Corriere della Sera, 19 febbraio 2022
Bollette, il piano di Draghi
ROMA Il primo intervento è quello sul caro bollette – altri 6 miliardi di euro per imprese e famiglie all’interno di un provvedimento che in totale ne stanzia 8 – ma la conferenza stampa di Mario Draghi alla fine tocca anche uno dei temi più sensibili del suo governo, quello della lotta al Covid: è possibile che a fine marzo finisca lo stato di emergenza e in ogni caso «nei prossimi giorni presenteremo una road map che elimini ogni incertezza, voglio uscire al più presto, quindi anche limitare le restrizioni al più presto possibile».
L’accenno del capo del governo si accompagna a un’altra misura che riguarda il Covid, «abbiamo approvato un fondo di 15 milioni per i sanitari deceduti per Covid-19». Ma l’intervento varato in Consiglio dei ministri è corposo e varia dalle misure prese dal ministro Roberto Cingolani, che conta di portare la produzione italiana di gas sino a 5 miliardi di metri cubi dai 3,2 attuali, senza nuove trivellazioni, al fondo di un miliardo di euro all’anno «per la transizione ecologica delle automobili», voluto dal ministro Giancarlo Giorgetti.
Famiglie e imprese
Evitiamo che il rincaro dell’energia porti a un minore potere d’acquisto per le famiglie e riduca la competitività d’impresa
Uno spettro ampio di interventi, insieme alla conferma del superbonus edilizia con misure di contrasto alle frodi, che il ministro dell’Economia Daniele Franco scompone nelle cifre destinate alle famiglie e alle imprese, per fronteggiare il caro bollette, e che il capo del governo commenta in questo modo: «Interveniamo ora, e senza scostamento di bilancio, per evitare che il rincaro dell’energia si traduca in un minor potere di acquisto delle famiglie e in una minore competitività delle imprese».
Occupati e precariato
Il numero di occupati sale ma ci sono criticità cui non dobbiamo abituarci: la maggior parte è lavoro precario
Draghi aggiunge che nel provvedimento sono state definite misure anche per intervenire «in modo strutturale sulla produzione del gas italiano e per semplificare l’istallazione di impianti di energia rinnovabile». Con una postilla non da poco: ci si aspetta che anche le aziende si facciano carico, almeno in parte, del caro energia, «sul come ci stiamo riflettendo», aggiunge il capo del governo.
I rapporti con i leader
Il rapporto con i leader è continuo. Possiamo rivedere le modalità ma per quello va sentita anche l’altra parte
Prima di commentare lo stato della maggioranza, la sua irritazione del giorno prima per quei quattro voti in Parlamento contro il parere del governo, Draghi commenta alcuni dati economici, sono «buone notizie: il numero degli occupati è cresciuto in Italia fra gennaio e dicembre di oltre 650 mila unità e il tasso di occupazione è aumentato di 2,2 punti percentuali ritornando al livello di prima della pandemia ma ovviamente ci sono delle criticità a cui non dobbiamo abituarci. La maggior parte dei nuovi dipendenti nell’ultimo anno ha firmato un contratto a tempo determinato e solo un quarto un contatto permanente».
I provvedimenti
Delega fiscale, concorrenza e codice degli appalti. E 15 milioni per i sanitari vittime del Covid
Poi si passa alle fibrillazioni delle ultime ore, la visita del premier a Mattarella, quella sorta di ultimatum che lui stesso avrebbe lanciato ai partiti, nel caso non fossero in grado di garantire il percorso parlamentare delle misure adottate dal governo. Prima un momento di leggerezza, tutto sembra acqua passata: «Avete visto che bravi ministri che ho... è un bellissimo governo».
L’incontro con Putin
Il colloquio a Mosca è stato richiesto da Putin, è importante che la posizione di tutti sia l’unità della Nato
Ma l’eco dei problemi resta: «Sì, vedrò i leader – dice Draghi —, ma non devo fare uno sforzo particolare, il colloquio con loro è continuo. Ieri ho semplicemente ricordato quello che è il mandato del governo, creato dal presidente della Repubblica, per affrontare certe emergenze e conseguire certi risultati». Possono cambiare metodo e confronto fra maggioranza e Palazzo Chigi? «Con il massimo rispetto ho detto le cose che ho detto. Non può che essere così. Il governo e io abbiamo sempre offerto la massima disponibilità. Possiamo rivedere le modalità di confronto, ma teniamo dritta la barra del timone. Per un cambio di metodo – ha aggiunto – bisogna chiedere anche all’altra parte». Ma, ha aggiunto, «tutto quello che serve il governo e io lo faremo».
Le fonti energetiche
L’Italia ha solo il gas, non ha il nucleare e il carbone Stiamo studiando come essere approvvigionati da altre fonti
Quindi le tappe che ritiene prioritarie nel breve periodo, almeno da qui a giugno: «Delega fiscale, sulla concorrenza e il codice appalti: è questo il blocco principale dei provvedimenti» da avviare a cui seguiranno «poi i provvedimenti sulla transizione ecologica e digitale e sulle infrastrutture».
Si passa quindi alla sua imminente visita a Mosca, per incontrare il presidente russo, cercare in extremis una via di mediazione fra Putin e Zelensky: «Il colloquio è stato richiesto da Putin. Uno dei segnali più importanti è l’unità che c’è tra i Paesi della Nato, che non conosce sfumature di diversità. Ma accanto a questo è importante che ci sia una posizione ferma di fronte all’attacco in Ucraina. Ora bisogna tenere aperte tutte le possibilità di dialogo. L’ambizione è portare tutti allo stesso tavolo, dobbiamo fare tutto il possibile».
Ma c’è anche un risvolto tutto italiano, la nostra dipendenza per le forniture straniere di gas, che sfiora il 97%, la quota corposa che proviene dalla Russia, il nodo delle sanzioni occidentali che potrebbero danneggiare in particolare il nostro Paese. «L’Italia è pienamente allineata agli altri Paesi. È vero che stiamo discutendo con l’Ue le sanzioni, ma abbiamo fatto presente il nostro punto di vista: che devono concentrarsi su settori che devono essere ristretti, senza comprendere l’energia, e che siano proporzionate». Ma «si sa che certe sanzioni avrebbero più impatto sull’Italia e meno su altri Paesi. Tutte le sanzioni che impattano indirettamente sul mercato energetico impattano di più sul Paese che importa più gas. E l’Italia ha soltanto il gas, non ha il nucleare e il carbone, è più esposta, si sta studiando come l’Italia possa continuare a essera approvvigionata da altre fonti».