Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2022  marzo 05 Sabato calendario

Se la guerra frena il partito del voto


L’elenco è lungo e ancora incompleto. Dopo la riforma del catasto, salvata per un voto e per un soffio, la prossima settimana dovranno essere votati oltre 400 emendamenti in materia fiscale (Irpef e Irap); e poi i testi della riforma della concorrenza (leggi: balneari), decreto Sostegni ter, la riforma degli appalti, tutti terreni ideali per nuove spaccature. E non è affatto detto, al di là delle posizioni politiche di Forza Italia e Lega all’interno della maggioranza, che Draghi non scivoli sulla classica buccia di banana. Ma di qui a una crisi di governo, ne corre. L’Italia che si prepara ad accogliere i primi gruppi di profughi ucraini ed è impegnata in prima linea con tutto il gruppo dirigente dell’Europa non può consentirsela.
La guerra in Europa, con le responsabilità crescenti che stanno investendo i leader di tutti i Paesi dell’Unione, ha introdotto una nuova emergenza di cui nessuno è in grado di prevedere le dimensioni o la durata. I partiti che si preparavano alla campagna elettorale per le amministrative, e subito dopo, senza soluzione di continuità, a quella per le politiche del prossimo anno, faticano a rendersene conto. Sognavano da mesi l’uscita dalla stagione del Covid come l’occasione di un “liberi tutti” in cui ciascuno avrebbe potuto giocare le sue carte per raccogliere consensi. Invece si trovano stretti di nuovo nella rete di una congiuntura internazionale delicatissima in cui non sanno come muoversi.
Nei sondaggi che per due anni avevano visto in cima alle preoccupazioni degli italiani la pandemia e i rischi per la sopravvivenza, il Covid è stato sostituito tutt’insieme dai timori per la guerra. In questa cornice tentare di ricavarsi un po’ di visibilità con il vecchio sistema del fare l’opposizione stando al governo non funziona. Si vede dalla difficoltà in cui si trova Salvini, intento a progettare un’improbabile missione di pace in Ucraina, dove probabilmente non potrà neppure arrivare. Ma indicativo è anche il ribollire interno di Forza Italia, con Berlusconi che non intende allinearsi, né sul programma di governo né contro Putin.
Da sempre l’emergenza è la stagione migliore per chi guida un governo e la peggiore per chi deve sostenerlo, senza margini di manovra. L’Ucraina, dopo il Covid, ne dà una conferma.