Corriere della Sera, 4 marzo 2022
Intervista ad Anna Falchi
Faccia un bel respiro, omm... Il 22 aprile, ne compirà 50. Brinda o si deprime?
«Bah, è un sacco di tempo ormai che non festeggio più il compleanno, figuriamoci questo, tutti quelli che mi vogliono bene non si azzardano nemmeno a farmi gli auguri, non vedo proprio cosa ci sia di bello», ribatte Anna Falchi, con mezzo sospiro e una risata piena, che poi, come darle torto. «Però ho sempre l’entusiasmo di una bambina, me ne sento quindici di meno».
E miracolosamente quelli perlopiù dimostra, dentro e fuori, questo mix shakerato di finlandese e romagnolo, prima modella e pin-up da calendario («Il seno mi è costato 15 milioni di lire, ho dovuto pagarlo a rate», raccontò) con fidanzati famosi (Fiorello, Max Biaggi) e marito immobiliarista/pirata della finanza/furbetto del quartierino (Stefano Ricucci) finito in rovina e in manette, perennemente inseguita dai paparazzi da Sanremo a Piazza Affari, quindi attrice di tv cinema e teatro, trent’anni di carriera lunga e variegata, compreso un periodo di appannamento come capita a tanti, ora entusiasta conduttrice de I fatti vostri su Raidue, in duo con Salvo Sottile (e sì, vanno d’accordissimo). «Non amo le ricorrenze, non mi piace sentirmi al centro dell’attenzione, a casa non tengo nemmeno una mia foto». Nel privato, ormai molto meno turbolento, con una carinissima figlia dodicenne, Alyssa (avuta a 38 anni, il papà è l’imprenditore Denny Montesi, altro ex, qualche burrasca tra loro, oggi rapporti affettuosi), da oltre un decennio Anna Kristiina da Tampere ha trovato pace sentimentale accanto ad Andrea Ruggieri, 46, avvocato, giornalista, deputato di Forza Italia e (cit. profilo Twitter) «amante di vodka martini, calcio e tennis», nonché notoriamente nipote di Bruno Vespa.
Perciò niente candeline e zero regali.
«Eh no, il regalo lo pretendo, è obbligatorio, adoro le sorprese. E comunque uno l’ho già avuto, quando finalmente mi hanno offerto una trasmissione così importante nel daytime della Rai. Ogni mattina mi sveglio felice: il pubblico, i colleghi, la diretta, il batticuore».
Con gli anni è diventata più...
«Saggia e controllata».
E meno...
«Esuberante. Ho imparato a frenarmi».
Da piccola che tipetta era?
«Vivacissima, ne combinavo di tutti i colori. Studiosa, anzi secchiona. Però avevo già un bel caratterino. In seconda elementare, a Scandiano, la maestra ci portò a visitare una fattoria con gli animali. Mi venne una sete tremenda e, senza avvisare nessuno, scappai per tornare a scuola a bere dell’acqua. Quando mi acciuffò, l’insegnante mi diede un gran ceffone, lo meritavo. E mi obbligò a scrivere mille volte sul quaderno a righe: “Non lo farò mai più”. Che male alla mano. Per fortuna cinquecento me le scrisse mamma».
Da grande voleva fare la...?
«L’architetta. Costruivo casette di legno, di cartone, con i mattoncini Lego. Per le bambole e per i gatti».
Adolescente terribile?
«Di più. Ero ambiziosa, volitiva, smaniosa di libertà, che ho ottenuto molto presto».
Nel 1989 si piazzò seconda a Miss Italia.
«Ci eravamo appena trasferite a Pesaro e mi iscrissi al concorso per fare amicizia con altre ragazze. Ho imparato a sfilare in passerella. Poco dopo debuttai in tv come valletta di Bruno Gambarotta e Giancarlo Magalli a Lascia o Raddoppia, mi divertivo tantissimo».
Nel 1992 il celebre spot pubblicitario per la Banca di Roma, regia di Federico Fellini.
«Il set era al lago di Bracciano. Un prato fiorito, gli alberi, il treno, tutto finto. Fellini mi vide arrivare trafelata – con una camicetta bianca di sangallo annodata alla vita e un paio di jeans comprati in un negozio dell’usato di via del Governo Vecchio perché ero senza soldi, struccata, e mi volle così com’ero, anche se era pronto un camper zeppo di vestiti e accessori. Ero convinta che non mi avrebbe mai presa, perché ero troppo magra e ancora decisamente piatta, così diversa dalla sua donna ideale, invece rimase colpito dal mio corpo acerbo, dal viso esotico e dall’allegria romagnola».
Durante le riprese, il Maestro le suggerì di essere «un po’ gatta e un po’ m..., agli uomini piace così».
«Scherzava eh. Che esperienza. E che fortuna aver vissuto quei favolosi anni Novanta, l’ultima scia di Dolce Vita! Ho avuto la possibilità di lavorare con tutti i grandi di cinema, teatro e tv, da Fellini a Dino Risi, Carlo Lizzani, Pietro Garinei e Pippo Baudo, con cui ho fatto il Sanremo dei record, quello del 1995. Pippo fu fantastico. Mi avevano messo in guardia: farai poco o niente. Invece fu protettivo e generoso, lasciandomi lo spazio che volevo sul palco, si divertiva con le mie gaffe. Autorevole persino mentre in camerino ci dava gli ultimi consigli, con la giacca da sera, il papillon e sotto ancora soltanto i boxer. Il più bravo in assoluto. Una formazione unica, che mi ha dato quel qualcosa in più. Mi piacerebbe rifare un varietà del sabato sera, di quelli classici con la Carrà, glamour inimitabile».
