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 2022  febbraio 28 Lunedì calendario

I taxi della speranza. Così gli italiani aiutano gli ucraini

Un avvocato, un monaco e tanti altri volontari fanno la spola con la propria auto dall’Italia ai confini con l’Ucraina per portare aiuti, ma anche per mettere in salvo donne e bambini che fuggono dalla guerra. Oggi Graziano Benedetto, avvocato, si metterà in viaggio da Guardiagrele, in Abruzzo, verso la frontiera tra Ungheria e Ucraina. «Basta con le chiacchiere, farò tutto ciò che è necessario per aiutare gli ucraini» racconta al Messaggero. E allora ha riempito la sua auto, una Ravon, di generi alimentari e beni di prima necessità e stasera partirà da Guardiagrele, in provincia di Chieti, diretto verso la frontiera tra l’Ungheria e l’Ucraina. Benedetto, 51 anni, sposato con una ucraina, è avvocato di riferimento dell’ambasciata italiana in Ucraina e assistente alla Corte Penale Internazionale per l’Ucraina. Ha lo studio a Kiev e abita a Poltava. Era tornato in Italia una settimana fa. «Lascerò l’auto in territorio ungherese, attraversò a piedi la frontiera e aiuterò chi sta aspettando da giorni di poter lasciare l’Ucraina». Dopo aver distribuito i beni «tornerò in Ungheria, farò di nuovo rifornimento e ricomincerò a distribuire i beni a chi sta in macchina affamato, senza nulla». Con lui ci sarà anche la moglie. «Chiederò all’ambasciatore ucraino a Roma – aggiunge – un pezzo di carta per entrare e uscire liberamente alla dogana».
«È in viaggio già da qualche ora padre Orest Kozak» racconta Alina Pryshlyakivska, 47 anni, una delle organizzatrici dei pullman che in questi giorni partono da Roma per riportare a casa i connazionali. C’è il flusso di ucraini che vogliono tornare in patria per combattere e portare aiuti, poi ci sono i viaggi della speranza di volontari, che salgono in auto, affrontano oltre 25 ore in auto e, arrivati ai confini, fanno salire sulle proprie auto i profughi. «Kozak è il responsabile del monastero Villa Andrea che si trova a Castel Gandolfo, a pochi chilometri da Roma» aggiunge Alina. Un viaggio non semplice verso la Polonia dove secondo il comandante della Guardia di frontiera polacca sono già arrivati 200 mila profughi. Gli uomini dai 18 ai 60 anni non possono uscire, ad attendere per ore alla frontiera, prima di poterla varcare, ci sono solo donne sole, i loro bimbi e gli anziani. Alina fa parte di una rete di volontariato a Roma: con i suoi tre negozi di prodotti tipici ucraini organizza la raccolta di generi alimentari ma fa anche da ponte per chiunque voglia aiutare. «Oltre ai pullman, so che ora ci sono anche tanti volontari ucraini che si mettono in auto, raggiungono i confini e portano in salvo i profughi». Varcati i confini, invece di affrontare un nuovo viaggio, ci sono gli angeli con le auto private ad aspettarli. I mezzi raggiungono soprattutto la Polonia e la Romania. «È possibile raggiungere questi Paesi anche a piedi – spiega Alina – mentre per varcare la frontiera ungherese è necessario avere un’auto». Anche uno dei pullman organizzati da Alina, partiti ieri mattina da Roma, e diretti dall’Ucraina, verrà utilizzato nel viaggio di ritorno per trasferire i profughi oltre la frontiera ucraina. «Partirà mercoledì da Leopoli, città vicina alla Polonia».