Corriere della Sera, 4 marzo 2022
Opera 51 volte al posto del papà. Ma non era ancora chirurgo
In due anni avrebbe compiuto 51 interventi chirurgici senza avere l’abilitazione ma sfruttando, secondo la Procura che l’ha mandato a processo, il fatto di essere figlio di Gregorio Sampalmieri, primario di urologia del San Filippo Neri. Matteo Sampalmieri, il figlio, risponde ora dell’accusa di falso. Ha 37 anni, e all’epoca era al quinto anno di laurea specialistica. L’irregolarità del suo operato sarebbe emersa dalla segnalazione del personale presente in sala chirurgica, come riportato in una denuncia del direttore della Asl Roma 1, che in aula è rappresentata dall’avvocato Daniela Piccioni. Le indagini dei carabinieri del Nas avrebbero trovato i riscontri anche nelle cartelle cliniche, dove – secondo l’accusa – «i Sampalmieri attestavano falsamente e omettevano di specificare che gli interventi non erano effettuati da Gregorio ma da Matteo senza la presenza di chirurgo anziano responsabile». Le operazioni contestate sarebbero 29 nel 2017 e 22 nel 2018, tutte andate a buon fine. Nelle relative cartelle compare un generico riferimento a Sampalmieri ma con un timbro riconducibile al padre (deceduto). «Matteo Sampalmieri – sostiene il suo legale, Antonello Patanè – era autorizzato e abilitato a frequentare la sala operatoria, dove svolgeva praticantato come tutti i medici specializzandi. Nessuno scambio di persona ed eventuali incompletezze della cartella clinica non dipendono da lui. Il processo dimostrerà inoltre che non era da solo e farà emergere anche il vero motivo di questa denuncia».