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 2022  marzo 05 Sabato calendario

OLIGARCA, OVUNQUE SARAI TE PIZZICAMO – L’ITALIA MENA SUI MULTIMILIARDARI RUSSI: DOPO IL SEQUESTRO DEI DUE MEGAYACHT RICONDUCIBILI A GENNADIJ TIMCHENKO E ALEXEY MORDASHOV, SONO STATI SEQUESTRATI BENI PER CIRCA 140 MILIONI DI EURO AD ALCUNI DEI 26 SOGGETTI COLPITI DALLE SANZIONI - L'UFFICIO DI INFORMAZIONE FINANZIARIA DI BANKITALIA HA CHIESTO ALLE BANCHE ITALIANE DI COMUNICARE LE MISURE DI CONGELAMENTO - SIGILLI ALLA VILLA IN TOSCANA DI OLEG SAVCHENKO -

Due megayacht, riconducibili a Gennadij Timchenko e Alexey Mordashov, sono stati sequestrati ieri dalla Guardia di finanza. Sono i primi atti concreti delle misure messe in atto in Italia delle sanzioni decise in ambito europeo.

Ieri sera le pattuglie del Nucleo Mobile delle Fiamme Gialle di Imperia messo i sigilli al «Lady M», ormeggiato nel porto della città ligure. Lo yacht, 60 metri, è di proprietà di Alexey Mordashov, 56 anni, titolare del pacchetto di maggioranza di Severstal, società che opera nei settore energia, siderurgia e delle miniere. 

Nonché azionista di Rossiya Bank, detta «la banca di Putin», stimato di un patrimonio personale - aggiornato da Forbes a ieri - di 18 miliardi di dollari. Secondo le sanzioni Ue, Mordashov «è responsabile di aver fornito supporto materiale e finanziario e di aver beneficiato dell'annessione della Crimea e la destabilizzazione dell'Ucraina» Stessa sorte per il «Lena», lo yacht dell'oligarca Gennady Timchenko, magnate dell'energia e delle infrastrutture, socio di Novatek e di Sibur Holding nonché amico personale del presidente russo Putin dai tempi del municipio di San Pietroburgo. 

Il quaranta metri è attraccato alla banchina di Portosole, a Sanremo. Ieri, due passaggi essenziali per arrivare ai primi provvedimenti: l'Ufficio di informazione finanziaria (Uif) di Bankitalia ha chiesto alle banche italiane di comunicare «le misure di congelamento applicate ai soggetti» colpite dalle sanzioni decise in ambito comunitario nei giorni scorsi in seguito all'invasione dell'Ucraina. 

L'Uif ha chiesto «ogni possibile anticipo rispetto al termine massimo di 30 giorni» indicato dalla legge. Bankitalia chiede agli istituti di indicare anche «denominazioni dei soggetti coinvolti, l'ammontare e la natura dei fondi o delle risorse economiche». La comunicazione «deve essere effettuata anche al Nucleo speciale polizia valutaria della Guardia di Finanza». Sempre ieri si è riunito anche il Comitato di sicurezza finanziaria presso il Mef. 

Nella riunione, si legge in una nota del Mef, «è stata condotta una ricognizione delle misure di congelamento di fondi, risorse economiche mobili e immobili, sinora adottate nei confronti delle persone ed entità russe» colpite dalle sanzioni. Il comitato è composto da rappresentanti del Mef, dell'Interno, della Giustizia, degli Affari Esteri, della Banca d'Italia, della Consob, dell'Isvap, dell'Unità di informazione finanziaria, della GdF, della Dia, dei Carabinieri e della Direzione nazionale antimafia. 

Al momento, oltre ai due yacht in Liguria, sono stati sequestrati beni per circa 140 milioni di euro, che comprendono, si apprende, «beni mobili e immobili» di proprietà di alcuni dei 26 soggetti colpiti dalle sanzioni Ue. La Finanza, tra gli alti, ha messo i sigilli alla villa in toscana di Oleg Savchenko. Della lista, hanno immobili riconducibili in Italia, oltre a Mordashov, anche Alisher Usmanov, Petr Aven e Mikhail Fridman. Mario Draghi sta poi promuovendo un'altra iniziativa: è riuscito a convincere, in seno al G7, alla creazione del «registro mondiale degli oligarchi» anticipato nel suo discorso al Parlamento di lunedì scorso. 

Bruxelles sta ora valutando l'adozione di un nuovo pacchetto di sanzioni. Tra le possibili misure in discussione: altri oligarchi sulla black list, altre banche fuori dal circuito Swift, lo stop alle importazioni di alcuni prodotti e il blocco dei porti alle navi russe (come fatto per lo spazio aereo). Reuters parla inoltre di una mossa Usa-Ue per impedire alla Russia di beneficiare dei suoi diritti di prelievo speciali presso l'Fmi, mentre sullo sfondo resta la possibilità di ampliare le sanzioni al settore energetico, in particolare per quanto riguarda la compravendita di petrolio e gas. 

Sanzioni contro la Russia sono arrivate anche dalla Svizzera, tradizionale «rifugio» finanziario e non solo di molti oligarchi russi. Ieri alle 18 le autorità elvetiche hanno bloccato i conti bancari riconducibili ad alcuni oligarchi, e l'esportazione in Russia di tutti i beni che potrebbero contribuire al rafforzamento militare e tecnologico del Cremlino o allo sviluppo del suo settore di difesa e di sicurezza. Inoltre, non sono più consentite le transazioni con la Banca centrale russa.