il Giornale, 22 febbraio 2022
Il miliardario Ichan contro McDonald’s
A MacDonald’s scoppia la guerra di troia, quella con la t rigorosamente minuscola. Perché qui di scrofe trattasi, perlopiù incinte. Carl Ichan, il miliardario che ha costruito le proprie fortune su comportamenti predatori più simili ai felini che ai suini, vuole costringere il colosso degli hamburger a smetterla di rifornirsi da chi tiene richiuse in gabbie minuscole le femmine di maiale in gravidanza. Una pratica ancora diffusa, benché provochi agli animali serie patologie, tra cui problemi cardiovascolari e infezioni alle vie urinarie. Per ingaggiare la sua proxy war Ichan ha nominato due componenti nel consiglio di Big Mac pescandoli da Green century Capital Management e da Bon Appétit Management, società molto sensibili ai temi ambientali. Probabilmente, l’avrà vinta.
Si direbbe, quindi, che anche i capitalisti hanno un’anima. O, forse meglio, che il liberate le scrofe del vecchio Carl è l’ennesima prova della mutazione genetica con cui viene innervato di nuova linfa proprio lo stesso capitalismo grazie alla Esg (sigla che racchiude i fattori ambientali, sociali e di governance), nota anche come finanza sostenibile, o responsabile. È un modo, di più ampio respiro e forzatamente più sensibile ai temi etico-morali-ambientali, per fare ciò che si è sempre fatto: denaro. L’epitome della nuova filosofia sta nelle parole del ceo di Blackrock, Larry Fink: Ci concentriamo sulla sostenibilità non perché siamo ecologisti, ma perché siamo capitalisti e siamo legati da un rapporto fiduciario verso i nostri clienti.
Ma questo traghettamento verso lidi meno contaminati non è tutto rose e fiori. Anzi, quasi sempre c’è un prezzo da pagare. Lo sa bene proprio Blackrock. Non è stato infatti privo di conseguenze i tentativo di silurare, l’anno scorso, tre direttori di ExxonMobile che si opponevano a velocizzare il passaggio a fonti energetiche più pulite. Con l’accusa rivolta al fondo di aver pericolosamente sbandato sul versante liberal, il Texas ha approvato una legge che costringe i fondi pensionistici statali a liberarsi delle aziende che boicottano petrolio e carbone. Game-set-match: Continueremo a investire e sostenere le società di combustibili fossili, comprese le società di combustibili fossili del Texas, ha detto qualche giorno fa il coo di Blackrock, Mark McCombe, nell’annunciare un clamoroso dietro-front.
E che dire dell’ex numero uno di Danone, Emmanuel Faber? L’uomo della svolta green, colui che era riuscito a far passare il messaggio che il profitto non è tutto, è stato messo alla porta dopo che Artisan Partners e Bluebell Capital Partners (diretto da Francesco Trapani), due fondi azionisti peraltro supporter delle politiche Esg, gli avevano fatto terra bruciata all’interno del board. La sua colpa? Non aver realizzato nel 2020 abbastanza utili, soprattutto se paragonati a quelli realizzati da rivali come Unilever e Nestlé. Insomma: quando ci sono di mezzo i quattrini, meglio non esagerare col pollice verde.