Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2022  febbraio 23 Mercoledì calendario

Sacro bisonte

Nel Dakota tornano i bisonti, reintrodotti dopo più di un secolo dai nativi americani (del popolo Sioux) per sfamarsi.
Molti di loro sono indigenti.
Sradicati e poveri. Una raccolta di fondi, che sta avendo grande successo, dà gambe al progetto.
I coloni europei li sterminarono quasi tutti (bisonti e nativi) non per fame, ma per sport e per impadronirsi di un nuovo continente.
Prima del loro arrivo i bisonti erano milioni, mandrie immense in immensi spazi, la predazione indigena era minima, l’uomo uccideva il grande ruminante per mangiare e per vestirsi. Era, ed è, un animale sacro. Sacro per ringraziamento. Se avessi vent’anni e volessi dare un’immagine concreta all’utopia, vorrei andare nel Dakota a dare una mano.
Ben sapendo che, nel Paese dove tutto è grande distribuzione e ipermercato, l’esperimento dei Sioux con i bisonti è ingenuo e forse folle. Però, meraviglioso. E per niente passatista: semmai, futurista. Vuol dire: filiera corta, cibo sano e sicuro, uscita dal tunnel tossico degli allevamenti intensivi, identità ritrovata, territorio custodito e protetto, fine della dipendenza alimentare (l’uomo consumatore, se diventa produttore, fa la rivoluzione), posti di lavoro in più, e dietro casa. Vuol dire ristabilire la simbiosi uomo-bestia, migliaia di genotipi bovini, ovini, suini, avicoli sono stati salvati e protetti dall’uomo allevatore, lungo i millenni, prima che agricoltura e allevamento diventassero industria, distruggendo la biodiversità, e gli animali fossero mutati in pezzi di ricambio, costretti a vite orrende e a morti in catena di montaggio. L’uomo è stato un predatore sagace e lungimirante. Ora assomiglia a un pigro e ingordo demente, incapace di leggere e di capire la natura nel suo insieme.