Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2022  marzo 03 Giovedì calendario

Un libro sull’epoca d’oro del Milan di Sacchi e Capello

È come un romanzo d’appendice: capitoli brevi, con frequenti colpi di scena. E poi curiosità, aneddoti, battute, citazioni canore e cinematografiche, interessanti digressioni. C’è molto lavoro di studio appassionato – perché l’autore è nato nel 1985, quindi era molto piccolo quando avvennero i fatti che ricostruisce —, ma anche tanto ritmo narrativo nel libro di Giuseppe Pastore Il Milan col sole in tasca(66thand2nd), che sarà presentato domani a Book Pride. Un volume che rievoca nei dettagli i primi e più entusiasmanti anni della squadra rossonera sotto la presidenza di Silvio Berlusconi, fino al trionfo nella finale di Coppa dei Campioni ad Atene, vinta sul Barcellona per 4-0 nel 1994. 
Fu davvero una miscela esplosiva quella che si venne a creare nella seconda metà degli anni Ottanta tra Arcore, Fusignano (patria romagnola di Arrigo Sacchi) e Milanello. Innanzitutto il calcio, lo sport che agita più di ogni altro gli animi, ma muove anche gli interessi e i capitali. Poi la personalità vulcanica di Berlusconi, la sua spinta a primeggiare e imporsi scavalcando di slancio ogni ostacolo. Infine l’attaccamento granitico di Sacchi alle sue idee innovative e l’applicazione quasi maniacale che, divorato dallo stress, metteva nel tradurle sul campo di gioco. 
I risultati furono strabilianti ovviamente anche per merito di campioni dalla classe cristallina, che diedero spettacolo in Italia e ancor più in Europa, ricompensando ampiamente il calore mai venuto meno di una tifoseria che aveva sofferto molto nel periodo immediatamente precedente. Pastore passa in rassegna l’esuberanza di Ruud Gullit, il talento di Marco Van Basten, la determinazione di Franco Baresi, le doti straripanti di Paolo Maldini, lo stoicismo di Carlo Ancelotti. E l’elenco potrebbe continuare a lungo. 
Innumerevoli anche gli episodi gustosi, più o meno noti, che Pastore rispolvera. Nils Liedholm che snobba i suggerimenti di Berlusconi, osservando che il presidente s’intende molto di calcio in quanto «ha allenato l’Edilnord». Gullit che rimanda al mittente, con parole salaci, l’invito rivolto ai giocatori dal Cavaliere perché osservino un periodo di castità in un drammatico finale di campionato. Sacchi che alla vigilia della nettissima vittoria a Barcellona con i romeni della Steaua Bucarest in Coppa dei Campioni dichiara: «Sono loro i favoriti, hanno un senso del collettivo superiore al nostro». Le «lacrime di Berlusconi» messe in vendita a Napoli dopo il sorpasso in extremis dei partenopei sui rossoneri nel 1990. 
Ad alcune vicende rocambolesche sono dedicati più capitoli, per esempio all’ottavo di finale contro la Stella Rossa Belgrado, nell’autunno del 1988, quando una fitta nebbia calata sullo stadio jugoslavo salvò il Milan da un’eliminazione molto probabile e gli permise di rifarsi in una drammatica ripetizione del match di ritorno, terminata con un successo ai rigori dopo che l’arbitro non aveva visto una palla terminata di circa un metro oltre la linea bianca della porta serba. 
Molto spazio è riservato anche alle critiche e allo scetticismo che accompagnarono l’avventura vincente dello strano duo Sacchi-Berlusconi. Tra i meno convinti va citato il grande Gianni Brera, maestro del giornalismo sportivo e cultore inveterato del calcio difensivistico basato su catenaccio e contropiede. 
Dubbi pesanti furono del resto avanzati nel 1991 anche sul successore di Sacchi, Fabio Capello, che da allenatore rossonero aveva battuto la Sampdoria in uno spareggio per la Coppa Uefa nel 1987, ma non poteva vantare altri titoli. Invece il Milan sotto la sua guida divenne assai meno effervescente, ma ancora più dominante, tanto da aggiudicarsi tre scudetti consecutivi e da laurearsi poi campione d’Europa nella notte di Atene a cui già si è fatto cenno. 
Il libro di Pastore non riguarda però soltanto il calcio. Molto spazio è dedicato anche alle attività imprenditoriali di Berlusconi e più in generale alle vicende politiche e sociali, con qualche dettaglio a sorpresa. Divertente per esempio il racconto della spedizione a Mosca, alla vigilia di un cruciale incontro Napoli-Milan, che vide la Fininvest assicurarsi l’esclusiva della raccolta di pubblicità per le imprese europee sul mercato dell’Urss, nonostante la difficoltà di convincere i dirigenti della tv sovietica, «solidi e stanziali come mammut», e di adattarsi alle usanze locali: «Niente spot martellanti e musichette accattivanti, ma cortometraggi da almeno sei minuti di durata, decisamente soporiferi per i gusti di noi occidentali».