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 2022  marzo 04 Venerdì calendario

CORRADO GUZZANTI VISTO DAL PADRE PAOLO - ''LA CIFRA EMERGENTE FRA LE SUE PERSONIFICAZIONI DA LABORATORIO DI FRANKENSTEIN È IL NONSENSE DI CUI GLI ‘MBUTI FUNZIONANO COME LA PIPA DI MAGRITTE, IL QUALE GARANTIVA CHE QUELLA NON FOSSE UNA PIPA. MI SEMBRA, OGGI PIÙ CHE MAI, SIA NECESSARIO UN RIVOLUZIONARIO CHE ASFALTI IL REALE METTENDO LA PRORA VERSO IL SURREALE COME FINORA SOLTANTO CHARLIE CHAPLIN E WOODY ALLEN" -

  Il direttore mi chiama e mi dice: “Hai visto tuo figlio Corrado da Fazio? Ormai è il decano dei comici italiani che lo guardano in modo adorante, e lo chiamano Maestro». Mi si gela il sangue: «Mi stai chiedendo di scrivere di mio figlio?». Da decenni abbiamo una sorta di convenzione che vieta ogni riferimento pubblico fra me e i miei figli attori, commedianti comici, un po’ filosofi e molto diversi fra loro.

  Dovrei dire di no ma in realta accetto perche i tempi sono cambiati: io sto invecchiando anche se non me ne accorgo e vorrei dire qualcosa di meno scontato. Così, sono andato a vedermi la registrazione dell’ospitata a "Che tempo che fa" con Virginia Raffaele e MagoForest, quindi sono corso su "Lol", seconda stagione, un format di successo in cui i comici di ogni Paese si esibiscono avendo come pubblico se stessi, ma non debbono ridere o sono espulsi. Credo siano stati i giapponesi gli inventori della formula e anche gli unici che la rispettano sul serio.

Corrado ha perfezionato le sue arti di scena e ha fatto fare un salto sulla sedia vederlo usare un registro di voce baritonale da usare soltanto quando risponde alle piccole interviste che fanno parte dello show.

Ed è ovviamente lì che trovo un’altra persona, grappoli di altre persone dall’incerta identità come la sua Vulvia, ridotta a una maschera puerilmente trasandata e involontariamente sexy, divulgatrice scientifica scaturita dal quesito esistenziale «sapevatelo?», una creatura equivoca, impegnata in enigmi storici del genere: «Che cosa spingeva i cavalieri a combattersi fra di loro? C’era davvero qualcuno che li spingeva? Spingitori di cavalieri! Su Rie-ducational Channel».

Ma anche i personaggi invecchiano ed ecco Vulvia trasformata in una smandrappata culona claudicante che difende la siesta di un marito invisibile e inquietante. La cifra emergente fra le sue creazioni e il nonsense di cui gli ‘mbuti – migliaia di imbuti multicolori e siderali - funzionano come la pipa di Magritte, il quale garantiva che quella non fosse una pipa. Perche sfuggire alla banalità così protesa verso il futuro?

Mi sembra, oggi più che mai, sia necessario un rivoluzionario che asfalti il reale mettendo la prora verso il surreale come finora soltanto Charlie Chaplin e Woody Allen, e non escluderei che Corrado sia sulla buona strada, quella strada. La sua vocazione più recente di fare cucu' attraverso le colonne d’Ercole del surrealismo credo gli consenta di impugnare lo scettro di maestro, il grande comico che ora c’è e ora non c’è e chissa dov’è, anzi non è, o quasi.



