Corriere della Sera, 22 febbraio 2022
Chi è Carmine Di Giandomenico, la matita abruzzese scelta da Dc Comics
Teramo Ha avuto il compito di ricostruire in maniera definitiva il periodo adolescenziale di Bruce Wayne, alter ego di Batman. Lui è Carmine Di Giandomenico, 48 anni, abruzzese, e con la sua «matita» (ormai gli strumenti sono in gran parte digitali) ha disegnato gli anni che intercorrono tra il bambino traumatizzato per aver visto uccidere i suoi genitori da un rapinatore e la nascita del tenebroso supereroe di Gotham City. «È il viaggio – racconta Di Giandomenico, che in passato si era già occupato delle origini di personaggi come Daredevil, Flash e Magneto – che Bruce intraprende a sedici anni lasciando Gotham e andando in giro per il mondo ad apprendere tutte le tecniche, anche di combattimento, per contrastare il crimine. Non ha ancora l’intuizione di indossare maschera e mantello. Assomiglia più a un detective come Sherlock Holmes».
La casa editrice statunitense DC Comics si è affidata all’artista italiano e al pluripremiato sceneggiatore e illustratore canadese Chip Zdarsky (pseudonimo di Steve Murray), autore dei testi, per spiegare gli albori del leggendario personaggio ideato nel lontano 1939 da Bob Kane e Bill Finger e ancora oggi attualissimo, come dimostra anche la serie di film di successo (l’ultimo dei quali, interpretato da Robert Pattinson, uscirà il 3 marzo). Di Giandomenico e Zdarsky firmano insieme la storia a fumetti «Batman The Knight» (Batman Il Cavaliere), una maxi serie suddivisa in dieci puntate. Negli Usa i primi due albi sono già disponibili, l’ultimo è uscito alcuni giorni fa. Gli appassionati italiani possono acquistarli per il momento solo online e in lingua originale, ma entro l’anno arriveranno in edicola anche le versioni tradotte da Panini.
Di Giandomenico vive a Teramo e prima di questa esperienza è stato uno dei disegnatori di punta della Marvel, altro colosso americano. «Ho frequentato il liceo artistico – racconta – ma per i fumetti sono completamente autodidatta. Ho iniziato perché ero affascinato da quelli che mi portava mia zia da Bologna, gli albi giganti dell’edizione Corno con Spiderman e Capitan America, poi il colpo di fulmine leggendo il Daredevil di Frank Miller».
Negli Stati Uniti non è mai andato, ma ha al suo attivo collaborazioni internazionali di livello. Ha disegnato, tra gli altri, Dylan Dog per Bonelli e Spiderman e Capitan America per la Marvel, realizzato proprie storie di successo, collaborato con Claudio Baglioni, lavorato come storyboarder degli effetti digitali per mostri sacri del cinema come Martin Scorsese e, di recente, anche curato la sigla del campionato di calcio di Serie A, con venti avatar e oltre 700 animazioni. Insegna all’Accademia di Belle Arti dell’Aquila e alla Scuola del fumetto di Pescara. Il suo lavoro è al computer, su tavole digitali, spesso anche dieci ore al giorno per consegnare entro le scadenze. «Il mercato americano è molto dinamico, diverso da quello italiano dove, tra disegno e pubblicazione, passa anche un anno». Trascorre il (poco) tempo libero con la figlia Elena, 12 anni, la sua compagna, gli amici. E poi i film, una seconda passione. «Amo il cinema, ha tante affinità con i fumetti, di cui usa tecniche analoghe».
Un anno fa, la morte della madre: «Disegnare Batman, la sua rabbia degli inizi, è stato come confrontarsi con la mia personale rabbia per questa scomparsa, un grandissimo dolore». Ai genitori Carmine deve tanto. «Mio padre Sergio era un imbianchino, mamma Leondina faceva invece la domestica. Da loro ho imparato la testardaggine di portare avanti le proprie idee. Loro erano veri supereroi».