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 2022  febbraio 23 Mercoledì calendario

Periscopio

Ricordo una confidenza che mi fece Carlo Tognoli: «Sai, da bambino, ero un orfano di guerra, perché mio padre morì durante il conflitto e faceva parte della Julia. I miei coetanei non sapevano che mio padre faceva il soldato e non era fascista. Qualche volta mi guardavano stranamente». Gianluigi Da Rold. Studi Cattolici.

«Due paia di calze usate, un bidè, una maglia di lana fuori uso, un paio di ciabatte usate, un paio di pattini a rotelle, una cinghia per pantaloni rotta, una forma per pasticcini, una caffettiera in alluminio, un cappottino per bambino…». Sono righe pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale d’Italia, negli anni della Repubblica sociale in occasione dei sequestri delle (supposte) fortune degli ebrei. Marco Bertoncini. ItaliaOggi.

Bisogna essere preoccupati per domani e per l’immancabile ritorno in campo di regimi vincolistici e repressivi, tipici della mentalità dirigista di uno stato-apparato condizionato dalle ideologie che si richiamavano al socialismo reale. Domenico Cacopardo. ItaliaOggi.

La Kanzlerin ha dominato la scena nazionale e continentale in un’epoca travagliata: tra gli strascichi dell’11 settembre 2001 con le guerre afghane-irachene, la globale minaccia islamistica (con annesso incremento dell’ immigrazione), la crisi finanziaria del 2008, da debito sovrano del 2011, le nuove spinte egemonistiche della Cina (principale mercato di esportazione tedesco), i tentativi neozaristi di Vladimir Putin, le dissennate primavere arabe con gli avvelenati frutti siriani e libici, fino alla pandemia del 2020. Si può non apprezzare il metodo con cui Merkel ha regnato nella sua lunga stagione, ma le va riconosciuto che ha evitato esiti catastrofici. Lo ha fatto, però, impaludando la situazione invece che affrontandola con una visione. Lodovico Festa. Studi Cattolici.

A Firenze i bengala hanno illuminato la corrispondenza privata tra Tiziano Renzi, 71 anni, e il figlio Matteo, 47 anni. In particolare una lettera del 5 marzo 2017 in cui il padre, finito sotto inchiesta per bancarotta, si sfoga e se la prende con gli amici del segretario di Italia Viva paragonandoli alla disneyana Banda Bassotti. Trovata tra le email di Tiziano nel 2019, la lettera privata è stata resa pubblica adesso nonostante l’opposizione della difesa. Secondo gli avvocati, il sequestro viola le garanzie dei parlamentari di cui gode Renzi. Secondo i magistrati, poiché la lettera non è stata spedita, quelle garanzie non si applicano. E così, cinque anni dopo, eccola spiattellata sui giornali. Più o meno tra l’indifferenza generale. Perché da trent’anni il privato diventa sistematicamente pubblico. E sembra che gli italiani siano assuefatti. Massimo Donelli. QN.

Parigi, 1881. Edgar Degas espone al Salone degl’Indipendenti la scultura intitolata Piccola ballerina di quattordici anni. È «una figura di cera in formato quasi naturale, coperta da un tutù e da un corpetto di vera stoffa, calzata con vere punte da danza e con veri capelli legati da un nastro di seta». «La scultura», si legge nel risvolto di copertina, «rimane esposta per poche settimane in una teca di vetro», poi Degas la ritira «per non mostrarla mai più», travolto dallo scandalo che segue. Diego Gabutti. (ItaliaOggi).

Se Marguerite Yourcenar fosse ancora qui oggi avrebbe avuto anche lei la sua dose di guai. Il nervo scoperto sulle questioni di genere è sempre più infiammato, comunque ti muovi, sbagli. Se ripeto che amo essere donna e bacio la mano a Drusilla Foer ma mi piace da pazzi Gianluca Gori, cosa mi succede? Adele, orgogliosa portatrice di una coppia di cromosomi XX, ha criticato la decisione dei Brit Awards di eliminare le categorie maschili e femminili per compiacere la moda del gender fluid. Qualche anno fa sarebbe stata osannata dai progressisti, oggi passa per gretta reazionaria transfobica. Viviana Ponchia. QN.



Frau Carola Elbrecht, dell’Associazione consumatori tedesca, denuncia che spesso il ritardo nelle risposte causa un danno materiale all’utente: «Una signora ha atteso sei mesi per ottenere il modulo necessario per restituire un apparecchio difettoso. Infine, al call center, un impiegato le ha detto che ormai la garanzia era finita, il cambio era impossibile». Roberto Giardina. ItaliaOggi.

Il consumo di stupefacenti è fuori controllo. Un tempo, un grande istituto di ricerca analizzava i liquami delle fogne milanesi e ne ricavava la tendenza del consumo di droga. Da qualche anno questa bussola non c’è più. Abolita, vietata, troppo imbarazzante scoprire che a Milano si consuma, forse, più cocaina che aspirina? E troppo ostile alla sterminata banda dei clandestini che salgono incontrollati da Lampedusa ai Navigli e che di droga campano. Gianni de Felice. ItaliaOggi.

In generale la famiglia è ancora un valore oggi in Italia. Resta un desiderio insito nell’animo umano. Il grande problema del nostro tempo è l’individualismo, che rende difficile realizzare questa aspirazione. Nell’era della comunicazione, le persone non sono mai state così sole, chiuse in sé stesse. Lo arguisco dalle lettere, un’ottantina a settimana, che mi arrivano per Colloqui col padre, più che altro sfoghi. C’è tanta solitudine anche all’interno della famiglia, tra marito e moglie. Antonio Rizzolo, direttore di Famiglia Cristiana (Stefano Lorenzetto), l’Arena.

Era la vigilia di Natale del 1984. Ero una giovane praticante nella redazione di un giornale del pomeriggio a Milano. Oltre le finestre una fittissima nebbia, di quelle che c’erano quando le caldaie andavano a carbone. Dentro, le macchine da scrivere silenziose: noi stavamo parlando di regali, di cene, di ricette. Dal rullo dell’Ansa impigrito nella vigilia uscì un lancio, nel consueto nevrotico ticchettio della tastiera automatica. Distrattamente, un collega andò a dare un’occhiata. Strappò il dispaccio dal rullo, lesse, restò impietrito. Una bomba sul Rapido 904, nella Grande Galleria degli Appennini, tra Firenze e Bologna. Nessuno dei colleghi anziani aveva voglia di partire, a Natale. Mandarono i due più giovani: un collega e me. Sull’Autosole la nebbia era un muro. Sembrava di viaggiare verso il nulla. Arrivai a Bologna, alla stazione. La città attorno era ammutolita e terrea. Ricordo, non so più a che ora, un treno che dalla mia sinistra entrava sotto la tettoia, estremamente adagio. Un treno? Vagoni sventrati, neri di fumo, i finestrini infranti come orbite vuote. Ma fu il procedere di quel convoglio, lento come un corteo funebre, che mi si incise nel cuore. In un istante, ero diventata adulta. Marina Corradi, scrittrice. Avvenire.

Vittoria è così diffidente che dubita anche dei miei tradimenti. Roberto Gervaso, scrittore.