Avvenire, 4 marzo 2022
Un esercito di hacker per Zelensky
Una milizia di “pirati informatici”. Di invisibili pronti a colpire. Sono quasi 260mila le persone si sarebbero unite all’esercito di hacker volontari, “IT Army” che è stato istituito dopo la chiamata a raccolta del ministro ucraino per il digitale, Mykhailo Fedorov. È la stima fatta da Livia Tibirna, analista della società di sicurezza informatica Sekoia. Il gruppo, a cui è possibile accedere tramite un canale Telegram, e ha anche una pagina Twitter, ha un elenco di potenziali obiettivi in Russia, sia aziende che e istituzioni, che gli hacker possono potenzialmente prendere di mira.
Le azioni finora riportate sembrano limitarsi ai cosiddetti attacchi “denial of service” (Dos), cioè quelli in cui più richieste vengono inviate a un sito in modo coordinato per saturarlo e abbatterlo. Il “cyber-esercito” potrebbe anche chiedere agli hacker di provare a identificare le vulnerabilità di alcuni siti russi e inviare tali informazioni a specialisti più esperti in grado di eseguire azioni intrusive più sofisticate, come il furto o la distruzione
di dati, spiega Clement Domingo, co-fondatore del gruppo Hackers Without Borders.
La cyber guerra rischia di colpire non solo le istituzioni governative ma anche i rifugiati. La società di sicurezza informatica Proofpoint ha identificato una nuova campagna di phishing rivolta a funzionari europei e proveniente da un gruppo presumibilmente legato alla Bielorussia, che prende di mira i governi europei nei loro sforzi organizzativi e logistici per gestire i rifugiati in fuga dall’Ucraina. Il gruppo di hacker starebbe utilizzando l’e-mail compromessa di un membro delle forze armate ucraine per interrompere la logistica coinvolta nel movimento dei rifugiati ucraini verso paesi vicini come Polonia, Ungheria e Slovacchia, utilizzando un malware noto come SunSeed.