Corriere della Sera, 19 febbraio 2022
Traghetto, dopo le fiamme la paure per il carburante
Sbarcheranno questa mattina alle 9.30 i 64 italiani, 21 passeggeri e 43 membri dell’equipaggio, che erano sul traghetto Euroferry Olympia della Grimaldi Lines, devastato dal rogo scoppiato a bordo nella notte tra giovedì e venerdì al largo di Corfù. La compagnia marittima ieri pomeriggio ha mandato la nave Florencia a prenderli alle 17 sull’isola greca dove avevano trascorso la notte. E dopo aver fatto scalo a Igoumenitsa, da cui era partito l’Euroferry Olympia giovedì, ieri sera alle 23.30 la Florencia ha ripreso infine la rotta per Brindisi. Insieme agli italiani arriveranno anche molte delle persone salvate nel corso dell’evacuazione: sul traghetto c’erano 237 passeggeri e 51 membri dell’equipaggio, più 2 clandestini. Una curiosità: tra i sopravvissuti anche un cittadino greco, Epamineondas Karapiperis, scampato già all’incendio del Norman Atlantic, il 28 dicembre 2014, nel canale d’Otranto. Allora i morti furono 31, oggi risultano disperse 12 persone, tutti autisti di camion: 9 bulgari e 3 greci, presumibilmente rimasti a dormire a bordo dei loro veicoli parcheggiati sul ponte mezzi, dove si sarebbe sviluppato il rogo. La Procura di Corfù ha già avviato un’indagine, nella quale si ipotizzano i reati di naufragio e attentato alla sicurezza dei trasporti. La nave italiana si trova in acque greche, ma anche la Procura di Brindisi potrebbe aprire un fascicolo, sulla base della relazione che presto riceverà dalla Capitaneria di Porto.
L’incendio ora appare «sotto controllo» ma i tecnici del Reparto ambientale marino della Guardia Costiera italiana avrebbero individuato un possibile sversamento. Il traghetto andato a fuoco aveva a bordo 800 metri cubi di carburante e 23 tonnellate di merci pericolose corrosive, oltre a 153 mezzi pesanti e 32 automobili imbarcate. Un carico ad alto rischio inquinante non solo per la riserva marina di Corfù, ma anche per il tratto di mare davanti all’ex colonia romana di Butrinto in Albania e per le coste italiane, tanto che il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, sta seguendo personalmente la vicenda in costante contatto con gli esperti dell’Ispra. Insieme con i colleghi greci, gli scienziati italiani stanno approntando un piano di monitoraggio ambientale. La nave Diciotti della Guardia Costiera e un’imbarcazione della flotta Castalia inviata apposta dal ministero, entrambe attrezzate per il recupero di idrocarburi, sono già sul posto. «Qui a preoccuparci – dice Luigi Alcaro, biologo dell’Ispra – sono soprattutto le acque di spegnimento dell’incendio, che potrebbero aver fatto finire in mare il grosso carico di idrocarburi e metalli pesanti presenti sul traghetto. Non abbiamo ancora l’elenco completo, ma sappiamo per esempio di un camion che trasportava batterie per automobili. Per fortuna, sembra che i serbatoi del combustibile della nave siano intatti. E a quanto pare il traghetto non affonderà. Due fattori che potrebbero aiutarci a limitare i danni. Ma è presto per dirlo».