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 2022  febbraio 19 Sabato calendario

La battaglia del contante


Roma
I soldi sono veri, non come a Monopoli, ma il gioco sembra quello. Sul tetto alla spesa in contanti si torna alla casella di partenza. Cioè alla soglia in vigore fino allo scorso 31 dicembre: 2.000 euro, anziché 1.000, come previsto dal primo gennaio in virtù di una decisione del secondo governo Conte. Una retromarcia imposta dal centrodestra, che ha votato compatto per approvare un emendamento al decreto Milleproroghe in commissione alla Camera, rinviando al 2023 l’abbassamento del limite al contante. Lega e Forza Italia hanno appoggiato la proposta di Fratelli d’Italia, contro il parere del governo. Che, però, ha dovuto prendere atto del blitz, ponendo la fiducia sul provvedimento e blindando così la modifica non concordata. Troppo stretti i tempi di conversione in legge, che deve avvenire entro il 28 febbraio, pena la decadenza. Lunedì, quindi, ci sarà il voto dell’aula di Montecitorio, poi toccherà al Senato, dove è improbabile si riesca a correggere ulteriormente la norma. Il Movimento 5 stelle ci ha comunque provato, più che altro per mandare un segnale politico, presentando un emendamento soppressivo della parte sull’innalzamento del tetto del contante. «Un intervento del genere costituisce un favore enorme all’economia sommersa – hanno avvertito Vita Martiniglio e Giovanni Currò, che guidano il gruppo in commissione Finanze – in un Paese con circa 100 miliardi annui di evasione, non ce lo possiamo permettere». Ma il testo è tornato in commissione solo per rispondere ad alcuni rilievi della Ragioneria generale dello Stato, poi è arrivata la richiesta di fiducia che ha chiuso i giochi. L’ennesimo motivo di scontro all’interno della maggioranza di governo. Dal Partito democratico sono arrivate le parole del senatore Franco Mirabelli, capogruppo in commissione Antimafia: «Il tetto a mille euro per l’uso dei contanti è una misura efficace contro la corruzione e l’evasione e aiuta a contrastare le mafie, facilitando la tracciabilità del denaro e contrastando il riciclaggio – ha scritto su Twitter – Prorogarne l’entrata in vigore è un errore grave». Di tutt’altro avviso il coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani, che ha difeso la scelta di votare «contro la riduzione dell’utilizzo del contante, perché poter pagare fino a 2.000 euro in contanti ci è sembrato qualcosa di corretto nei confronti dei cittadini – ha spiegato – Nulla contro il governo, ma una misura di buon senso». Fatto sta che, sul tetto all’uso dei contanti, siamo alla settima modifica di dieci anni. Il limite a mille euro era stato fissato la prima volta nel 2011 dal governo Monti, poi altre modifiche fino all’aumento a 3.000 euro, voluto dal governo Renzi e scattato nel 2016. Infine, era arrivato l’intervento del governo Conte bis, con un passaggio intermedio a 2.000 euro nell’estate del 2020 e il ritorno a mille euro dal 1 gennaio 2022. E invece no, si resta fermi (almeno) un turno.