Corriere della Sera, 1 marzo 2022
Squilla il telefono rosso
Gli americani hanno chiamato ma Mosca non ha risposto. I militari Usa volevano parlare della situazione nello spazio aereo Nato che confina con quello ucraino ma non sono riusciti a contattare i russi, nonostante l’esistenza di uno di quei «telefoni rossi» di cui si parla spesso. La prima delle linee di comunicazione che collegano direttamente le due superpotenze fu varata nel 1963, dopo la crisi dei missili a Cuba. Poi ne è stata stabilita una tra i ministri della Difesa americano e russo e una tra i capi di stato maggiore. È questa quella più «immediata» e che in passato era stata usata più di frequente allo scopo di chiarire subito fraintendimenti tra le rispet-tive forze che potrebbero portare a conseguenze pericolose, per non dire catastrofiche. Ebbene, nelle ultime ore, mentre la situazione in Ucraina diventava sempre più calda, non ci sarebbe stato alcun contatto tra il capo di stato maggiore americano Mark Milley e il suo omologo russo Valery Gerasimov, almeno stando a quanto scrive il quotidiano americano Politico. Un alto funzionario del Pentagono ha dichiarato: «Abbiamo fatto arrivare ai russi la nostra idea che un qualche rapporto a livello operativo sarebbe necessario per evitare errori di calcolo. E non abbiamo ricevuto alcuna risposta; non sappiamo se sono d’accordo e se vogliono che si metta in piedi un qualche cosa». Dopo che il confronto tra Kennedy e Krusciov nel 1962 giunse quasi al punto di rottura, con un reale rischio che i due Paesi passassero alle armi nucleari, si decise di installare il primo «telefono rosso». In realtà, non si trattava di una linea telefonica con due apparecchi tramite i quali il presidente americano e il leader sovietico potessero parlarsi. Erano due semplici telescriventi alla Casa Bianca e al Cremlino in collegamento permanente. Nel 1986 si passò ai fax e nel 2008 a due computer. Poi si pensò bene di mettere in rapporto continuo anche i due responsabili della Difesa per questioni di portata più limitata. E infine i capi di stato maggiore, per comunicazioni concernenti manovre in corso, pattugliamenti lungo i confini dell’altro Paese, eccetera. In varie occasioni gli scambi di informazioni tra i militari sono stati utilissimi. Gli ultimi contatti tra Milley e Gerasimov sembra che risalgano all’inizio di febbraio, quindi ben prima dell’inizio dell’offensiva russa in Ucraina. Mosca sta facendo ampio uso delle forze aeree, con velivoli che operano in continuazione nei cieli di Kiev. Allo stesso tempo la Nato ha iniziato un intenso pattugliamento del suo spazio aereo che in moltissimi punti confina direttamente con quello della Russia, della Bielorussia e dell’Ucraina. Informazioni continue servirebbero a evitare incidenti. Nelle ultime ore, poi, Vladimir Putin ha anche messo in allarme le forze di difesa strategica e questo crea ancora altri problemi.