la Repubblica, 19 febbraio 2022
Le proteste della scuola
TORINO – Le uova piene di vernice rossa, le aste delle bandiere usate come bastoni contro la polizia, i palazzi degli industriali imbrattati. Rischia di essere questa la faccia della protesta studentesca che ieri ha coinvolto oltre 40 città in tutta Italia. Ci sono stati scontri a Torino e Roma, tensioni a Milano e Bologna. Opera degli «infiltrati» già condannati dalla ministra Luciana Lamorgese nelle scorse settimane. «Episodi del genere – sostiene – rischiano di far passare in secondo piano le legittime aspettative degli studenti».
Alternanza scuola-lavoro, maturità e un appello a essere ascoltati sono le richieste dei ragazzi che vogliono anche le dimissioni del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. «Duecentomila studenti in piazza sono un segnale straordinario», dice Lorenzo Lang, segretario nazionale del Fronte della Gioventù comunista che ha lanciato la mobilitazione. «La scuola – ribatte il ministro Bianchi – non vuole essere al servizio di nessuno se non del Paese». A Torino tra carabinieri e polizia sono sette i feriti. Erano schierati a difesa del palazzo dell’Unione industriali preso d’assalto da una ventina di manifestanti che ha cercato di forzare il cancello e imbrattato le vetrate con vernice rossa. I manifestanti, respinti, hanno colpito le forze dell’ordine con bastoni e aste dopo aver bruciato i simboli di Confindustria. La Digos ne ha identificati una ventina, saranno denunciati per lesioni e violenza: due aderiscono all’Osa, organizzazione studentesca vicina a Potere al Popolo, uno alla Fgc e 16 sono del centro sociale Askatasuna a cui, secondo gli investigatori, appartiene la regia dell’assalto. C’erano loro alla testa del corteo di oltre cinquemila giovani che hanno sfilato a Torino, molti hanno applaudito l’assalto del palazzo degli industriali, alcuni invece, a manifestazione conclusa, hanno preso le distanze: «Gli incappucciati non hanno nulla a che vedere con il mondo studentesco».
Anche a Roma, dove il corteo era organizzato dal movimento della Lupa, ci sono stati momenti di tensione con uova e oggetti lanciati contro i blindati della polizia che hanno cercato di bloccare un gruppo di studenti che voleva raggiungere il palazzo dell’Ufficio scolastico regionale. Tensioni simili a Bologna dove 400 studenti chiedevano un incontro al provveditorato. A Milano il bersaglio è stata Piazza Affari dove i manifestanti hanno acceso fumogeni rossi.
«Episodi inaccettabili», commenta Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio che si unisce ai messaggi di condanna della politica e dei sindacati di polizia. Come a Napoli, avevano le mani dipinte di rosso sangue i 1500 studenti catanesi che hanno sfilato al grido di «non si può morire di scuola», ricordando Lorenzo Parelli e Giuseppe Lenoci, morti durante lo stage in azienda. I parenti di Lenoci hanno sfilato a Fermo.