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 2022  marzo 05 Sabato calendario

L’attacco alla centrale minuto per minuto

È iniziata con l’allerta di una catastrofe nucleare sei volte peggiore di quella di Chernobyl. Minuto per minuto, cos’è successo ieri, nono giorno dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina.
00.08 della notte tra il 3 e il 4 marzo
Il primo a lanciare l’allarme è il sindaco di Enerhodar, Dmitry Orlov, ci sono fiamme nella centrale nucleare di Zaporizhzhia, spiega. La notizia viene rilanciata da fonti non ufficiali su Twitter. È la centrale più grande di Europa. Quaranta minuti più tardi arriva la conferma dal ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba: la centrale è stata colpita dai raid russi. Se dovesse esplodere sarebbe un disastro sei volte peggiore di quello di Chernobyl.
Ore 7.26
Alle prime luci del mattino, dopo una telefonata con il presidente Usa Joe Biden, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dice: «Europei, per favore svegliatevi!» e ribadisce la richiesta di intervento della Nato. Afferma anche di essere in contatto con i leader di Stati Uniti, Regno Unito, Ue, Germania e Polonia, nonché con l’Agenzia internazionale per l’energia atomica. Poi un’ora dopo i servizi di emergenza ucraini confermano di essere riusciti a spegnere l’incendio nella centrale. Il primo sospiro di sollievo dopo sette ore.
Ore 8.50
Dopo che una nave mercantile è stata affondata appena uscita dal porto di Odessa mercoledì, l’esercito ucraino afferma che la Russia sta inviando navi da sbarco anfibie per catturare il più importante porto del Mar Nero. È l’ultimo fronte dell’invasione. Due ore più tardi i leader di tutto il mondo accusano la Russia di mettere in pericolo la sicurezza di un intero continente. Il bilancio ora è di 148 morti solo a Chernihiv, città di 300.000 abitanti che si trova nel nord del Paese, vicino ai confini con Russia e Bielorussia.
Ore 13
Il presidente ucraino Zelensky afferma che l’attacco russo alla centrale nucleare di Zaporizhzhia potrebbe aver causato una distruzione pari a «sei Chernobyl». Poco dopo il presidente russo Putin avverte di non esacerbare ulteriormente la situazione con le sanzioni e ribadisce che tutte le azioni intraprese finora dall’esercito russo sono state compiute «esclusivamente in risposta ad alcune azioni ostili contro la Federazione Russa». Intanto l’Alto commissariato per le Nazioni Unite aggiorna il numero dei rifugiati: sono oltre 1,2 milioni le persone fuggite dall’Ucraina dall’inizio dell’invasione russa, 171.000 persone in più rispetto al giorno prima.
Ore 16
L’Ucraina smentisce la notizia diffusa nuovamente da media russi secondo cui il presidente Zelensky si sarebbe spostato in Polonia. «Il presidente è ancora a Kiev» si legge sul profilo Twitter della Rada, il Parlamento ucraino. Gli Usa specificano come le forze russe siano ancora a circa 25 chilometri dal centro di Kiev e rimangono a 10 chilometri fuori dai centri di Chernihiv e Kharkiv nel nord in Ucraina. A Mariupol il sindaco lancia un ultimo disperato Sos: abbiamo finito l’acqua. In una telefonata con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il presidente russo Vladimir Putin ribadisce che un’intesa con Kiev è possibile solo «se tutte le richieste russe» vengono soddisfatte.
Ore 17.30
L’ambasciatore russo all’Onu dichiara che la centrale nucleare vicino alla quale si sono svolti combattimenti la scorsa notte è operativa e non c’è minaccia di fuoriuscita di materiale radioattivo. A proposito del medesimo scenario il New York Times riporta che l’incendio che ha danneggiato l’impianto è arrivato a circa 450 metri dai reattori.
Ore 18.45
Già oggi o al massimo domani fissato il terzo round di negoziati. Putin «ha informato il cancelliere tedesco Scholz» fanno sapere dalla Germania. L’Ucraina chiede la partecipazione di mediatori internazionali. Kiev propone che l’incontro si tenga in Turchia, Polonia o Ungheria. Così come riferito da Mikhail Podolyak, consigliere di Volodymyr Zelensky.
Ore 19
Suonano di nuovo le sirene d’allarme a Kiev. Putin ha firmato la legge che introduce condanne fino a 15 anni di carcere per chi «intenzionalmente» diffonde notizie false sulle forze armate del Paese. La commissione per i diritti umani dell’Onu dice sì all’apertura di un’indagine sulle violazioni dei diritti umani commesse dai russi durante l’aggressione all’Ucraina.
Ore 21.10
Il colosso francese del lusso LVMH annuncia la chiusura temporanea di tutte le sue 124 boutique in Russia. Lo ha reso noto il gruppo guidato da Bernard Arnault. Il gruppo controlla tra gli altri i marchi Vuitton, Dior e Bulgari. Altrettanto fanno le catene di Hermès e Chanel.