La Stampa, 5 marzo 2022
Davide può battere Golia?
Alessandro Orsini dice da giorni che l’Ucraina è perduta, le armate russe sono soverchianti ed è soltanto questione di tempo: poiché Stati Uniti ed Europa non hanno la forza d’intervenire direttamente, per il giusto timore di una devastante guerra nucleare, sarebbe meglio trattare con Putin la resa di Kiev. Apprezzo Orsini – ne sono stato un lettore prima di conoscerlo di persona – e so di essere romantico e forse patetico, la pelle non è la mia ed è facile fare gli eroi da una tastiera, ma mi preme di ricordare che la storia dell’umanità si fonda anche sul libro biblico di Samuele: «Dall’accampamento dei Filistei uscì uno sfidante, chiamato Golia, di Gat; era alto sei cubiti e un palmo. Aveva in testa un elmo di bronzo ed era rivestito di una corazza a piastre, il cui peso era di cinquemila sicli di bronzo. Portava alle gambe schinieri di bronzo e un giavellotto di bronzo tra le spalle. L’asta della sua lancia era come un cilindro di tessitori e la punta dell’asta pesava seicento sicli di ferro». Davide, sconsigliato da tutti per la sproporzione della forza, sfidò comunque Golia, e siccome era così minuto da non riuscire a camminare con l’armatura che gli avevano messo addosso, se ne liberò. Poi «cacciò la mano nella sacca, ne trasse una pietra, la lanciò con la fionda e colpì il filisteo in fronte. La pietra s’infisse nella fronte di lui che cadde con la faccia a terra». Per millenni Davide si è ribellato a Golia, talvolta ce l’ha fatta, più spesso no, ma se lo ha fatto è perché pensava fosse l’unica cosa dignitosa. Però lo so, oggi è niente più di romanticheria, e so che lasceremo Kiev al suo destino.