Corriere della Sera, 24 febbraio 2022
L’Italia americana
Il mondo del calcio è ormai così importante da essere diventato un lato della geopolitica. A noi italiani può raccontare parecchio. Il dato di fatto è che 12 squadre di calcio di Serie A, B e Lega Pro sono di proprietà americana o hanno forti partecipazioni azionarie americane. L’Atalanta è l’ultima acquisizione di oltre Atlantico. Ma nella lista ci sono Milan, Roma, Fiorentina, Genoa, Spezia, Venezia nella categoria maggiore; Parma, Ascoli, Pisa e Spal in B; e Campobasso in Lega Pro. Questa curiosa realtà è sottolineata da un documento della camera di Commercio Americana in Italia intitolato Friends will be Friends, gli amici saranno amici. Un pamphlet che vuole ricordare i rapporti storici e gli interessi economici che legano Italia e Stati Uniti in un momento di sconvolgimento degli equilibri strategici in Europa e di fronte alla sfida che i regimi autoritari portano alle democrazie. Nel nostro Paese – scrive l’analisi – ci sono 2.564 aziende a partecipazione americana, con 341.427 dipendenti, più di metà delle quali in Lombardia. Gli Usa hanno nove basi militari nella Penisola più due basi Nato. Tre ambasciate sul territorio: Roma, Vaticano e Fao. Tre consolati e tre uffici consolari. Più di 150 tra università e college Usa hanno programmi di studio in Italia, tra le quali Johns Hopkins, Georgetown, New York University, Stanford, Yale. I cittadini americani residenti in Italia sono più di 15 mila e i turisti degli Stati Uniti sono stati secondi per spesa nel nostro Paese (dietro ai tedeschi): 4,5 miliardi nel 2017. Prima della pandemia, c’erano 34 voli giornalieri tra Italia e Usa, per una media di 11 mila passeggeri. L’export di prodotti italiani in America è stato di 44,9 miliardi di dollari nei primi nove mesi del 2021, superiore del 4,2% rispetto allo stesso periodo del 2019 (pre-Covid): solo le vicine Germania e Francia assorbono più prodotti italiani degli Stati Uniti. Il gas russo, insomma, è una preoccupazione seria, di fronte alla crisi ucraina, e il business con Mosca soffrirà. La Cina resta un mercato formidabile, ma si sta chiudendo su se stessa. È invece la relazione con gli Stati Uniti quella che non chiude mai. In economia come in politica. E lo racconta anche il calcio. Come sanno i tifosi dell’Inter dopo le delusioni della proprietà cinese Suning, dettate dagli stop and go agli investimenti in Europa decisi da Xi Jinping.