la Repubblica, 1 marzo 2022
Venditti e De Gregori di nuovo insieme
Si potrà parlare di reunion per due che assieme hanno suonato solo in un disco che ha ormai mezzo secolo, benché fondamentale per la musica italiana come Theorius campus? Tra l’altro Antonello Venditti e Francesco De Gregori, pur avendo le stesse origini (il mitico locale Folkstudio di Roma) lo fecero assieme solo per questione di costi. Poi più nulla, «solo un tour in Ungheria che ci divertì parecchio anche per ragioni politiche». Ognuno seguì la propria strada, una più sul versante pop romantico (e romanesco), una più sul folk impegnato e dylaniano, diventando entrambi tra i più importanti cantautori italiani. E, anzi, si parlava di una rivalità, «tipo Coppi e Bartali», e giravano leggende di frecciatine nascoste tra i due, comePiano bar di De Gregori del 1975, dedicata a Venditti («È un pianista di piano bar, vende a tutti tutto quel che fa, non sperare di farlo piangere, perché piangere non sa»), che nel 1978 avrebbe risposto con Francesco («Scusa Francesco se ti ho rubato rubini puri dalle tue tasche»). Leggende, appunto: «Ognuno seguiva con attenzione la carriera dell’altro».
Fatto sta che i due adesso annunciano scherzosamente «la reunion dei Theorius campus», anche se il nome del tutto sarà Venditti e De Gregori («ordine scelto lanciando una monetina, ma è anche meglio, ha una sua musicalità», dice il secondo). Il 4 marzo uscirà il 45 giri con due classici, Generale e Ricordati di me. Poi partirà una serie di concerti fino alla fine del 2023. Il principale, e il primo, è allo stadio Olimpico della loro Roma e lo si attende da due anni. Ma per motivi virali ci sarà solo il prossimo 18 giugno. In estate 11 date in luoghi suggestivi come Palmanova, Marostica e Taormina. Il grosso dall’autunno, scegliendo i teatri di’Italia: «I teatri perché ci siamo resi conto che i palasport non vanno bene e preferiamo atmosfere più intime», dice Venditti.
Le scalette sono da definire ancora ma il repertorio dei due è in grado di soddisfare chiunque: «Vedremo, ma non decideremo col manuale Cencelli, tot di uno, tot dell’altro. Stiamo riscoprendo le canzoni l’uno dell’altro, con grande emozione. Ci siamo spartiti solo i musicisti. La parte ritmica, basso e batteria, sarà di Venditti, piano e chitarre di De Gregori». Di certo chi aspetta anche canzoni inedite, tipo Banana Republic che De Gregori scrisse con Dalla per il memorabile tour del 1979, resterà deluso: «No, niente, ma è obbligatorio?», si chiede Francesco. Così come non ci saranno canzoni contro la guerra in Ucraina: «Scrivere cose all’improvviso, per situazioni del genere, spesso porta a schifezze vere. E la nostra storia umana e artistica parla comunque abbastanza chiaro su ciò che pensiamo».
Vederli assieme su un palco sarà un’emozione vera ma anche in conferenza stampa non ci si annoia. Quando ad esempio gli viene chiesto un ricordo allegro di Lucio Dalla, morto giusto 10 anni fa, De Gregori dice di non aver niente di goliardico da raccontare, e Venditti subito: «Io storie divertenti ne ho, ma perché sono più divertente di Francesco».
Resta da capire una cosa, che è la domanda che si sono fatti tutti: perché questo (re)incontro e perché adesso. I maligni dicono per fare soldi. Loro smentiscono: «Guadagneremmo di più facendo tour separati. Semplicemente ci siamo trovati un giorno a pranzo, ci siamo fatti una bottiglia di vino, o forse due, e l’abbiamo deciso. Prima o poi poteva accadere, in fondo abbiamo bevuto il latte della stessa lupa».