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 2022  febbraio 25 Venerdì calendario

Renzi lascia la società russa di car sharing

Una e-mail inviata alle 7.30 del mattino, mentre sulle tv di tutto il mondo scorrono le immagini dell’invasione russa in Ucraina. Matteo Renzi si dimette dal consiglio di amministrazione di Delimobil, azienda russa con sede in Lussemburgo. Rompe i rapporti con una società leader nel car sharing a Mosca, fondata da Vincenzo Trani, imprenditore e presidente di quella Camera di Commercio italo-russa che appena un mese fa, in piena escalation, promuoveva un incontro tra Vladimir Putin e grandi aziende italiane. Il leader di Italia viva twitta contro “l’inaccettabile” invasione e al Financial Times annuncia di aver rassegnato le dimissioni dal board. Perché «anche i simboli contano». E a sera, libero da interessi economici, condanna «l’aggressionesenza se e senza ma». Poi lancia una proposta: nominare Angela Merkel inviato speciale della Nato e dell’Ue per parlare a una voce a Putin.
Renzi faceva parte di un lungo elenco di politici ed ex premier legati a Mosca da relazioni di affari. Dopo l’attacco a Kiev arrivano le dimissioni dell’ex primo ministro finlandese Esko Aho, che era nel board della banca russa Sberbank, e dell’ex cancelliere austriaco Christian Kern, che lascia il cda delle ferrovie Rzd, «coinvolte nella logistica bellica». «Spero che questo esempio lo seguano ex primi ministri francesi e tedeschi», dice il leader di Iv, con riferimento a Francois Fillon e Gerhard Schroder. Lui la nomina nel cda di Delimobil, partecipata anche dalla banca d’investimento russa Vtb, fino a ieri l’aveva difesa. A novembre, sfidando le polemiche come già aveva respinto le critiche per le consulenze in Arabia Saudita, era sbarcato a New York per assistere alla quotazione sul mercato americano, poi congelata a causa delle tensioni tra Mosca e Washington. «Faccio gli auguri ai ragazzi di Delimobil, sono bravi e l’azienda non rischia chissà cosa», ci tiene a sottolineare. Ma dopo l’invasione lasciare era «doveroso».