Corriere della Sera, 21 febbraio 2022
Biografia di Alessio Dionisi
Tre anni fa lottava per la vetta della serie D con l’Imolese, da domenica 20 febbraio – dopo il 2-o di San Siro sull’Inter – Alessio Dionisi è il primo allenatore a vincere nella stessa stagione in casa di Inter, Milan e Juventus dai tempi di Fulvio Bernardini e della Fiorentina campione d’Italia 1956. Al suo primo anno di serie Alessio Dionisi, allenatore del Sassuolo, si muove come un predestinato e come un sincero democratico: anche al Napoli ha già tolto due punti (pareggio al Mapei) in attesa di tentare l’impresa anche al Maradona, ha battuto la Lazio di Sarri e pareggiato due volte con la Roma di Mourinho.
Poi, certo, gli emiliani sono una squadra strana, Ammazzagrandi ma capace di perdere in casa contro Empoli e Verona o perdere 4-0 sul campo della Samp. Perché l’allenatore di Piancastagnaio (Siena) segue e per alcuni versi esaspera la ricerca del gioco offensivo intrapresa dal predecessore De Zerbi, senza assilli di classifica e in una piazza molto tranquilla. Il Sassuolo ha ottimi interpreti, non a caso assieme alla Juve è la squadra che dà più giocatori al c.t. Mancini, da Berardi a Scamacca, da Raspadori a Frattesi, senza dimenticare Traoré e Maxime Lopez, uomini chiave fra centrocampo e trequarti. Ma ormai è chiaro che ha anche un allenatore che non ha paura di nulla.
Ex difensore di serie C2 e D, massimo risultato una promozione in C1 con la Tritium di Trezzo sull’Adda, Dionisi ha 41 anni e ha cominciato ad allenare nell’Olginatese, la squadra con cui ha terminato la carriera: dopo due mesi lo avevano già esonerato, ma lui si è messo a studiare, ad aggiornarsi, senza mai smettere di credere che fosse la strada giusta. Borgosesia, Fiorenzuola, Imolese e poi il salto al Venezia ripescato in B: undicesimo posto e altra chiamata chiave, quella dell’Empoli appena retrocesso dalla A. Un ingaggio simile a quello che rivelò al grande calcio Maurizio Sarri, ma dopo aver vinto il campionato e riportato l’Empoli in A, Dionisi non ha resistito alla chiamata del Sassuolo e a un biennale da 800mila euro a stagione, divorziando dai toscani: nel corso di questi mesi si è capito meglio perché fosse così ambito.
Entusiasta ogni volta che incontra un collega celebre, rispettoso, educato, ma determinato con i giocatori, Dionisi ha saputo presto costruirsi una credibilità solida, impreziosita dallo scalpo delle grandi del campionato e dalla ricerca costante di un gioco offensivo e spettacolare. Sposato da giugno scorso con Maila Celotto (la cerimonia si è tenuta nella magnifica Pienza), ha una figlia nata da una relazione precedente e un’ambizione – che va molto al di là dell’undicesimo posto attuale degli emiliani – che assomiglia tanto a quella di Sacchi, Sarri, Benitez o lo stesso Mourinho: mostrare in panchina che anche chi non è stato un calciatore di prima fascia può diventare un grande allenatore.