Corriere della Sera, 19 febbraio 2022
Mimmo Tallini è stato assolto
CATANZARO «Dietro il mio arresto non c’è stata solo la miopia dei magistrati che si sono inventati tutto. Anche il mio partito, Forza Italia, e la Lega, per non parlare dei giustizialisti grillini con in testa Nicola Morra, hanno tentato di distruggermi politicamente». Due anni dopo l’arresto per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio, Mimmo Tallini, ex presidente del Consiglio regionale della Calabria, esponente di spicco di Forza Italia, è stato assolto dalla giudice dell’udienza preliminare di Catanzaro, Barbara Saccà, perché «il fatto non sussiste». Il procuratore Nicola Gratteri lo accusava di aver agevolato la cosca Grande Aracri di Cutro che voleva gestire il business dell’esportazione dei medicinali da banco. «Non mi sento vittima di un complotto – spiega l’ex presidente – ma di un sistema i cui vertici avevano individuato in me l’esponente politico da abbattere perché diventato ingombrante e, soprattutto, potente». Il motivo per cui doveva essere azzoppato, Tallini lo indica nel momento in cui gli viene prospettata l’ipotesi di diventare presidente del Consiglio della Calabria. «Non mi sono tirato indietro, anche perché dopo anni di politica era un’aspirazione legittima». C’è però un passaggio politico che indica per individuare un’altra ragione che sarebbe stata la causa del suo calvario giudiziario. «Dopo la morte della presidente Jole Santelli, 19 consiglieri avevamo sottoscritto un documento in cui dicevamo di voler votare subito per dare un nuovo governo alla Regione. E avevamo scelto la prima data utile, il 14 febbraio 2021. Questa cosa non andò giù né a Salvini né a Boccia, che avevano concordato di allungare il più possibile la durata della legislatura, in quel momento guidata dal vicepresidente leghista Nino Spirlì, per programmare meglio le loro strategie politiche». Il fuoco amico, però, sarebbe arrivato anche da esponenti di Forza Italia. «In molti dentro il partito – spiega Tallini – avevano immaginato che io fossi un ostacolo per il raggiungimento dei loro obiettivi. Ai miei colleghi di partito non andava giù, per esempio, la mia idea di appoggiare la candidatura di Mario Occhiuto (ex sindaco di Cosenza) a presidente della Regione. A cominciare dall’attuale sindaco di Catanzaro Sergio Abramo».