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 2022  febbraio 22 Martedì calendario

DUE PICCOLI ZAR - I LEADER DELLE REPUBBLICHE DI DONETSK E LUGANSK SI CHIAMANO DENIS PUSHILIN E LEONID PASECHNIK. NEL PASSATO DEL PRIMO, 40 ANNI, C’È UN’ESPERIENZA DA PASTICCIERE ALLA FABBRICA “DOLCE VITA” E QUALCHE STRANO AFFARE - PASECHNIK INVECE DI ANNI NE HA 51 ED È STATO UN AGENTE SEGRETO DI KIEV. POI DAL 2017 È DIVENTATO PRESIDENTE DELLA LUGANSKAJA RESPUBLIKA - MA QUELLO CHE SONO (E SONO STATI) CONTA POCO: TANTO SONO SOLO DEI PUPAZZI DI PUTIN… -

«O Vladimir Vladimirovic». Due appelli fotocopia per due leader fotocopia. L'unica differenza era nella cravatta: l'una bordeaux, l'altra scura. Per il resto, per evacuare la popolazione e chiedere a Mosca d'essere riconosciuti, sabato scorso Denis&Leonid sono andati in onda alla stessa ora di Mosca, sulla stessa tv di Mosca e con lo stesso abito che avevano già indossato il 6 dicembre, a Mosca, alla grande festa di Russia Unita.

La grande serata della loro incoronazione. Un abbraccio che somigliava già a un'annessione. Vodka e aragoste: «Benvenuti a casa!», aveva agitato la mano un altro leader fotocopia, Dmitry Medvedev, l'avatar di Vladimir Putin.

Fu quella cerimonia sfarzosa - il tesseramento al partito putiniano dei leader delle due repubblichette, Donetsk e Lugansk - ciò che gli Usa temevano, e un po' s' aspettavano, per lanciare il primo allarme al mondo: tempo due mesi, stupì tutti la Casa Bianca, e vedrete che la Russia riconoscerà la strana coppia, invadendo l'Ucraina Due mesi e mezzo dopo, rieccoli qui.

Leonid Pasechnik e Denis Pushilin. Le pedine (dice Putin) o i pupazzi (dice Biden) di questo war game. Quando i media ucraini li citano, li chiamano «i terroristi separatisti» ed elencano gli articoli 109, 110 e 258 del Codice penale, che comminerebbero loro quanto meno l'ergastolo.

Ma Pasechnik, 51 anni e un passato nei servizi segreti di Kiev, dal 2017 presidente della Luganskaja Respublika (per tutti: Lnr), ancora s' offende: «Io sono un militare e ho un codice di comportamento - disse una volta - ricevetti anche una medaglia perché avevo rifiutato una tangente», gesto peraltro nobilissimo in un Paese corrottissimo.

Era un'altra vita, quella: Leonid s' è sempre sentito ucraino per caso, lo chiamano «Magadan», dalla città dei gulag staliniano che s' affaccia sull'Oceano Pacifico, perché da ragazzino c'era cresciuto e s' era forgiato nella nostalgia di tutto quel che sapeva di Russia.

Che ci faceva uno come lui, nella Lugansk che Brezhnev in persona aveva intitolato all'eroico Maresciallo Vorosilov e al più fedele esegeta dello stalinismo? Che poteva farci Leonid Pasechnik con un'Ucraina come quella uscita dalla rivoluzione del 2014, con un Paese che sognava l'Occidente? Destino parallelo e diverso, l'altro presidente.

Che di militare non ha mai avuto proprio nulla: Denis Pusilin, 40 anni, poca voglia di studiare, qualche strano affare con una finanziaria accusata d'avere truffato 10 milioni di russi, un'esperienza da pasticciere alla fabbrica «Dolce Vita», quando nel 2018 diventò il capo delle Donetska Respublika (per tutti: Dnr), nelle prime foto si fece notare soprattutto per i blazer blu elettrico e i completi argento domopak in mezzo alle mimetiche dei suoi soldati.

Aveva già tentato una carriera a Kiev, fondando un partito filorusso votato dallo 0,08%. La rivolta di Maidan lo sorprese disoccupato, lo folgorò sulla via di Mosca e ne fece la fortuna politica. Può quest' imminente dramma avere due attori così? Non è detto. La Novorossija di Donetsk e Lugansk, in tutto due milioni e mezzo d'abitanti, somiglia più alla vecchia Unione Sovietica che a una nuova Russia. E i leader durano meno d'uno sparo: ne hanno ammazzati sei in otto anni.

«Magadan» Pasechnik salì al potere con un golpe: dopo aver circondato per tre giorni la casa del suo rivale, Igor Plotnitsky, gli fece firmare una lettera di dimissioni «per motivi di salute». Pusilin invece divenne capo quando l'amico fraterno del Cremlino, il presidente Alexander Zakharchenko, ultimo sopravvissuto delle rivolte separatiste del 2014, saltò per una misteriosa autobomba piazzata al suo caffè preferito di Donetsk, il «Separatist». Ieri sera, Denis&Leonid si sono sintonizzati sull'ora di Mosca e si son goduti lo show tv dello Zar di tutte le Russie, comprese le loro. Sono entrati nella storia, a Putin piacendo.