la Repubblica, 18 febbraio 2022
Andrea Crisanti compra una villa del ’600. Intervista
Il professor Andrea Crisanti, microbiologo divenuto personaggio pubblico con la pandemia, ha comprato una villa del ‘600 sui Colli Berici, in provincia di Vicenza: una dimora storica che viene attribuita a Vincenzo Scamozzi. Si chiama Villa Priuli Custoza, a Val Liona.
Professore, è vero che si è comprato questa villa da 2 milioni di euro?
“Costa molto meno di 2 milioni di euro e comunque non l’ho pagata in contanti: ho fatto un mutuo”.
Sa cosa si starà chiedendo la gente, vero? Si guadagna così bene facendo il microbiologo?
“Sono un professionista di 66 anni, qualcosa nella vita l’avrò pur guadagnato. E comunque non conta tanto quello che uno guadagna, ma quanto uno spende. Io e mia moglie abbiamo sempre condotto una vita semplice, senza tanti viaggi e lavorando tanto”.
Quindi l’ha comprata insieme alla moglie?
“Certo”.
Che lavoro fa sua moglie?
“E’ capo dipartimento in un importante ospedale di Londra, dove c’è la nostra prima casa, anche quella comprata con un mutuo”.
Dunque anche lei un mutuo come tutti?
“Io non faccio nessuna attività privata: tutti i soldi che guadagno con le consulenze, li devolvo al Dipartimento. Proprio per evitare situazioni equivoche, mi sono imposto di non guadagnare neanche un quattrino con la pandemia. Mai fatto comparsate a pagamento, mai preso soldi per il Covid”.
Ma come mai avete scelto proprio una villa di quel genere?
“Durante il liceo ero appassionato di storia dell’arte e in particolare di Palladio. Questa villa è stata realizzata da Scamozzi, che era allievo di Palladio. Ci sono collegamenti culturali che per noi sono importanti. Ecco, è stata una scelta culturale”.
Quanto è durata la ricerca?
“E’ durata circa un anno e poi c’è stata una lunga contrattazione sul prezzo. A me interessava perché ha conservato le caratteristiche autentiche. Certo ora c’è da fare un grande lavoro di recupero”.
Dunque Londra è la sua prima dimora, poi però viene il Veneto.
“Ecco, consideriamola una manifestazione d’affetto nei confronti del Veneto. Attualmente vivo a Padova in zona Duomo, quando sarà pronta la villa mi trasferirò lì”.
E’ una scelta di vita.
“Più che altro è un atto di coraggio: quella villa era abbandonata da 10-15 anni. Mi sento di fare una cosa buona per la valorizzazione del patrimonio artistico del Veneto. Questa regione ha bisogno di persone che apprezzano e valorizzano certe meraviglie”.
Sarà contento il presidente Luca Zaia.
“Sinceramente non è una variabile che ho considerato. E comunque, indipendentemente dalle polemiche, c’è sempre un rapporto corretto tra cittadini e istituzioni”.
Lei cercava una villa, ha mai pensato di acquistare Villa Rodella, ex dimora di Giancarlo Galan?
“Non l’avrei fatto per nulla al mondo e comunque non mi piace”.
E’ vero che ha come progetto di ospitare anche visite guidate con scolaresche?
“Certo. L’obiettivo è quello di restituire questa villa storica alla comunità”.