Sta ri-sospirando.
«Mi manca lo star system di quei tempi, anche se era difficile gestire la popolarità, i media potevano crearti e distruggerti, mentre oggi con i social sei tu a scegliere cosa e come comunicare con il pubblico. Però l’immagine costruita allora dura nel tempo, io vivo ancora di rendita».
Caso unico di modestia in un mondo di vanesi cronici, si è definita un’attrice mediocre.
«Non sono proprio portata, forse solo per le commedie, perché ho la battuta pronta, però faccio fatica a seguire un copione, funziono di più se posso andare a ruota libera. Non è umiltà, è onestà verso me stessa».
Capitolo amori: lungo, serve un Bignami.
«Eh».
Fiorello, 1994-1996.
«Una grande passione. In quel periodo vivevo a cento all’ora, come una vera star. Fu un’esplosione, una botta di adrenalina, eravamo sulle copertine di tutti i giornali. Non è durato molto ma è stato bello, mi ha fatto diventare donna».
A Sanremo 1995 lei era la valletta, lui un cantante in gara. E tutti spettegolavano su certe vostre intemperanze passionali che avrebbero tenuto svegli i vicini di stanza, lei ha sempre smentito. Ma in un’intervista invece rivelò di quando, per fargli una sorpresa di compleanno, andò a trovarlo a Milano, senza preavviso – male – e lo trovò a letto con un’altra. Vero?
«Beh, insomma, più o meno dai. Del resto chi non è stato tradito, a questo mondo? Nessuno è immune dalle corna».
Pure lei ha tradito?
«Assolutamente sì, sempre. A volte per ritorsione. Sono vendi-cattiva».
Max Biaggi, 1998-2000, mese più mese meno.
«Bravissimo ragazzo, intelligente, serio, in quel momento avevo bisogno di equilibrio e lui mi ha aiutato a crescere. Siamo ancora amici, ci sentiamo, restano i bei ricordi. Credo che se certe persone sono entrate nella mia vita è perché dovevano esserci».
Nel 2002 arrivò Stefano Ricucci da Zagarolo, immobiliarista, ex odontotecnico, che con un raid in Borsa tentò la scalata al «Corriere della Sera» e ricadde giù. La conquistò regalandole un’aspirapolvere. Il 9 luglio del 2005 il matrimonio trionfale a Villa Feltrinelli, Argentario, 26 invitati e 40 bodyguard, l’abito da Venere di Botticelli, il colpo della strega alla vigilia. Nove mesi dopo fu arrestato. Lei era Lady Finanza.
«Fu il periodo più bello e insieme il più brutto della mia vita. Credevo nel valore del matrimonio, nel progetto comune, mi sono ritrovata ad affrontare cose più grandi di me, in un mondo in cui ero fuori posto, non c’entravo nulla. Infangata dalle intercettazioni. Fu molto difficile uscirne. Mi chiusi a riccio. Nessuno che spendesse una parola buona per me, mi dipingevano come un’arrampicatrice sociale ambiziosa che aveva voluto accasarsi con un uomo ricco. Che poi quale donna sogna di sposare un povero?»
Rimase con lui nella cattiva sorte, finché, nel giugno 2007 chiese la separazione.
«Mi sono fatta forza e sono ripartita da zero, da sola. Ero un’appestata, non mi chiamava quasi più nessuno».
Era arrabbiata con lui?
«All’inizio sì. Poi ho capito di avere le mie colpe. Ero stata troppo al mio posto, discreta, senza farmi e fare domande, avrei dovuto conoscere meglio la persona che mi stava accanto».
Vi sentite ancora?
«Di rado, ma con affetto».
Nel 2010 ha avuto Alyssa da Denny Montesi, ma poco dopo vi siete lasciati. Da più di dieci anni invece il suo compagno è Andrea Ruggieri. Stavolta dura.
«Ci siamo conosciuti che la mia bimba era piccolissima e naturalmente ero concentrata su di lei. Andrea ha rispettato le mie priorità, è rimasto un passo indietro, anche se mi ha aiutato a crescerla, pur vivendo in due case separate».
Ora siete andati a convivere. Come va?
«Da qualche mese. Non è facile, perché nessuno dei due era abituato alla presenza continua di un’altra persona in casa, comunque restiamo molto autonomi e liberi».
Prima baruffa domestica?
«Abbiamo orari diversi, Andrea la sera rientra tardi e poche ore dopo io mi devo alzare per andare in tv. Capita spesso che io cucini qualcosa di buono ma lui non si presenta in orario, la cena si raffredda e mi arrabbio. Lui invece mi rimprovera di essere troppo fissata con l’ordine e la pulizia, specie adesso, spruzzo disinfettante ovunque e appena entra dalla porta gli grido di togliersi le scarpe».
È la sua metà finlandese.
«Sì. E sono maniaca della puntualità, una volta mi sono presentata ad un appuntamento in anticipo di una settimana».
Matrimonio in vista?
«No grazie, ho già dato».