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 2022  febbraio 24 Giovedì calendario

Leonardo, il computer dei record


Bologna Lungo la via Emilia che ha dato i natali a Ferrari, Lamborghini e Ducati, la velocità non è più solo una questione di motori, ma di elaborazione dati. Anzi di Big Data, che ora Bologna vuole trasformare in una sorta di specialità locale. Tra i capannoni del Tecnopolo, la cittadella della scienza che si sta realizzando nell’ex Manifattura tabacchi del capoluogo emiliano, il bolide atteso da scienziati e ricercatori è il supercomputer europeo Leonardo, che dopo una serie di rinvii legati alla pandemia dovrebbe essere installato a luglio (il 18 è la data più probabile). La Commissaria europea per l’Innovazione Mariya Gabriel, accompagnata dai ministri Patrizio Bianchi e Maria Cristina Messa, è arrivata ieri a Bologna per vedere ciò che il Tecnopolo è già, visto che il data center del Centro meteo europeo è acceso da settembre, e ciò che diventerà quando al posto di operai ed escavatori ci sarà il labirinto di torrette nere del supercomputer Leonardo.
«Bologna sta lanciando un segnale straordinario», dice Gabriel, che nega una mancanza di leadership europea sul fronte scientifico. «Bologna ci fa capire che questa leadership c’è e crea risultati che sono utili per la nostra popolazione e tutti i settori produttivi, anche per le piccole e medie imprese».
«Siamo arrivati qui dopo un lungo percorso. Abbiamo raccolto una sfida e siamo al punto centrale del grande sistema europeo dei Big Data», rivendica il ministro Bianchi.
La ministra Messa sottolinea invece l’importanza della rete europea di supercalcolo: «Il Tecnopolo – ha detto – permetterà la realizzazione di rilevanti innovazioni e rappresenterà l’avanguardia nella sostenibilità, nella sicurezza e nel potenziale innovativo e come sia una prestigiosa vetrina per promuovere la ricerca italiana nel mondo».
Gestito dal Cineca, il consorzio interuniversitario italiano, Leonardo sarà il secondo supercomputer più potente al mondo e promette di rivoluzionare i settori che hanno bisogno di enormi capacità di calcolo: ricerca farmaceutica, meteo, fisica, ma anche sviluppo industriale e supporto contro eventi naturali e disastri, pandemie incluse. «Se oggi il nostro Marconi100 impiega giorni per valutare come milioni di molecole interagiscono con la proteina Spike del Covid, Leonardo ci metterebbe qualche ora», chiarisce la responsabile dei sistemi Hpc Cineca Daniela Galetti, «la mamma dei supercomputer» come l’hanno ribattezzata. «Leonardo – dice il direttore del Cineca, David Vannozzi – saprà mettere l’Italia e l’Europa in grado di competere con Cina, Stati Uniti e Giappone».
Innovazione che sa di geopolitica. Cofinanziato con 240 milioni di euro da Ue e governo italiano, sarà uno degli otto supercomputer che compongono EuroHPC (European high-performance computing), l’impresa europea per il calcolo ad alte prestazioni.
Addentrarsi tra le sue specifiche significa perdersi nella vertigine dei numeri. Prodotto dalla francese Atos, Leonardo sarà equipaggiato con circa 3.500 processori Intel Xeon e 14 mila GPU di architettura Ampere di Nvidia per una capacità di calcolo pari a 270 milioni di miliardi di operazioni al secondo: bisognerebbe riempire dieci stadi come il «Dall’Ara», dando a ogni tifoso un portatile, per ottenere la stessa potenza.
La capacità di archiviazione supererà invece 100 petabyte: se accatastassimo abbastanza smartphone da 128 gigabyte uno sull’altro, per quanto sottili, il risultato sarebbe comunque una torre alta circa 6 chilometri.