Le sue personificazioni da laboratorio di Frankenstein - come quelle antiche di Bossi e Tremonti nella riedizione del Sorpasso di Dino Risi in chiave pre-gay, o il suo Rutelli albertosordato, che dice «Ah Berlusco, t’avemo portato l’acqua coll’orecchie, adesso aricordate dell’amici...»; o il Bertinotti che disfa la sinistra suonando i campanelli di notte (e il vero Fausto ne e entusiasta) con altre genialità progressive tra cui il Prodi-semaforo immobilista mi stupiscono e incuriosiscono: il catalogo dovrebbe partire dal critico Rokko Smitherson allo studente Lorenzo - nuovo Pinocchio della nuova scuola conformista italiana fondata sulla gobba di Leopardi che si chiude a scatto come una trappola per topi - fino ai nuovi giganti come Aniene, uno sprovveduto semideo mezzo Asterix e mezzo supereroe, teleguidato da un padre celeste che parla in romanesco ultraterreno e che pretende di produrre per Netflix Il trono di spago.

Ma più che altro trovo che la sua punta di lancia sia l’inarrivabile padre Navarro, pasciuto gestore del marchio commerciale vaticano, ateo ma aperto alla fisica quantistica, impegnato in una fusione commerciale fra cattolicesimo e Disney Channel.

Provo a mitizzare anch’io ricordando che il bambino Corrado, detto Coro dal vicinato, giunto da un parallelo iperspazio portandosi sia i superpoteri sia la kryptonite e che era capace di produrre arte immediata: musica, sculture didattiche per la sorella Caterina usando il terriccio e radici del giardino. Ma qui si incorre già nel reato di iconografia. Sul piano personale io e Corrado credo, penso, spero, siamo andati avvicinandoci ulteriormente usando una scala a pioli, ma tarlata.

Lui sostiene che l’homo sapiens-sapiens abbia fallito. Io pensavo invece con ottimismo che avesse preformato un’eccellente evoluzione, e che proprio lui ne fosse uno dei risultati più brillanti. Ma ecco che arriva la guerra (dopo l’epidemia e poi forse le cavallette) e la bomba. Proprio quella atomica di cui cantavano i Giganti: «Noi non abbiamo paura della bomba» perche non abbiamo nulla da perdere.

Noi sì, che abbiamo da perdere: eccoci di ritorno all’età della pietra con un missile subsonico nel portabagagli con cui arrecare morte e catastrofe ovunque se ne senta la mancanza. L’umorismo potrebbe aver bisogno di entrare in clandestinità, ma questi sono pensieri apocalittici, benché ragionevoli, sul futuro e cerco di dar forma a quel che scrivo sul figlio, che suonerebbe piu o meno così: io sono all’ultimo round dal momento che la fine è nota, ma finora con l’immeritata presunzione di lasciare il “mondo migliore di come l’hai trovato” dopo ottant’anni di burrascosa pace.   Oggi invece potremmo tornare al quadretto numero uno del gioco dell’oca umano e la risorsa comunque eversiva dell’umorismo rischia gli arresti o la fuga. Non lo sappiamo, ma dobbiamo temerlo.

E Corrado è certamente, oltre che un maestro, anche un cult: ed è bene che lo sia perche la sua attività, spettacolosa oltre che spettacolare, è una garanzia libertaria. Secondo l’ordine naturale delle cose, la liberta fa ridere, nel senso di buon sangue. La comicita televisiva fin dai primi anni Cinquanta – pensiamo a Un due, tre con Ugo Tognazzi e Vianello – produce fecondi tormentoni, le battute ripetute mille volte che unificano addestrando alla diffidenza. Come spiegare diversamente il successo di una affermazione come: «La risposta è dentro di te, ma è sbagliata»?

L’intera religione di Quelo (un pezzo di legno meno antropomorfo di Pinocchio) è adorata perche è frutto del bricolage di un poveraccio piantato dalla moglie, costretto a portare la bambina a scuola fermandosi per farla vomitare.

I comici, gli amici comici, compresi i grandi attori come Luigi Proietti, hanno percepito ciò che Corrado aveva accumulato in silenzio? Boh, mah, non so rispondere e neanche me lo domando. Ciò che rimpiango oggi è la fantasia di poterlo riavere bambino per seguirlo con altri occhi usando una macchina del tempo da serie televisiva, un po’ fantasy e un po’ quantistica come Fringe, che per anni fu il nostro portale di reciproco accesso.