la Repubblica, 19 febbraio 2022
I conti dell’eni superano le attese
MILANO — Eni archivia un bilanciod’antan, sfruttando il rincaro di petrolio e gas, aumentati rispettivamente del 70% e del 335% sui parametri di riferimento. L’utile netto rettificato sale così a 4,74 miliardi, più delle attese del mercato, molto più dei 758 milioni persi nel 2020.«Un risultato eccellente, il più alto dal 2012, quando il Brent superò i 110 dollari al barile e avevamo ancora il contributo di Snam Rete Gas e le cedole di Saipem», ha detto l’ad Claudio Descalzi. Il dirigente, nel giorno in cui il governo italiano varava sostegni per circa 5,5 miliardi contro il caro energia, ha mandato segnali all’esecutivo: «Siamo pronti a investire sul fronte del gas in Italia. Siamo aperti al dialogo e in caso a sviluppare nuove risorse, abbiamo capacità di aumentare la produzione». Tra le misure al varo l’esecutivo pensa come far salire a 5 miliardi di metri cubi il gas prodotto in Italia. Una frazione dei 70 miliardi di fabbisogno italiano, peraltro in ampia parte già prodotta da Eni. Tesoro e Cdp hanno il 30,3% del capitale Eni.La redditività del gruppo nell’anno ricalca i grafici del Brent e del gas “spot”, ed è crescente nel quarto trimestre, che ha portato utili per 2,1 miliardi (da 50 milioni di 12 mesi prima) e un flusso di cassa libera di 3,46 miliardi, record dal 2009 notato da Morgan Stanley. Diversi uffici studi e operatori hanno ritenuto i vari dati Eni migliori delle attese del mercato e così spinto l’azione in rialzo dell’1,02%, contro un indice di settore europeo in calo frazionale.Anche altre major hanno dato conti del genere, con utili che rievocavano il decennio dorato chiuso dalla crisi del debito sovrano. Si pensi che, dei 9,66 miliardi di euro di utile operativo Eni 2021, ben 9,30 miliardi li ha lucrati la produzione di idrocarburi (+501%), 580 milioni i contratti del gas (+78%), 465 milioni fonti rinnovabili e vendite al dettaglio, riunite nella “Plenitude” di prossima quotazione. In realtà molto è cambiato da allora, e le sfide che la transizione energetica pone alle major sono immense. «Sono molto soddisfatto perché, malgrado il Covid pesi ancora e con molti colleghi in smart working in decine di Paesi, la squadra Eni s’è mantenuta compatta, tenendo sotto controllo i costi mentre da una parte aumentava gli investimenti (il Capex sale del 17% a 5,81 miliardi, ndr ), dall’altra riduceva l’indebitamento dal 31% al 20% del patrimonio netto», ha aggiunto l’ad. Sempre più denaro va alle fonti rinnovabili, più che triplicate da Eni nei 12 mesi fino a 1,2 Gw la capacità installata, e altri 0,8 Gw in costruzione.Il 18 marzo Eni fornirà le previsioni 2022. Descalzi vede «un altro anno in cui grazie ai benefici della nostra disciplina finanziaria potremo sfruttare i prezzi ancora forti delle materie prime per accelerare la transizione energetica». Tre giorni prima, il 15, Eni saprà poi il pedaggio finanziario da pagare per ricapitalizzare Saipem, di cui le resta il 30,5% e che non rientra nei dati di ieri, non avendo ancora fornito i conti 2021 (rosso stimato, 2 miliardi). «Con Cdp supportiamo la società, ma dobbiamo prima capire il futuro», ha tagliato corto Descalzi.