1 - VIENNA, 'ATTENZIONE, MOSCA SI È ANNESSA LA BIELORUSSIA', 21 febbraio 2022
NOI GUARDIAMO A KIEV E INTANTO PUTIN HA OCCUPATO LA BIELORUSSIA - IL MINISTRO DEGLI ESTERI AUSTRIACO, ALEXANDER SCHALLENBERG, AVVERTE: “CREDO CHE SIA AVVENUTO UN FATTO IMPORTANTE NELLA TOTALE DISATTENZIONE DEI MEDIA: LA RUSSIA SI È APPENA ANNESSA LA BIELORUSSIA, HO I MIEI DUBBI CHE LE TRUPPE DI MOSCA LASCERANNO MAI IL PAESE” - VIDEO -
(ANSA) - "Io credo che sia avvenuto un fatto importante nella totale disattenzione dei media: la Russia si è appena annessa la Bielorussia, io ho infatti i miei dubbi che le truppe di Mosca lasceranno mai il Paese". Lo ha detto il ministro degli Esteri austriaco Alexander Schallenberg, prima di entrare al consiglio affari esteri a Bruxelles. "Con le sue scelte Alexander Lukashenko ha di fatto rinunciato alla sovranità del suo Paese". 2 - LUKASHENKA STA LASCIANDO CHE MOSCA OCCUPI LA BIELORUSSIA? Estratto dell’articolo di Micol Flammini per “il Foglio” - 5 febbraio 2022
(…) Per ora (la Russia,ndR) non ha attaccato, ma attorno all’Ucraina non fa che crescere la crisi politica e diplomatica tra Mosca e il resto del mondo occidentale, così il Cremlino ha deciso di sfruttare la posizione del dittatore di Minsk, che in cambio di protezione ha di fatto lasciato occupare alle forze russe il territorio bielorusso.
Otto anni fa, quando la Russia fece l’annessione della Crimea, Aljaksandr Lukashenka non stava con Mosca, ma con Kiev, si asteneva dal riconoscerla, ma soprattutto si presentò alla cerimonia per l’insediamento di Petro Poroshenko, primo presidente ucraino eletto dai cittadini dopo le proteste di Euromaidan e all’apparenza senza legami con il Cremlino, anzi in conflitto: Lukashenka era tra le prime file, tanto che sembrava calcolare se gli convenisse sbarazzarsi di Mosca per non fare la fine di Viktor Yanukovich, il predecessore di Poroshenko costretto a lasciare Kiev.
Otto anni dopo Lukashenka dice senza indugio che la Crimea è Russia, ha soppresso con la violenza le proteste del suo stesso paese e accusa l’attuale presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, di voler ordire un complotto contro di lui. Russia e Bielorussia sono ormai alleate, Lukashenka non si permette più di andare contro Putin ed è diventato uno dei grimaldelli che Mosca usa contro l’occidente e contro Kiev.
Otto anni fa voleva fare da mediatore tra Kiev e Mosca, ora sta con Mosca e ha promesso di entrare in guerra al suo fianco e ha accusato l’occidente di voler negare la fratellanza tra la Russia e l’Ucraina, di voler allontanare Kiev dalla sfera di influenza che le è naturale. La scorsa settimana Lukashenka ha detto in un discorso alla nazione: “Non importa quello che vogliono gli altri, riporteremo la nostra Ucraina nell’ovile dello slavismo”. E ancora: “Farò di tutto affinché l’Ucraina diventi nostra … E’ la nostra Ucraina. Quella è la nostra gente. Questa non è emozione, ma la mia ferma convinzione”. Lukashenka dice quello che fa piacere a Putin e lo esalta.
A unirli ormai c’è una rabbiosa alleanza fatta di prepotenza e paura della fine e dopo aver permesso l’occupazione psicologica e morale della sua presidenza da parte del Cremlino, ora, per rimanere al potere, ha permesso anche quella militare della sua nazione e ha avviato un programma di cooperazione tecnico-militare fino al 2025 con Mosca.
(…) Il 27 febbraio in Bielorussia si terrà un referendum costituzionale dai contorni ancora molto vaghi. Ci si aspetta un’affluenza bassa: che importanza può avere un referendum per una popolazione che ha visto il suo voto non rispettato nel 2020? Nessuno si fida e soprattutto in molti hanno paura.
Nonostante questo Lukashenka non disdegna la presenza dei militari russi sul suo territorio quando teme delle proteste, e le esercitazioni militari, come sono iniziate in anticipo, potrebbero finire in ritardo: la data stabilita per la fine è il 20 febbraio. Nessuna delle sue azioni è per la Bielorussia, tutto è solo per la sua sopravvivenza al potere e così si è aggiunto a quello che un gruppo di intellettuali russi ha definito “il partito della guerra”. (...)