Stefano Boldrini per “il Messaggero”, 2 marzo 2022
GLI OLIGARCHI NEL PALLONE - NELLA CLASSIFICA DEI PIÙ RICCHI DEL MONDO, CI SONO 117 RUSSI, E I PRIMI TRE HANNO O HANNO AVUTO DEI RAPPORTI CON IL CALCIO - ALISHER USMANOV FU UNO DEI PRINCIPALI AZIONISTI DELL'ARSENAL DAL 2007 AL 2018 E DAL 2019 LA SUA HOLDING USM È SPONSOR DELL'EVERTON, SULEYMAN KERIMOV NEL 2004 CERCÒ DI ACQUISTARE LA ROMA DEI SENSI - INSIEME ALL'ARTE, IL CALCIO È VISTO COME UN BUON INVESTIMENTO PER FAVORIRE UN'IMMAGINE POSITIVA DEI MULITMILIARDARI… -
Cominciarono con il commercio di jeans e personal computer, importati clandestinamente e rivenduti a peso d'oro. Poi misero le mani sulle immense ricchezze dell'Unione Sovietica al collasso, passando dal ruolo di funzionari a quello di proprietari. Oggi possiedono multinazionali, squadre di calcio, patrimoni d'arte, aerei, yacht di ultima generazione. Sono gli oligarchi russi e occhio al significato della parola, di origine greca, oligarkia: comando di pochi.
Nelle classifiche specializzate dei super benestanti, appaiono ben 117 nomi e tra questi, i primi tre hanno avuto, o hanno, legami profondi con il calcio. Nell'ordine: Alisher Usmanov, 18,4 miliardi di patrimonio, acciaio e telecomunicazioni; Suleyman Kerimov, 15,8 mld, uomo d'affari; Roman Abramovich, 14,5 mld e quattro passaporti, acciaio, energie e attività varie.
Attenzione al secondo, Kerimov: nel 2004 cercò di acquistare la Roma dei Sensi. L'accordo sembrava raggiunto, ma qualcosa, o qualcuno, fece saltare tutto. Mistero e leggenda accompagnano da allora questa storia, in pieno stile oligarchi.
DOMINUS Il numero uno per eccellenza è Roman Abramovich, dal 2003 proprietario del Chelsea, portato in vetta al pianeta appena 18 giorni fa, nella finale del mondiale per club vinta 2-1 contro il Palmeiras. In questi 19 anni, l'oligarca di Saratov ha speso oltre 2 miliardi di euro e conquistato 22 trofei. Ai dipendenti dei Blues, allenatori compresi, è vietato pronunciare il suo nome: bisogna chiamarlo boss.
Abramovich, coinvolto due giorni fa tra i mediatori dei colloqui Ucraina-Russia, vive protetto da un esercito di guardie del corpo. I suoi yatch sono equipaggiati con batterie missilistiche. Parla poco l'inglese e da quando nel 2018 il governo britannico rifiutò di concedergli il visto rimediò all'istante ottenendo il passaporto israeliano -, solo un paio di volte è stato avvistato allo Stamford Bridge. Sabato, per prevenire il congelamento del Chelsea, asset di prima grandezza, ha affidato il club alla fondazione dei Blues, ma ora l'organismo che lo dirige chiede precise garanzie.
Abramovich ha avuto una relazione speciale con Alexander Tsjigirinski, proprietario del Vitesse Arnhem dal 2013 al 2018. Dal 2018 il club olandese, avversario della Roma nel prossimo turno di Conference, è nelle mani di Valery Oyf, russo di origine ucraina. E' però con il suo predecessore che Abramovich fece affari, utilizzando il Vitesse come centro di sviluppo dei giovani: Nemanja Matic e Mason Mount i talenti più importanti.
ARTE Oyf e Maxim Denim, proprietario del Bournemouth (Championship), non sono collegati direttamente a Putin, al contrario di Abramovich, considerato uno degli uomini più vicini al presidente russo. In Francia impera dal 2011 Dmitry Rybolovlev, magnate del Monaco, 6,7 mld dollari di patrimonio e collezione d'arte da urlo: Gauguin, Modigliani, Picasso, Matisse, Monet, Van Gogh e il Salvator Mundi di Leonardo da Vinci. Possiede persino un'isola in Grecia.
SUPERATI Altri oligarchi sono più defilati nel mondo del calcio, ma presenti quando si tratta di aprire il portafoglio: è il caso di Usmanov. Dal 2007 al 2018 fu uno dei principali azionisti dell'Arsenal. Dal 2019 la sua holding USM è sponsor dell'Everton. L'Inghilterra, Londra in particolare, è il paese di riferimento dei riccastri russi.
Nel calcio, però, sono stati via via superati da americani, emiri e sceicchi. Si consolano con altri lussi. Possiedono appartamenti da urlo e castelli. Usano aerei privati ed elicotteri per gli spostamenti. Spendono e spandono. La City, del resto, è una formidabile centrifuga di denaro: in quei 2,9 kmq, il money non puzza mai.