ItaliaOggi, 5 marzo 2022
Periscopio
Le forze russe sono preponderanti, l’Ucraina sa che in un combattimento frontale soccomberebbe. Ecco perché mette le truppe nelle periferie dei centri per causare perdite all’avversario. Domenico Rossi già generale di corpo d’armata dell’Esercito. Alessandra Ricciardi (ItaliaOggi).
In The day after, un film del 1983 si ipotizzava una guerra nucleare fra Usa e Urss. Tutti dicevano sono semplici minacce. E invece nel film qualcuno il bottone lo schiaccia davvero, e «il giorno dopo» il mondo è un immenso cimitero. Vogliamo sdrammatizzare? Ricordo una formidabile battuta di Stanisaw Jerzy Lec, geniale scrittore polacco nato nel 1909, guarda caso, a Leopoli, Ucraina: «Non aspettatevi troppo dalla fine del mondo». Speriamo che finisca così, con un sorriso. Michele Brambilla. QN.
Se l’Europa è decisa, ferma e compatta, entro sei mesi salterà il tappo. La Russia di oggi non reggerà all’isolamento perché non è più quella di trent’anni fa, che il comunismo sovietico aveva allenato all’isolamento, alle rinunce, alla miseria. La ricordo bene la Russia del 1963, deserta, spaventata, triste e tetra. Ricordo gli ambulacri bui del Leningràdskaja Hoteli, con le dijournai grasse e ondeggianti che stazionavano ai quattro angoli dei corridoi del piano per prendere nota di quante volte uscivo dalla stanza. Si contavano sulle dita di una mano i turisti stranieri sulla Piazza Rossa o al Gum dove facevano i conti col pallottoliere, non si poteva avere un conto in banca, la carta igienica e il sapone da barba dovevano arrivare da Copenaghen, non era permesso di andare all’estero se non per motivi di Stato. Gianni de Felice. (ItaliaOggi).
L’azione dell’Onu contro la Russia di Putin è stata paralizzata dal veto dell’aggressore ma la Risoluzione è passata in Assemblea col voto contrario di soli quattro Paesi oltre la Russia. Le leggo i nomi: Bielorussia, Corea del Nord, Siria ed Eritrea. Potremmo mai limitarci a sostenere l’Ucraina moltiplicando le parole ma lasciandole la sola alternativa di arrendersi? Sarebbe meglio arrossire in silenzio. Arturo Parisi, ex ministro della Difesa, governo Prodi. (Alessandra Ricciardi). ItaliaOggi.
I Paesi “annessi” al blocco Nato sono stati forzati o lo hanno fatto spontaneamente? Davvero sono stati tutti rapiti mentre morivano dalla voglia di finire in bocca al neozarista? Uno che con la libertà è incompatibile, che non tollerava uno Stato democratico alle porte, che non ha mai digerito la fine del comunismo e dal 1999 stringe la Madre Russia in un pugno di ferro, dopo averla ereditata da Eltsin, a capo di una cricca di personaggi preoccupanti, del quale fu delfino? L’economista russo Serghei Guriev, emigrato in Francia dove insegna all’Istituto di studi politici di Parigi, è convinto che la crisi ucraina sia stata creata «per distogliere l’attenzione dai problemi interni alla Russia: la lotta alla pandemia è fallita, i redditi della popolazione non crescono, ci sono mille prigionieri politici. E con l’introduzione delle sanzioni economiche non accadrà alcuna catastrofe macroeconomica, ma le persone dovranno dire addio alla crescita del proprio reddito». Carlo Valentini. ItaliaOggi.
È un fatto che la Nato si sviluppò in funzione nemica (ben più che ostile) al patto di Varsavia e dunque all’Unione Sovietica che ne era magna pars. Il crollo sovietico, tuttavia, non produsse lo smantellamento della Nato: politici e burocrati, militari e dirigenti, ne avevano bisogno per motivare sé stessi. È molto più immediato dimostrare la superfluità di un ente che non riuscire a sopprimerlo. Così la Nato andò ampliandosi sempre più, assorbendo gli Stati già del Patto di Varsavia, esclusa ovviamente la Russia. Marco Bertoncini. ItaliaOggi.
Nei confronti dell’Est Europa, inoltre, c’era una grande tradizione di collegamento tra la diplomazia vaticana di Roma e i cardinali e i vescovi francesi e tedeschi capaci di far sentire fortissimo il peso della Chiesa. Basti pensare ai Papi del passato che svolsero opera di mediazione in momenti delicatissimi, come Papa Pacelli che, per fermare il massacro degli ebrei, fece parlare in privato il suo Segretario di Stato, cardinal Maglione, con Von Weiszacker, senza andare in ambasciate o chiamare la radio. Ma con Francesco, tutta questa tradizione è saltata: una vera e propria corazzata in giro per il mondo sostituita da una Fiat 500 in giro per via della Conciliazione. Le vie del Signore sono infinite. Luigi Bisignani. Il Tempo.
Quando restituì le bozze, il 13 maggio 1940, il cordone ombelicale che l’aveva legata per due anni a Biografia di Roger Fry fu finalmente reciso; 319 giorni più tardi, il 28 marzo 1941, VirginiaWoolf si uccise gettandosi nel fiume Ouse. Scrisse: «Questi 319 giorni di lenta e inesorabile discesa nel baratro sono stati i più atroci e tormentati della mia vita. La mia sfera privata, la storia inglese e la Londra di malta e mattoni, che costituivano gli elementi fondamentali del mio mondo, furono completamente disintegrati». Diego Gabutti. ItaliaOggi.
In Germania ricorda la notte di Capodanno del 2015, quando duemila giovani arabi ubriachi a Colonia aggredirono un migliaio di donne tedesche. Difficile identificarli, e nessuno dei fermati fu espulso. E molti di loro erano appena giunti con l’esodo di settembre. Fu il Wendepunkt, la svolta, per l’opinione pubblica: i tedeschi si sentirono traditi. Tutti i miei amici, ognuno a suo modo, si è impegnato per aiutare gli immigrati, e sono rimasti delusi. Roberto Giardina. ItaliaOggi.
Draghi ha una personalità politica molto forte. E politico è il suo approccio. Basti guardare a quello che ha fatto in Europa: ha mandato il suo ministro dell’economia Daniele Franco a dire che il rigore va bene, ma non il rigore che porta all’austerità e che il patto di stabilità va rivisto. Con Draghi l’Italia ha acquisito un protagonismo in Europa che non aveva mai avuto. Ha competenza e affidabilità, le doti che servono per farsi sentire. Draghi governa senza alzare la voce. Gli altri ruggiscono, e non fanno paura a nessuno, sono tigri di carta. Ugo Finetti (Alessandra Ricciardi). ItaliaOggi.
Io sto da tutta la vita con la stessa donna. Senza di lei non avrei fatto niente. Graziella aveva 19 anni e vendeva latte alla fiera del Tartufo di Alba. Passai davanti al suo stand cantando “Bevete più latte, il latte fa bene…”. Ci sposammo quasi subito. Prima notte di nozze in tenda, sotto il Monte Rosa. Poi la portai a Venezia, in una pensione a una stella. Oscar Farinetti, patron di Eataly (Aldi Cazzullo). Corsera.
Chi governa quasi sempre ruba. L’importante è che governi bene e non rubi troppo. Roberto Gervaso, scrittore.