la Repubblica, 19 febbraio 2022
Stefano Massini apre l’Ufficio dei racconti smarriti
Ci sono storie dimenticate che possono aiutare a capire chi siamo e come siamo cambiati. A volte il compito degli scrittori è proprio questo: lasciarsi incuriosire da ciò che nessuno vede più e ridargli voce. Debutterà domani sul nostro sito la nuova rubrica di Stefano Massini: Ufficio racconti smarriti (#URS). Dopo aver indagato nelle etimologie delle parole, Massini continua la sua esplorazione nel tempo alla ricerca di fatti dimenticati: «È un gioco, un modo per recuperare nel passato qualcosa che si è perso di vista e che può contribuire a farci capire meglio il presente», dice lo scrittore.
Ogni video durerà due minuti. Sarà un appuntamento quotidiano che a qualcuno riaccenderà ricordi sepolti mentre per i più giovani potrà trattarsi di una scoperta. Il racconto d’esordio lo troverete domani sul sito di Repubblica, parlerà di un fatto avvenuto il 21 febbraio di 144 anni fa: la pubblicazione nel 1878 nel Connecticut del primo elenco telefonico. Un oggetto che quando è apparso annunciava la modernità mentre oggi sembra solo ingombrante: «Per molto tempo ha rappresentato qualcosa di simbolico. Era l’erede moderno del vecchio censimento, il luogo in cui veniva registrata un’intera società». Ogni giorno Massini farà riemergere un racconto smarrito dalla memoria collettiva per illuminare un aspetto trascurato della nostra storia. Chi si ricorda della pecora Dolly? Nel 2003 non si parlava d’altro. L’attenzione è durata un po’ poi man mano è scemata, insieme al dibattito sulla clonazione. Il 22 febbraio Massini riporterà in vita Dolly, a partire da una domanda: «Come mai dell’ingegneria genetica non si parla più?». Il recupero di questi micro-racconti dal passato a volte può essere casuale ma in alcuni casi tiene conto dei temi del giorno. Aprire sul sito di Repubblica un Ufficio racconti smarriti serve a costruire tessera dopo tessera un piccolo mosaico del mondo di ieri per riflettere su quello di oggi: «Lo scopo è quello di recuperare un racconto accaduto in passato che, in modo più o meno spiegabile, è caduto nell’oblio. Insomma storie di accadimenti e di fatti che non vengono celebrati, dei quali ci siamo dimenticati», dice Massini. Molti sono curiosi, altri incredibilmente sbiaditi. La prima camminata dell’uomo nello spazio, ad esempio. Protagonista il cosmonauta sovietico Alexei Leonov: durò 12 minuti, era il 18 marzo del 1965.
Massini si è divertito a far riaffiorare eventi che spesso scardinano luoghi comuni. L’Ufficio racconti smarriti è anche questo, un faro puntato contro i cliché. «L’ultima pena di morte fu eseguita in Italia quando già c’era la Repubblica, su pressione dell’opinione pubblica che chiedeva giustizia al presidente De Nicola contro i rapinatori della strage di Villarbasse». Non anticipiamo di più, ma anche questo episodio è nell’ufficio di Massini. «È un esempio importante, che ci fa riflettere. Allora non esistevano i social ma esisteva già la pressione della folla e delle sue emozioni». Sono solo assaggi. Domani si parte.
Nella prima puntata si parla dell’elenco telefonico: “A lungo è stato un simbolo della società. Ma ora, chi lo ricorda?”