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 2022  febbraio 23 Mercoledì calendario

"TENCO ERA COTTO COME UNA ZUCCA. AVEVA PRESO PSICOFARMACI PESANTI. LA VANONI? SI E' SMOLLATA CON L'ETA', RACCONTA COSE CHE SAREBBE MEGLIO NON DICESSE” – GINO PAOLI BANG BANG: "IL TENTATO SUICIDIO? NELLA MIA TESTA MI ERO ROTTO I COGLIONI, NON MI STAVO DIVERTENDO PIÙ. SE CI FOSSI STATO IO CON TENCO GLI AVREI DATO DUE PEDATE NEL CULO E NON AVREBBE FATTO NIENTE. GRILLO? VOLEVA CAMBIARE LE COSE, È USCITO MASSACRATO. IL PCI? IL PARTITO MI INGUAIO’..." - L’OMAGGIO ALLA MOGLIE: "SE NON CI FOSSE LEI, NON CI SAREI GIÀ PIÙ, PERCHÉ MI SAREI ROTTO ANCHE I COGLIONI" - VIDEO -

La risata, una di quelle che nella sua interminabile carriera gli abbiamo visto fare poco, è fragorosa e arrochita dalle mille sigarette (l’unico vizio che, a 87 anni, gli è rimasto). Eppure Gino Paoli, mentre ci riceve nella sua splendida casa sulle alture di Quinto, alla fine di Genova, dovrebbe avere altri motivi per essere ombroso. Per esempio, il Covid che l’ha intrappolato mesi fa e ancora lo tormenta.

Già, come sta? «Il virus mi ha lasciato delle conseguenze pesanti, sono sempre affaticato. Ma cerco di reagire con ironia». In che misura ha contribuito al suo buonumore l’omaggio che le hanno fatto Mahmood e Blanco a Sanremo con «Il cielo in una stanza»? «Mi è sembrata una cosa fatta bene, gentile. Rispettava la canzone, l’hanno immersa nel loro mondo che è diverso, ma senza fare porcherie».

Chissà se i due sapevano il vero significato di questo capolavoro... «Semplicissimo: volevo descrivere un orgasmo. Che tu lo faccia con una persona che ami o con l’ultima delle prostitute, non cambia mai, stacco e riattacco che avviene nella tua testa. E le pareti non ci sono più e via dicendo....».

Loro come altri, provengono dall’hip hop, genere dominante ora in Italia. «Puoi usare qualsiasi mezzo, se hai qualcosa da trasmettere. E con i rapper non mi pare accada sempre». Tornando a Sanremo, l’ultima volta ci andò esattamente vent’anni fa, da Baudo. Perché mai più, dopo? «Peccati di gioventù e seguenti, sempre colpa degli amici. Uno di questi è Pippo, carissimo. Da allora nessun amico mi ha più chiamato».

E, a Sanremo, esattamente 55 anni fa, un altro suo amico si toglieva la vita, Luigi Tenco. Qual è la sua idea definitiva, oggi, di quella tragedia ? «Oltre alle cose che sono solo di Luigi, mi limito a dire che era cotto come una zucca, aveva preso psicofarmaci pesanti. Si capì subito, quando cantò, che non era lui. E, se sei fuori, può succedere di tutto. Ma se ci fossi stato io con lui gli avrei dato due pedate nel culo e non avrebbe fatto niente. Questione di attimi».

Qualche anno prima ci provò lei a togliersi la vita. Col distacco del tempo, come vede oggi il sé stesso di allora? «Nella mia testa mi ero rotto i coglioni, non mi stavo divertendo più. Siccome poi mi sono divertito molto, meno male che è andata male...».

La pallottola è ancora incapsulata vicino al cuore? «Sempre lì, nel pericardio posteriore. Mi rompeva le scatole all’inizio perché suonava sempre al metal detector. Adesso non succede più, si deve essere arrugginita». Il cuore, le donne, la sua grande passione. Ha ancora tre fedi al dito a simboleggiare i suoi grandi amori? «Ora ne ho solo una. Mia moglie Paola ha “ammazzato” tutte le altre: stiamo insieme da 50 anni, il mio grande amore è lei. Non so come non scappi, soprattutto ora...».

Dalle mogli ai figli: Amanda Sandrelli ha detto che con l’età è diventato più tenero. E che se in una cosa le assomiglia è che ogni tanto si fa prendere dalle sabbie mobili, l’immobilità. «L’immobilità è il rifiuto di accettare la realtà. L’illusione di fermare il tempo: ci sono tanti modi, come abbiamo detto. Tenero? Non me ne accorgo... (ride)».

Una sua vecchia amica che oggi si vede spesso in tv è Ornella Vanoni. «Si è smollata con l’età, perché ora sente l’urgenza di raccontare. Anche cose che sarebbe meglio non dicesse».

Come quando ha detto che lei era poco ironico? «Io sono talmente ironico che nessuno lo capisce». Una cosa su cui ha fatto i conti sono le dipendenze: a parte le sigarette, ha saputo smettere con alcool e coca. «Posso fare qualsiasi cosa, se mi lascia il senso critico. Con l’alcol a un certo punto mi sono ritrovato che non ricordavo più cosa avevo fatto il giorno prima. La droga è stupida. E basta».

Un’altra delle sue grandi passioni è stata la politica, deputato indipendente per il Pci alla fine degli anni ’80. «Il partito mi inguaiò: mi chiese una mano poi invece della commissione cultura, mi mandarono in quella dei trasporti. Non credo di aver servito la gente, ma ho capito cose che non sapevo».

Al suo amico Beppe Grillo aveva detto di non farla, la politica. Pensa che oggi seguirebbe il suo consiglio? «Ha creduto di cambiare le cose, ma ne è uscito massacrato, una fregatura enorme». In definitiva qual è la cosa più brutta di quest’ultimo periodo della sua vita? «Vedere gli amici che se ne vanno». E la più bella? «Di nuovo mia moglie. Se non ci fosse lei, non ci sarei già più, perché, ora sì, mi sarei rotto anche i coglioni».