Il Messaggero, 26 febbraio 2022
La prima giudice nera della Corte Suprema Usa
Ha 51 anni, un curriculum eccezionale, e una carriera già ricca di successi. Ketanji Brown Jackson, la giudice che il presidente Biden ha scelto per la Corte Suprema quando il giudice Stephen Breyer lascerà il suo scranno alla fine di giugno, è destinata a entrare nelle pagine della storia americana: se confermata dal Senato, sarà la prima donna afro-americana a sedere nella massima Corte del sistema giudiziario Usa. Nel presentarla, Biden ha spiegato che aveva cercato un candidato che «come il giudice Breyer fosse saggio, pragmatico e avesse una profonda conoscenza della Costituzione come duratura carta della libertà».
LA FAMIGLIA
La giudice, come anche la vicepresidente Kamala Harris, è sposata a un bianco, il chirurgo Patrick Jackson, che aveva conosciuto quando erano entrambi studenti ad Harvard. La coppia ha due figlie, Talia e Leila, ed è chiaramente di posizioni politiche liberal. Troppo, a sentire alcuni senatori repubblicani che hanno già annunciato di volersi opporre alla sua conferma.
Il capo della minoranza repubblicana al Senato, Mitch McConnell non lascia dubbi sulla sua posizione: «È la preferita di oscuri gruppi finanziatori della estrema sinistra» ha sostenuto. Per Biden si tratta però di una scommessa molto importante, sia perché nominare una donna afro-americana è stata una delle sue promesse elettorali, sia perché se non riuscisse a portare nessun repubblicano ad appoggiare la sua candidata si avrebbe la spiacevole scena della vicepresidente Harris convocata al Senato per risolvere il pareggio di 50 voti positivi democratici contro 50 negativi repubblicani.
La carriera di Katanji comincerebbe sotto la nuvola di una frattura ideologica che i presidenti cercano sempre di evitare. Di recente solo Donald Trump ha ricevuto un simile sgarbo, quando ha voluto imporre la candidatura di Amy Coney Barrett, il suo terzo giudice in soli 4 anni, nonostante si fosse a poche settimane dalle elezioni presidenziali del novembre 2020 e precedentemente il partito repubblicano avesse rifiutato di approvare un giudice di Obama con la scusa proprio che si era sotto elezioni (ma allora mancavano otto mesi). Per evitare questa immagine di divisione, Biden ha personalmente parlato con vari senatori, in particolare con Mitt Romney dello Utah, Susan Collins del Maine, Lisa Murkowski dell’Alaska, che qualche volta hanno assunto posizioni meno rigide rispetto al resto del loro partito. Katanji Brown era stata nominata alla Corte federale di Washington da Barack Obama nel 2013 e promossa alla Corte d’Appello da Biden stesso lo scorso giugno. In quest’ultima promozione aveva ricevuto anche il voto del senatore della Carolina del sud Lindsey Graham, che questa volta ha avuto una reazione più fredda, avendo invece proposto a sua volta senza successo una candidata del suo stesso Stato, anch’essa un’afro americana. Se Katanji sarà promossa dal Senato, il numero di donne alla Corte salirà a 4, contro 5 uomini.
IL PRECEDENTE
C’è un altro afro-americano nella Corte, Clarence Thomas, nominato da George Bush senior nel 91, che però ideologicamente è all’opposto di Katanji. Per quanto possa essere di posizioni liberal, il giudice Brown non cambierà comunque la maggioranza della Corte, dove l’ala conservatrice domina nettamente con sei giudici conservatori, tre dei quali nominati da Donald Trump. Kantanji Brown è stata in passato un avvocato d’ufficio, ed è stata anche scelta per difendere alcuni dei sospetti terroristi detenuti a Guantanamo.
Nel parlare al pubblico quando Biden l’ha presentata ieri, a momenti ha faticato a trattenere le lacrime di emozione, ma ha anche riscosso una risata quando rivolta alle figlie ha detto in tono di scherzoso ammonimento: «Ricordatevi, qualsiasi possa essere il mio titolo, sarò sempre la vostra mamma».