Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2022  marzo 02 Mercoledì calendario

Che MotoGp sarà senza Valentino?

È stato un lunghissimo addio. Ma adesso tocca davvero fare senza di lui. Il primo Mondiale in mancanza di Valentino Rossi, dopo 26 anni di gare, trionfi, goliardate, polemiche, pieghe e sfide memorabili, firmate «46», comincia domenica in Qatar. Non si tratta di un addio totale: Luca Marini e Marco Bezzecchi, fratello e allievo di Rossi, rappresentano la continuità, sono i piloti del team che Valentino ha allestito per il debutto in MotoGp. Ma, insomma, quei gesti da pista tipici e suoi che ci hanno accompagnati per un quarto di secolo, mancheranno agli appassionati quanto il motomondiale mancherà a lui, preso dall’imminente paternità e dal debutto in macchina nelle gare GT.
Le previsioni oscillano in relazione all’affetto e alla gratitudine nei confronti di «The Doctor», vanno da un pessimismo reso nero dalla perdita del giallo e citano i contraccolpi prodotti nello sci dall’addio di Alberto Tomba. Chi considera la MotoGp un universo più resistente di ogni protagonista, è convinto che la qualità offerta dai campioni di oggi possa trattenere una massa comunque enorme di spettatori (secondo i dati Sky Italia, quasi 7 milioni in totale per il primo weekend 2021). Ne è convinto Carmelo Ezpeleta, capo della Dorna, l’ente che gestisce il Motomondiale: «Credo che i tifosi ai quali Valentino ha fatto conoscere questo sport continueranno a guardarci». Vedremo, anche se pare realistico mettere in conto parecchie defezioni, viste le maree di bandiere gialle che coprivano le tribune in ogni tappa del Mondiale, vista l’attenzione che ha circondato Valentino anche nella parte finale della carriera, sprovvista di vittorie (ultima in Olanda nel 2017) e di titoli mondiali (nono e ultimo nel 2009). «Ciò che è accaduto lo scorso anno in F1 – spiega Guido Meda, vicedirettore e responsabile motori Sky – rappresenta un riferimento incoraggiante: una stagione formidabile pur mancando dal vertice la Ferrari. Ciò dimostra che la qualità della sfida in pista è decisiva. Spero che accada anche in MotoGp, magari con un italiano in lotta per il titolo».
Il candidato c’è, eccome. Francesco Bagnaia, è un altro «figlio» di Valentino, guida la Ducati, è reduce da una stagione rivelatoria. Secondo nel 2021 con quattro centri nelle ultime sei gare, oscurati, paradossalmente, proprio dall’addio di Rossi. Ha carattere e, al pari di Leclerc, piace ai giovani, alle ragazze, alle mamme, ma sa essere feroce in bagarre. Un po’ come Franco Morbidelli, pilota Yamaha: sa vincere, è cresciuto nella VR46, mostra straordinarie qualità umane e agonistiche. Insieme avranno l’arduo compito di ridurre il rimpianto, di riconquistare una generazione pronta a chiudere il conto dopo aver vissuto a caviale e champagne per una vita. L’obiettivo: impedire a Fabio Quartararo, francese, campione in carica, di aprire un ciclo; contenere il ritorno di Marc Marquez, il pilota più odiato dai tifosi di Valentino, determinato ad allontanare Rossi dal centro della scena. Missione interrotta da una serie di gravi infortuni. Resta il suo chiodo fisso: ha già vinto 8 titoli, è deciso a raggiungere quota 10 dopo aver fatto di tutto per togliere proprio a Rossi l’identico traguardo nel 2015.
Ecco, l’idea che a intralciare la rotta di Marquez siano proprio i nostri ragazzi, allevati da Vale, potrebbe caricare ogni Gp di adrenalina. L’ombra del grande, vecchio campione, resterebbe in pista, come un’insegna di romantica appartenenza.