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 2022  marzo 02 Mercoledì calendario

FINCHÉ LA BARCA VA, NON SANZIONARE - PER EVITARE I SEQUESTRI, I MILIARDARI RUSSI SALPANO CON I LORO YACHT. IL PRIMO A MUOVERE IL SUO BARCHINO È STATO LO STESSO PUTIN, CHE DUE SETTIMANE PRIMA DELL’INVASIONE DELL’UCRAINA HA FATTO SPOSTARE IL SUO BARCHINO DI 80 METRI, “GRACEFUL”, DA AMBURGO A KALININGRAD. GLI HACKER DI ANONYMOUS SONO ENTRATI NEL PORTALE VESSELTRACER, DOVE SONO TRACCIATE LE IMBARCAZIONI DI TUTTO IL MONDO, E L’HANNO RIBATTEZZATO “FCKPTN” (FUCK PUTIN), SOSTITUENDO LA DESTINAZIONE CON “HELL” (INFERNO). CHISSÀ COME TREMA “MAD VLAD” -

Diana Cavalcoli per il “Corriere della Sera” I costi dell'invasione in Ucraina e le sanzioni varate da Ue, Stati Uniti e Regno Unito contro Mosca stanno danneggiando il patrimonio dei grandi oligarchi della Russia. Non si parla però solo di conti correnti e risparmi congelati.

A rischiare il sequestro sono anche i maxi yacht, i colossi del mare che ogni estate si fanno notare nei porti italiani da Portofino alla Costa Smeralda. In queste ore il ministro degli Esteri francese, Bruno Le Maire, ha fatto sapere che la Francia si prepara a sequestrare i beni di funzionari e imprenditori russi.

Nel mirino attività finanziarie, immobili, yacht e auto di lusso. Anche il Regno Unito farà lo stesso. Il segretario ai Trasporti, Grant Shapps, ha detto di aver scritto a tutti i porti del Paese chiedendo loro di vietare l'accesso alle navi battenti bandiera russa o a imbarcazioni registrate, di proprietà, controllate, noleggiate o gestite da russi.

Per molti di questi giganti del mare è così scattato il «fuggi fuggi» dall'Occidente. Il primo a dare il via alle grandi manovre delle super imbarcazioni è stato lo stesso presidente russo, Vladimir Putin.

Con i suoi 80 metri di lunghezza, «Graceful», lo yacht personale di Putin, è stato spostato da Amburgo a Kaliningrad appena due settimane prima dell'invasione russa in Ucraina. L'ultima posizione nota dello yacht, secondo il sito MarineTraffic, è infatti nel porto della città, storico snodo commerciale di quella che fu la provincia della Prussia Orientale. Ma non è solo Putin a preoccuparsi dei suoi asset sul mare.

Il patron del Chelsea, Roman Abramovich, che ha rinunciato al controllo del club, punta a trasferire il suo «My Solaris», lo yacht da 140 metri, dal porto di Barcellona per evitare che venga bloccato. L'altro gioiello dell'imprenditore, l'«Eclipse», è ormeggiato invece al sicuro a Saint Martin nei Caraibi. Il magnate russo Andrey Melnichenko avrebbe poi dato al comandante del mega panfilo «Sailing Yacht A» - nel porto di Trieste per manutenzioni - l'ordine di salpare al più presto possibile. Lontano dalle sanzioni.

2 - ANONYMOUS CONTRO PUTIN. MODIFICATI I DATI DI NAVIGAZIONE DEL SUO YACHT: ROTTA VERSO L’INFERNO Valerio Berra per www.open.online

Solo un gesto dimostrativo ma il dissenso passa anche da questo. Nelle ultime ore un gruppo di hacker legati al collettivo Anonymous ha deciso attaccare Graceful, lo yacht di Vladimir Putin dal valore stimato di 87 milioni di euro. Per diverse o questo gioiello dell’ingegneria navale è stato ribattezzato FCKPTN, la versione senza vocali di Fuck Putin. Il nome compariva sui dati di navigazione del portale Vesseltracker, dove sono tracciate tutte le imbarcazioni del mondo.

Gli hacker sono entrati nell’Automatic Identification System, il sistema che raccoglie tutti i dati di navigazione e li comunica a Vesseltracker. Il sistema era diventato noto nel marzo 2021, quando l’enorme nave cargo Ever Given si era incagliata nel canale di Suez bloccando una delle rotte più importanti per la logistica.

Oltre al nome delle yacht, Anonymous ha cambiato anche la sua posizione. Graceful, o meglio FCKPTN, è stato segnato sull’Isola dei Serpenti, una piccola landa di terra nel Mar Nero dove un gruppo di soldati ucraini ha suggerito alla nave russa che aveva appena attraccato di «andare a farsi fottere».

Oltre alla posizione sono stati manomessi anche i dati sulla sua destinazione: dopo qualche esitazione lo yacht di Putin è stato diretto verso un chiarissimo HELL. Al momento i dati sono stati sistemati e Graceful ha ritrovato il suo nome orginale. Al momento si trova ancorata in un porto del Mar Nero. Resta ancora una traccia dell’attacco: il suo Callsign è ancora settato su ANONYMO.

Ancora una volta Anonymous ha scelto un’azione dimostrativa. Al momento la linea sembra questa: gli hacker hanno deciso di colpire portali e siti che avessero soprattutto un valore simbolico. Sono un esempio gli attacchi al sito del Cremlino, di Gazprom o dell’agenzia Tass.

Al momento nessuna rete strategica russa è stata assaltata, Anonymous ha chiarito infatti che la sua operazione non è «contro il popolo russo. Non è nemmeno uno contro i soldati russi. L’operazione prende di mira Putin e l’apparato statale controllato da Putin, le società statali, i media controllati dallo stato e gli individui e le società private che hanno beneficiato per decenni del sistema autocratico di Putin». Ieri però è stato registrato un attacco all’Istituto di Sicurezza Nucleare di Mosca. È l’inizio di una nuova fase?