tale pratica è estremamente prossima all’azione che più ripugna alla coscienza umana, cioè all’omicidio. E non è bene che non si adotti la continenza nel periodo della gravidanza e dell’allattamento, perché ciò distrugge le forze materiali e soprattutto quelle spirituali della donna.
Il quarto punto consiste nel fatto che nella nostra società, nella quale i figli vengono considerati o un ostacolo al piacere, o un caso disgraziato, o un certo tipo di piacere quando nascono nel numero preventivamente stabilito, nella nostra società i figli vengono educati non in vista di quei compiti della vita umana che si proporranno loro quali esseri amanti e ragionevoli, bensì esclusivamente in vista del piacere che essi possono procurare ai loro genitori. In conseguenza di ciò i figli degli uomini vengono educati come i figli degli animali, giacché la cura e la preoccupazione principale dei genitori non consiste nel prepararli a svolgere un’attività degna di un uomo, bensì (e in ciò i genitori vengono confortati da quella falsa scienza che viene chiamata medicina) nel nutrirli nel modo migliore, nell’accrescere più che possibile la loro statura, nel farli crescere ben puliti, bianchi, ben pasciuti e belli (se ciò non viene praticato nelle classi povere della società ciò è dovuto esclusivamente a un fatto di necessità, ma il modo di pensare è assolutamente lo stesso anche presso quelle classi).
Il primo modo di determinare una condotta morale è quello di assegnare dei precetti e delle regole esteriori: all’uomo vengono indicate certe caratteristiche esteriori degli atti che egli deve o non deve compiere. “Osserva il riposo del sabato, circonciditi, non rubare, non bere bevande alcoliche, non uccidere, dài un decimo dei tuoi averi ai poveri, non fornicare, lavati e prega cinque volte al giorno, prendi il battesimo, fa’ la comunione,” e così via. Tali appunto sono i precetti delle dottrine religiose esteriori, come il bramanesimo, il buddismo, l’islamismo, il giudaismo e la dottrina ecclesiastica che viene ingiustamente chiamata cristiana. L’altro modo è quello di indicare all’uomo un ideale di perfezione per lui inattingibile, ma a raggiungere il quale egli avverte sempre in sé l’aspirazione; all’uomo viene così indicato un ideale riferendosi al quale egli può sempre scorgere tutta la distanza che lo separa da esso. “Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua ragione, e ama il tuo prossimo come te stesso. Siate perfetti come lo è il Padre vostro che è nei cieli.”
Il controllo dell’obbedienza alla dottrina di Cristo sta nella coscienza dell’impossibilità di adeguarsi alla perfezione dell’ideale. (Non si può vedere il grado in cui ci siamo avvicinati all’ideale, bensì solo la distanza che ci separa dalla sua perfetta attuazione.)
L’uomo che professa una dottrina esteriore è come un uomo che sta nella luce proiettata da un fanale attaccato a un palo. L’uomo sta nel raggio di luce del fanale, lì ci vede bene, ma non può spingersi più avanti in nessuna direzione. L’uomo che professa la dottrina di Cristo è simile a uno che porta davanti a sé un fanale appeso ad un’asta più o meno lunga: la luce pertanto è sempre davanti a lui e lo incita continuamente a seguirla aprendogli dinanzi uno spazio illuminato sempre nuovo che lo attira verso di sé.
le persone del nostro mondo si sono staccate da una sponda, ma non sono approdate all’altra;
Presso i maomettani, ad esempio, esiste il fenomeno delle odalische e della poligamia, ma contenuto dentro limiti ben precisi. Da noi, invece, regna la più completa depravazione; abbiamo anche noi le nostre odalische, la poligamia e la poliandria, ma libere ed esenti da qualsiasi regola, e per giunta dissimulate sotto la maschera di una monogamia solo immaginaria.
Rubrica che ne ho tratto per Il Fatto dell’8 marzo 2022
Amare «Dire che si possa amare per tutta la vita un solo uomo o una sola donna è la stessa cosa che dire che una candela possa ardere per tutta una vita»
Letto «L’affinità spirituale! La comunanza d’ideali! Ma in tal caso, scusatemi la volgarità, che ragione c’è di andare a letto?»
Eccessi «Nessun eccesso fisico costituisce una vera depravazione; la depravazione, l’autentica dissolutezza consiste proprio nell’escludere qualsiasi rapporto morale nei confronti di una donna con cui s’intrattiene un rapporto fisico»».
Classi superiori «Se noi potessimo vedere la vita delle classi superiori della società così come veramente è, in tutta la sua indecente nudità, ci accorgeremmo che essa è in realtà nient’altro che una grande casa di tolleranza».
Prostitute «A parlare rigorosamente bisogna dire che le prostitute che esercitano il mestiere per breve tempo vengono comunemente disprezzate, mentre quelle che lo esercitano in permanenza vengono universalmente rispettate».
Scopo «Ma io le domando: e perché mai il genere umano dovrebbe perpetuarsi?» «Come perché? Altrimenti non esisteremmo neppure noi» «E perché noi dovremmo esistere?» «Ma naturalmente per vivere» «E perché dobbiamo vivere? Se non c’è nessuno scopo, se la vita ci è stata data soltanto per la vita, allora non c’è motivo di vivere. In tal caso gli Schopenhauer, gli Hartmann e tutti i buddisti hanno perfettamente ragione. Se invece la vita ha uno scopo, allora è chiaro che essa dovrà finire quando lo scopo sarà raggiunto. Questa è la conclusione che s’impone».
Vangelo «Il passo del Vangelo, in cui si dice che chi guarda una donna con desiderio ha già peccato sessualmente con lei, si riferisce non soltanto alle donne degli altri, bensì soprattutto alla propria».
Diritto «Ma la cosa terribile era che io mi attribuivo un pieno e indiscutibile diritto sul corpo di lei, come se si fosse trattato del mio proprio corpo, e allo stesso tempo sentivo che io non ero in grado di dominare quel corpo, che esso non era mio, e che lei invece poteva disporre di esso come le pareva meglio, e nella fattispecie voleva disporne diversamente da come volevo io».
Figli Il quarto punto consiste nel fatto che nella nostra società, nella quale i figli vengono considerati o un ostacolo al piacere, o un caso disgraziato, o un certo tipo di piacere quando nascono nel numero preventivamente stabilito, nella nostra società i figli vengono educati non in vista di quei compiti della vita umana che si proporranno loro quali esseri amanti e ragionevoli, bensì esclusivamente in vista del piacere che essi possono procurare ai loro genitori. In conseguenza di ciò i figli degli uomini vengono educati come i figli degli animali, giacché la cura e la preoccupazione principale dei genitori non consiste nel prepararli a svolgere un’attività degna di un uomo, bensì (e in ciò i genitori vengono confortati da quella falsa scienza che viene chiamata medicina) nel nutrirli nel modo migliore, nell’accrescere più che possibile la loro statura, nel farli crescere ben puliti, bianchi, ben pasciuti e belli (se ciò non viene praticato nelle classi povere della società ciò è dovuto esclusivamente a un fatto di necessità, ma il modo di pensare è assolutamente lo stesso anche presso quelle classi).
Presto «Prenda, per esempio, quel primo ‘presto’ della Sonata a Kreutzer: è forse ammissibile sonare quel pezzo in un salotto affollato di signore in abiti scollati?».
Notizie tratte da Lev Tolstoj Sonata a Kreutzer (1887-1889) Feltrinelli, 160 pagine, € 8
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