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 2022  febbraio 26 Sabato calendario

Biografia di Volodymyr Zelensky

Da attore comico che interpretava il presidente ucraino in tv, a personaggio tragico della realtà bellica, da cui potrebbe dipendere la riuscita o il fallimento della guerra che Putin ha scatenato contro il sistema occidentale.
Volodymyr Zelensky si considera il primo nome sulla lista dei nemici da ammazzare, che i soldati russi alle porte di Kiev tengono in tasca, secondo la denuncia presentata dagli Usa all’Onu. Perciò Joe Biden lo ha sentito ieri al telefono per quaranta minuti, e la Francia ha mandato teste di cuoio a proteggerlo, perché intorno a lui potrebbe ruotare quella che a Washington viene chiamata la “ porcupine strategy”. La strategia del porcospino punta a trasformare l’Ucraina nel nuovo Afghanistan della Russia, anche se Putin sulle prime riuscisse a conquistare Kiev, rovesciare o ammazzare Zelensky, e mettere al suo posto un fantoccio di Mosca. Perché il Pentagono valuta le opzioni per armare e addestrare la resistenza da Paesi vicini, come ha ammesso il segretario alla Difesa Lloyd Austin giovedì alla Camera, in modo da replicare quanto i mujaheddin fecero negli anni Ottanta, contribuendo al crollo dell’Urss.
Quando nel 2019 aveva battuto a sorpresa Petro Poroshenko nelle presidenziali, pochi avrebbero scommesso un soldo su Volodymyr. Anzi, la sua storia suscitava sospetti. Nato nel 1978 a Kryvyi Rih, Ucraina sudorientale, appartiene proprio alla minoranza russofona che Putin usa per disintegrare il «Paese inventato». Di famiglia ebraica, il padre Oleksandr è professore d’informatica e la madre Rymma ingegnere. Il nonno Semyon servì nell’Armata Rossa durante la Seconda guerra mondiale e tre parenti morirono nell’Olocausto, a proposito dell’accusa di essere neonazista. Lui però era stato eletto grazie ai soldi dell’oligarca Igor Kolomoisky, dando l’impressione di essere un dilettante allo sbaraglio, nelle tasche dell’élite corrotta che in teoria prometteva di combattere. L’unica cosa costruita in vita sua era Kvartal 95, la compagnia di produzione dei suoi show comici tra cui Servitore del Popolo, dove interpretava l’insegnante trentenne Vasily Goloborodko, di colpo eletto presidente grazie a un video contro la corruzione diventato virale.
Ma un conto è interpretare un capo dello Stato in tv, e un altro farlo sul serio. All’inizio Zelensky era stato accusato di aver avviato un negoziato sul Donbass che lo vendeva a Putin, e poi era stato trascinato nell’impeachment di Trump, che gli aveva chiesto di indagare sul figlio di Biden. Ancora lunedì, il New York Times ha pubblicato un editoriale intitolato The Comedian-Turned-President Is Seriously in Over His Head, cioè decisamente fuori dalle sue capacità. Tre giorni dopo però è scattata l’invasione e Zelensky ha indossato la mimetica, garantendo che non sarebbe scappato, sollecitando i compatrioti a resistere, guidando i militari e strigliando gli occidentali per il sostegno debole: «Le sanzioni sono servite? Non credo, a giudicare dai rumori che sento sul nostro cielo». Ha chiesto misure molto più dure, incluso l’embargo, agli europei: «Questa potrebbe essere l’ultima volta che mi vedete vivo». Senza nominarlo, ha accusato Biden di «osservare nell’ombra» la liquidazione dell’Ucraina, e si è chiesto: «Chi combatte con noi? Nessuno. Ma non abbiamo paura e ci difenderemo».
Quando i russi sono andati a cercarlo però non l’hanno trovato. Forse perché intelligence Usa e teste di cuoio francesi lo hanno aiutato a scappare. E lui si è preso il lusso di sfidare Putin a incontrarlo per negoziare. Alle 11 e 52 minuti di ieri mattina Biden lo ha raggiunto via telefono nel nascondiglio, e 40 minuti dopo Zelensky ha commentato così via Twitter: «Rafforzamento delle sanzioni, assistenza concreta alla difesa e una coalizione contro la guerra sono stati appena discussi col presidente Usa. Grato per il forte supporto». Poco dopo Washington ha annunciato misure contro Putin, ma più importanti sono il secondo e terzo punto nel messaggio di Volodymyr. Anche se i russi prendessero Kiev, anche se ammazzassero Zelensky, Austin ha detto alla Camera che il Pentagono è pronto ad armare e addestrare l’insurrezione. Bruce Riedel di Brookings ha scritto che l’Ucraina potrebbe diventare l’Afghanistan di Putin. Non è facile: bisogna costruire una forza determinata come i mujaheddin (evitando derive alla Bin Laden), e trovare un Paese amico disposto a svolgere il ruolo del Pakistan. Se però l’Operazione porcospino riuscisse, «la decisione di Putin di attaccare l’Ucraina potrebbe rivelarsi un’altra catastrofe geopolitica per la Russia».