Avvenire, 22 febbraio 2022
I migliori giovani della Serie A
La Serie A non è un campionato solo per vecchi. L’ultima giornata ha smentito in modo evidente uno degli adagi più frequenti intorno alla massima divisione italiana. Gli addetti ai lavori sentenziano spesso che, non si sa bene per quale recondito motivo, il nostro torneo è un territorio adatto soprattutto ai calciatori esperti. Mentre all’estero l’età media si abbassa progressivamente, la Serie A dovrebbe rimanere zona riservata a chi veleggia intorno alla trentina, se non l’ha abbondantemente superata. Ecco perché questo 26° turno andrebbe segnato con un circolino rosso e ricordato come un possibile momento di svolta grazie ai gol di Cristian Volpato, Edoardo Bove, Giacomo Raspadori e Hamed Junior Traoré. Rispettivamente 18, 19, 22 e 22 anni: 79 in quattro, appena 4 in più di Ibrahimovic e Giroud insieme (75).
I due baby giallorossi hanno salvato la Roma contro il Verona. La coppia del Sassuolo ha lanciato i neroverdi verso l’impresa di San Siro contro l’Inter potenziale capolista. Una ventata d’aria fresca che dovrebbe servire a ribaltare luoghi comuni incrostati da decenni, ormai fatti a pezzi dalle ondate più moderne del calcio internazionale, rappresentato al meglio dal laboratorio Red Bull che tra Lipsia e Salisburgo è stato capace di portare al livello delle migliori 16 d’Europa due squadre formate in gran parte da ragazzi provenienti dalla filiera di un unico settore giovanile ben ramificato: dal Liefering al Salisburgo al Lipsia. È il percorso che ha compiuto, fermandosi per ora alle prime due tappe austriache, Chukwubuike Adamu, il 20enne attaccante nigeriano che nell’andata degli ottavi ha realizzato il gol del vantaggio del Salisburgo sul Bayern Monaco, vanificato solo al 90’ dal pareggio di Kingsley Coman. Va nella stessa direzione la scelta di Jurgen Klopp nell’andata degli ottavi con l’Inter. L’allenatore tedesco a San Siro ha schierato titolare a centrocampo un ragazzo di 18 anni, Harvey Elliott, che ha dimostrato buon palleggio. Sorprendenti i commenti di alcuni addetti ai lavori italiani che hanno confuso questa mossa di lungimirante coraggio con un azzardo. Riflesso quasi automatico di una mentalità che vede con sospetto l’utilizzo di under 20 in questi contesti.
Per fortuna qualcosa sta cambiando anche in Serie A. Nell’ultima giornata, oltre al formidabile quartetto già citato, è stato molto bravo, ad esempio, un difensore di 20 anni: Raul Dragusin, protagonista nello splendido 2-2 della Salernitana all’Arechi col Milan. Nel Sassuolo ha convinto anche il 22enne brasiliano Ruan Tressoldi, entrato nel secondo tempo e abile a fronteggiare l’assedio del-l’Inter. La Roma aveva già festeggiato altri gol di talenti in rampa di lancio, come la doppietta del 19enne ghanese Felix Afena-Gyan a Marassi col Genoa. Lo Spezia ha creduto nel 19enne francese Janis Antiste che ha segnato alla Juventus ad agosto. Il Bologna è un laboratorio di ragazzi promettenti, guidati dal 19enne difensore scozzese Aaron Hickey che ha già accumulato una certa esperienza. Tra gli italiani da segnalare il 20enne esterno sinistro dell’Udinese, Destiny Udogie, e il 18enne difensore centrale dell’Atalanta, Giorgio Scalvini, che ha già collezionato 7 presenze in Serie A. Più difficile vedere un atteggiamento analogo da parte delle grandi. La Juventus ha regalato solo una manciata di minuti al 21enne Marley Aké e al 20enne Matias Soulé, già convocato dalla nazionale maggiore argentina. Una parsimonia che prolunga anche in questa stagione i dubbi circa l’utilità della squadra Under 23 in Serie C, che non sta alimentando quel travaso virtuoso tipico di altre realtà, tra Spagna, Inghilterra e Germania. Ma almeno il club bianconero ha approfittato di questa riforma varata nel 2018. Gli altri club di Serie A non hanno fatto nemmeno questo passaggio iniziale. Solo il Milan ha un progetto centrato su calciatori di prospettiva: Brahim Diaz, Leao, Saelemaekers, Tonali, tutti nati dal 1999 in poi. Sempre, però, con l’avvertenza che bisogna avere qualche leader esperto in rosa, come Kjaer, Giroud e Ibrahimovic. Inevitabile contemperamento che rientra nel prudente approccio italiano. L’Inter non va oltre l’utilizzo da titolare del 22enne Bastoni. E osserva con interesse l’ottima stagione del coetaneo Andrea Pinamonti, in prestito a Empoli dove ha già realizzato 9 gol. La stessa classifica marcatori del campionato dimostra che qualcosa sta cambiando. Al secondo posto, dietro il solito Ciro Immobile, c’è il 22enne Dusan Vlahovic, pagato a peso d’oro dalla Juventus per strapparlo a gennaio alla Fiorentina. La mossa del club bianconero per blindare la qualificazione in Champions League, fortemente a rischio in questa stagione prima del rientro tra i primi quattro posti delle ultime settimane. D’altronde l’ultima edizione del torneo più prestigioso è stata decisa dalla rete di un allora 21enne, il tedesco Kai Havertz, autore dell’1-0 per il Chelsea nella finale contro il Manchester City. I Blues lo hanno pagato 85 milioni di euro. E continuano a utilizzare prodotti del vivaio, come Trevoh Chalobah, Callum Hudson-Odoi, Reece James, Mason Mount e Ruben Loftus- Cheek. È così che si diventa Campioni d’Europa. L’ultima giornata di Serie A deve insegnare anche al calcio italiano che è questo il vento giusto.