Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2022  febbraio 23 Mercoledì calendario

Us Army, il dilemma dei gradi sul petto

Per quanto la questione stenti ad approdare a una definizione, esiste un rischio non infinitesimale che gli Stati Uniti entrino in guerra per il fatto dell’Ucraina. Nel caso si arrivasse al combattimento attivo, c’è un problema irrisolto: quello dei seni delle soldatesse, delle marinaie e delle aviatrici.
Circa il 20% dei combattenti Usa sono donne, e da parte dell’altro 80% maschile c’è la tendenza a guardarle e forse ad avere perfino dei pensieri impuri. La questione è stata resa più difficile da una revisione del design delle divise da campo avvenuta nel 2004, le cui implicazioni forse non sono state esaminate a dovere. Con l’introduzione estesa nelle forze americane dei giubbotti antiproiettile e antischegge, si è pensato di abbassare i colletti delle bluse da combattimento perché interferivano con la nuova armatura protettiva. Di conseguenza, quei gradi che prima si portavano sul colletto sono scesi sul petto…
Con la straordinaria ondata di puritanesimo che sta spazzando gli Stati Uniti negli ultimi anni, come risultato sono nati due ordini di difficoltà imbarazzanti. In primo luogo, ci sono le promozioni. È stato d’uso nell’esercito americano che le promozioni venissero in qualche modo celebrate dall’ufficiale superiore, che appuntava il distintivo del nuovo rango sul colletto del milite promosso. Ora invece il distintivo è da piazzare sul petto... La cerimonia era un’usanza, non un obbligo, ed è stata in molti casi abbandonata - specialmente perché le foto comunemente scattate in occasione delle promozioni delle donne non di rado sembravano a prima vista documentare un «palpeggiamento».
L’altro problema - più grave, perché non ha una soluzione ovvia - è lo «sguardo fisso». È un fatto semplice e noto che i giovani soldati appena usciti da un addestramento finalizzato a trasformarli in «guerrieri» siano tendenzialmente un po’, beh, «bulli». Di fronte a sottufficiali e ufficiali superiori femminili, i militi maschi che guardano troppo insistentemente i gradi sul petto per stabilire il rango di chi li comanda commettono semmai un’offesa alla cortesia ma non alla disciplina militare - una situazione che fa schiumare di rabbia le vittime «troppo ammirate». È, ovviamente, un problema idiota - ma non inesistente. Sarebbe un peccato se l’unica soluzione fosse la «guerra guerreggiata». Trovarsi sul campo di battaglia tende a riportare l’attenzione sulle cose di primaria importanza…