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 2022  febbraio 27 Domenica calendario

La guerra delle fake news

Scendono in picchiata dal grigio cielo ucraino, lambiscono edifici civili in un inferno di contraerea flak e, in sottofondo, il cupo lamento di una sirena restituisce tragico l’allarme a Kiev. Le immagini, riprodotte dai social media nelle prime ore dell’invasione contro l’Ucraina del presidente russo Vladimir Putin, spaventano e commuovono, così vivide che un nostro tg le manda in onda, a milioni di telespettatori. Si tratta però di una sequenza, perfetta ma artificiale, tratta dal videogioco War Thunder, postata su You-Tube dall’utente Pandramodi, in ricordo di ore felici passate alla consolle, che qualcuno rilancia, vuoi per pessimo gusto, vuoi per germinare caos. Lo European Digital Media Observatory, Edmo, dell’Unione Europea, crea subito un filtro contro la disinformazione e Facta, gruppo di fact checker italiani, segnala il caso di Pandramodi e del falso bombardamento smentendolo, ma già la prima guerra combattuta al tempo di Whatsapp riapre un antichissimo fronte, il conflitto Vero-Falso.
Le voci si susseguono, fra reciproci scambi di accuse. Aerei russi che lanciano giocattoli bomba sulla regione di Sumy, con cellulari e gioielli esplosivi, per terrorizzare e ferire chi li raccoglie. I marinai ucraini di base all’Isola dei Serpenti, davanti alla nave russa che impone loro di arrendersi, dibattono stoici «Ci siamo: gli dico di fottersi? Marina Russa! Fottetevi!», in un video, ritenuto autentico dal quotidiano britannico The Guardian, e smentito invece dal Cremlino, «hanno alzato le mani e basta». Mosca, spalleggiata dalla rete di media amici, anche in Italia, sostiene a sua volta che il palazzo di Kiev colpito da un missile, video riprodotto da milioni di chat, sia vittima di fuoco amico, un ordigno locale Buk-M1, e la notizia resta sospesa.
Accanto alla disinformazione tossica, torna, come in ogni guerra, da Alessandro Magno a Volodymir Zelensky, attor comico che il destino ha mutato in guerriero suo malgrado, la propaganda e così, malgrado la guerra sia appena scoppiata, il “Fantasma di Kiev” gode di pagine Wikipedia in varie lingue. La sua leggenda nasce da blog e social media, un asso dell’aviazione ucraina senza nome, si dice un ufficiale che aveva lasciato il servizio permanente ed è stato richiamato, capace di abbattere, ai comandi di un obsoleto Mig-29, progettato nel 1977, sei aerei nemici, due Su-35, dotati di superiore tecnologia, classe 2008, due Su-25, un Su-27 e un Mig-29. Il ministero della Difesa di Kiev non conferma, spiegando comunque che, ove la notizia fosse vera, il pilota sarebbe battezzato “Vendicatore dell’Aria”. Il capo di Stato maggiore ucraino Valerii Fedorovych Zaluzhnyi si accontenta di parlare di sei aerei colpiti in tutto, ma la fantasia popolare si accende ed esperti di videogames, come Digital Combat Simulator, improvvisano in digitale i duelli del Fantasma di Kiev, primo asso del XXI secolo, li postano online dove, subito, son creduti veri e, magari, li rivedremo in onda.
Come devono orientarsi i lettori? La guerra che, secondo certi analisti non doveva neppure scoppiare, potrà essere breve o lunga, lo dirà il campo, con la resistenza ucraina a sorprendere i generali russi, che avevano promesso a Putin un’operazione lampo, blitzkrieg, ma modificherà per sempre l’equilibrio strategico europeo. Fabbriche di trolls, come la vecchia Agenzia Ricerca Internet aperta in via Savushkina, a San Pietroburgo, dal partner di Putin Evgenij Prigozhin, diffonderanno disinformazione in quantità industriale, dunque mai diffonderle senza un check, o credere a spot, video, audio non confermati da fonti di qualità.
Purtroppo, le piattaforme social non ci aiutano a ripristinare la verità. Federica Urzo, dell’Italian Digital Media Observatory, hub nazionale Ue contro la disinformazione, segnala, per esempio, come Twitter abbia cancellato, all’inizio del conflitto, gli account di molti analisti Osint, intelligence open source,che cercano di offrire dati reali ai cittadini, vedi il gruppo Bellingcat, che per primo ha offerto foto dell’offensiva russa. Twitter parla di «errore umano», subito corretto, ma di fatto, nelle ore cruciali della battaglia le officine del falso avevano campo libero, chi provava a contraddirle si vedeva azzittito. Facebook-Meta stoppa gli spot politici russi a pagamento, in ritardo ma bene, per chiarezza Edmo pubblica (qui: https://bit.ly/35u23Yz ) filtri contro le false notizie, servizio offerto da lunedì, in italiano, anche da Idmo www.idmo.it. Lo scrittore russo Vasily Grossman parlava, durante la battaglia di Stalingrado, di “Brutale verità della guerra”, oggi dobbiamo fronteggiare la “Brutale menzogna della guerra”.