Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2022  marzo 05 Sabato calendario

FORZA ITALIA IN ROSSO: I PARLAMENTARI NON PAGANO LE QUOTE! UNO SU TRE E’ MOROSO TRA CUI MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI E MARA CARFAGNA – IL TESORIERE ALFREDO MESSINA: “RISCHIAMO DI RESTARE A CORTO DI FONDI PER LE PROSSIME CAMPAGNE ELETTORALI. E DA NOI IL CONTRIBUTO È DI 900 EURO MENSILI, UNO DEI PIÙ LEGGERI RISPETTO AI 2 MILA DEL PD E AI 3 MILA DELLA LEGA” -

Non è argent de poche. «È un bel guaio», ammette Alfredo Messina, senatore e commissario-tesoriere di Forza Italia. Proprio mentre il partito di Berlusconi tenta il rilancio, la cassa piange, perché i parlamentari non pagano le quote. Oltre uno su tre è moroso. C'è anche qualche nome eccellente negli elenchi top-secret conservati nel quartier generale di San Lorenzo in Lucina, Roma centro, ristretto a un piano proprio per mancanza di liquidità (in principio i piani erano due, con portineria, pure quella dismessa).

Nei rendiconti ufficiali, per esempio, mancano i pagamenti della seconda carica dello Stato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, e perfino di un ministro, Mara Carfagna. La bega dei rimborsi sembrava appannaggio del bizzoso universo M5S. E invece Anche fra le truppe berlusconiane in molti «sono distratti», per dirla in modo gentile, come fa Messina. Ma il problema, appunto, è serio: il rischio, spiega il tesoriere, è di essere a corto di fondi «per le prossime campagne elettorali».

Dalle comunali di giugno alle politiche del 2023. Anche la convention che i vertici azzurri stanno organizzando per aprile a Roma, stile Calenda, è in forse: chi paga? «Pensare che la nostra quota è molto più bassa rispetto agli altri partiti», si rammarica Messina, ex Fininvest e Mediaset. «Guardate il Pd!». Dove i parlamentari sborsano quasi 2mila euro al mese. Nella Lega il pedaggio è ancora più salato: 3mila euro. «Da noi invece il contributo è di 900 euro mensili, uno dei più leggeri».

Eppure tanti non pagano. Quanti? «Almeno il 30%». Le liste dei morosi, come detto, sono sottochiave. Anche se nelle chat e nei conversari di deputati e senatori, soprattutto quelli puntuali a pagare, circolano velenosamente alcuni nomi. Messina non ne fa, «se ne dico due - spiega - sembra che tutti gli altri siano in regola. Invece è un problema che riguarda in parecchi. Guardate i nostri rendiconti».

Nei documenti ufficiali non è pubblicato l'elenco di chi non paga, ma quello di chi paga sì: quindi, per sottrazione, qualche considerazione si può trarre. Nell'elenco dell'ultimo bilancio, approvato a luglio del 2021 e che riguarda l'esercizio 2020, sono annotati tutti i contributi ricevuti. Nella lista (133 nomi, su 141 tra deputati, senatori ed europarlamentari iscritti a FI), in 29 hanno bonificato meno di 3mila euro l'anno, al posto dei 10.800 chiesti dal partito. Renato Schifani per esempio, da bilancio, nel 2020 ha pagato solo 1.800 euro. Qualche big è proprio introvabile nella lista.

Per esempio la ministra Carfagna, mentre i colleghi Gelmini e Brunetta (che ha versato addirittura mille euro in più) vengono citati. «Non ci risultano quote non pagate, ma stiamo verificando con il commercialista », spiegano dallo staff della ministra del Sud. Resta il dubbio: l'errore è nel rendiconto di FI o del commercialista di Carfagna? Tra i nomi di chi ha pagato, sia nel 2019 che nel 2020, non compare mai Casellati. Un'altra svista del commercialista? «Effettivamente questi pagamenti, sia per Casellati, che per Carfagna nel 2020, non risultano nel re ndiconto - ammette Messina - Forse per la presidente del Senato c'è un tema legato alla sua carica, avrà fatto alcuni ragionamenti. Per Carfagna magari ha pesato una sua distanza, in alcune fasi, rispetto al partito». Entreranno in azione gli avvocati? «Abbiamo ragionato su alcune azioni esecutive - risponde il tesoriere Messina - ma io vorrei evitare. I solleciti però li ho mandati».